A
Bologna operano dal dopoguerra aziende classificate come insalubri di
prima classe. Negli anni, il continuo inurbamento del Comune di Bologna e
l’espansione industriale, uniti da una pianificazione urbanistica
scellerata, hanno creato situazioni insostenibili (a causa
dell’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo, acustico e luminoso
prodotto dalle industrie) dettate dalla vicinanza tra le zone
residenziali e industriali. Negli ultimi 10 anni sono sorti numerosi
comitati di cittadini che chiedono alle istituzioni di risolvere questi
“incidenti urbanistici”.
Alcuni esempi:
Il Comitato Ambiente Santa Viola si occupa di Sintexcal,
azienda che produce conglomerati bituminosi a ridosso di 5 scuole in
una zona densamente popolata e vicino fiume Reno. L’impianto è obsoleto e
difficilmente può essere messo a norma. Era prevista la
delocalizzazione a Sala Bolognese, poi fallita per questioni politiche.
Si occupa anche dell’ex sito della fonderia Sabiem e della ditta Rimondi che stocca rifiuti speciali.
Il Comitato Salute Pubblica Noce si occupa di Coop Costruzioni che produce conglomerati bituminosi e di Valli Zabban
che produce bitumi modificati, lo stabilimento è in area di tutela
fluviale (a rischio esondazione) nel greto del fiume Reno. Entrambe le
aziende distano poche decine di metri dall’abitato. Coop Costruzioni ha
un impianto obsoleto, ha manifestato fin dal 2002 la volontà di
delocazzarsi ma le istituzioni non trovano il posto giusto. Valli Zabban
dal 2002 ha ricevuto alcune diffide e una sospensione della produzione.
Ha più volte modificato gli impianti di abbattimento degli inquinanti
con scarso successo. La Provincia di Bologna a luglio 2010 ha dato a
Valli Zabban una nuova autorizzazione alle emissioni in atmosfera, più
restrittiva della precedente che le ha imposto di realizzare entro il 30
ottobre un post combustore; l’idea è di bruciare i fumi per eliminare
odori e sostanze tossiche (noncuranti del fatto che questo processo
origina polveri più sottili, penetranti e pericolose delle classiche
PM10).
Il Comitato Tuscolano si occupa di Sitfa
che esegue trattamenti termici dei metalli. Nel 2008 è stata costruita
una nuova zona residenziale a ridosso dello stabilimento. L’impianto ha
sistemi di abbattimento degli inquinanti inadeguati, quindi apre i
finestroni e fuoriescono nebbie oleose.
L’inquinamento che generano queste aziende è principalmente causato dalle sostanze nocive e fortemente maleodoranti (IPA, SOV, acido cloridrico, acido solfidrico, tutte sostanze classificate dalla IARC (1987) come "probabili" o "possibili” o “cancerogene” per l'uomo) emesse in atmosfera.
Il Comitato della Berleta si occupa di Gironi Rottami nata negli anni 70 come solfanaio.
Ora raccoglie, stocca e trasporta rifiuti speciali. Anche questa
azienda è in area demaniale nell’alveo del fiume Reno. Il principale e
più visibile problema è il rumore infernale dei rottami ferrosi quando
vengono spostati e lavorati.
Approfittando di un’iniziativa del circolo PD Noce Pescarola organizzata il 24 novembre
alla quale ho assistito e in qualità di residente in una delle zone
“appestate” e in qualità di aderente al Comitato Noce, redigo un breve
aggiornamento sulle ditte Valli Zabban, Coop Costruzioni e Sintexcal.
Emanuele
Burgin Assessore Ambiente Provincia di Bologna spiega che Valli Zabban è
l’azienda su cui hanno lavorato di più. In seguito all’ultima diffida,
la ditta ha presentato e realizzato un post combustore per bruciare i
fumi in uscita ed eliminare gli odori. Informa che l’azienda asserisce
che l’impianto è a regime. Chiede ai cittadini se hanno sentito cattivi
odori dall’inizio di novembre facendo notare che ora l’azienda non è in
un periodo di massima produzione.
Spiega che Valli Zabban, a 10
giorni dalla scadenza per l'entrata in esercizio del post combustore, ha
presentato ricorso al TAR rivolto a tutti gli enti per due motivi:
1) l’azienda ha l’impianto di post combustione alimentato a BTZ
e l’autorizzazione prevede che entro un anno lo sostituisca con il
metano (più costoso ma meno inquinante), l’idea di passare al metano non
trova il favore dell’azienda.
2) l’autorizzazione prescrive
un limite di odore che l’azienda deve tenere monitorato. Da un punto di
vista normativo non ci sono leggi in merito, esistono però sentenze del
TAR, della Toscana ad esempio,
che hanno imposto limiti di odori ad aziende un po’ troppo puzzolenti.
Valli Zabban sostiene che ogni prescrizione relativa agli odori è di
fatto illegittima
Su Sintexcal ricorda la fallita delocalizzazione a Sala Bolognese
e spiega che l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, rilasciata
nel 2008 dalla Provincia all’azienda con scadenza 31/12/2010, non
imponeva interventi costosissimi per la messa a norma degli impianti
obsoleti poiché il percorso della delocalizzazione sembrava certo. La
Provincia era pronta a ricevere la domanda di rinnovo
dell’autorizzazione (poiché di delocalizzazione non se ne parla per il
momento) e ad imporre interventi più significativi per la messa a norma
dell’impianto, ma una legge nazionale ha introdotto il rinnovo
dell’autorizzazione per un altro anno. Quindi tutto rimane immutato per
altri 12 mesi. L’assessore fa riferimento al D. Lgs. n° 128 di agosto 2010 che modifica il calendario di ripresentazione delle domande di autorizzazione previsto dal D. Lgs. n° 152/06 art. 281 comma 1 prorogandolo di un anno.
In
merito a Coop Costruzioni asserisce che non c’è un problema critico
come per Valli Zabban, poiché lavora gli inerti che producono polveri
durante la frantumazione….. E l’impianto di conglomerati bituminosi che
fine ha fatto? E quello di conglomerati cementizi e calcestruzzo?
Conclude informando che le ipotesi delocalizzazione considerate non sono attuabili.
Adelaide
Corvaglia Dir. Sez. Prov. Arpa di Bologna spiega che nonostante si sia
operato ampiamente con Valli Zabban per ridurre gli inquinanti,
rimangono comunque gli odori. Arpa ha fatto un sopralluogo presso
l’azienda qualche giorno fa ed ha verificato che il post combustore è
stato montato. A luglio è stato fatto il monitoraggio della qualità
dell’aria alla Noce e a breve presenteranno in Provincia il risultato.
All’azienda è stato imposto di monitorare per un anno gli odori che
devono essere inferiori a 5000 UO/m³ (Unità Odorimetriche per Metro
Cubo). Per il momento non ci sono parametri per le unità odorimetriche,
esistono solo norme europee di riferimento. Questo anno di monitoraggio
odorigeno servirà a capire se quei limiti sono corretti.
Per
Sintexcal spiega che c’è un’indagine dei NOE in corso, su mandato della
Procura, in seguito all’esposto fatto dai cittadini. Arpa ha fatto una
relazione alla Provincia per chiedere di diffidare l’azienda al fine del
contenimento delle emissioni diffuse (dovrebbero essere convogliate nei
camini) e l’azienda ha fatto ricorso. Ad aprile Arpa ha fatto un
sopralluogo e i lavori non erano stati fatti, ad un successivo controllo
di giugno alcuni lavori risultavano eseguiti. Al momento la situazione
impiantistica è quella (vecchia e obsolescente) e non sono possibili
ulteriori miglioramenti.
Per Coop Costruzioni non ci sono novità.
L’azienda aveva chiesto un’autorizazzione per l’impianto di betonaggio.
Autorizzazione che Arpa ha diniegato poiché l’azienda doveva apportare
delle modifiche all’impianto che non ha realizzato. Ora Coop Costruzioni
ha mandato ad Arpa delle integrazioni per la realizzazione delle
modifiche chiedendole di riaprire il procedimento.
Fausto Francia
Dir.Dip.San.Pubb. Ausl di Bologna spiega che i cattivi odori non
provocano malattie (cita l’esempio delle fibre di amianto che se inalate
possono dare origine al mesotelioma), hanno unicamente un’azione
indiretta sul nostro organismo perché generano stress che si ripercuote
sullo stato complessivo della salute. Un altro problema che possono
generare è di carattere sociale, rendendo i rapporti tra le persone più
difficili proprio a causa dello stress. Non convinta di questa
spiegazione, chiedo come mai questi odori fanno venire nausea, mal di
testa, bruciore agli occhi e alle vie respiratorie. Francia mi risponde
che queste manifestazioni sono normali meccanismi di difesa del nostro
corpo. Continuo a non essere convinta….
Spiega che è stata fatta
un’indagine epidemiologica di base prendendo in considerazione tra i
residenti della zona 4 elementi: consumo di farmaci, ricoveri
ospedalieri, esenzioni ticket, cause do morte. Da questa indagine emerge
che c’è un disagio ma non sfocia in patologie. Quindi non è necessario
fare approfondimenti che sarebbero molto onerosi. Peccato che un anno fa
presentando questa medesima indagine disse che si dovevano fare degli
approfondimenti….
Giovanni Fini Direttore del Settore Ambiente
Comune di Bologna spiega che Bologna è ubicata in una posizione
geograficamente sfortunata, poiché la Pianura Padana non consente
ricircolo di aria. Inoltre vi è un alto tasso di motorizzazione. Rileva
anche che il disagio ambientale causato dalle aziende è quello più
sentito dalla cittadinanza che ad esempio poco si preoccupa del rumore
generato dall’aeroporto. Aggiunge che la normativa italiana non aiuta la
soluzione dei problemi, le industrie insalubri dipendono ancora da un Regio Decreto del 1934
che non è mai stato organicamente aggiornato. Ribadisce che gli odori
sono un tema difficile su cui intervenire perché non è normato. Le
possibilità di intervento sulle tre aziende, da un punto di vista di
delocalizzazione, sono molto diverse tra loro. Sintexcal è situata in un
ambito urbano consolidato, quindi quell’area ha un valore economico
elevato poiché vi si possono costruire sopra edifici residenziali o
commerciali. Valli Zabban è situata in un ambito naturalistico, quindi
quel terreno non ha valore economico. Coop Costruzioni è situata in un
ambito specializzato ad uso terziario, quindi ha un valore economico
significativo.
E’ intervenuto anche il Presidente di Coop
Costruzioni Sig. Adriano Turrini. Ha ribadito che per l’impianto di
conglomerati bituminosi ha richiesto la possibilità di delocalizzarsi
già dal 2002 e in più di un’occasione. Ha già pronto il progetto per il
nuovo impianto a emissioni quasi zero e a ciclo continuo ma non ha un
posto dove andare. Non vuole rifare l’impianto nuovo al posto di quello
vecchio. Chiede alle istituzioni di attivarsi energicamente in merito.
In un incontro con le istituzioni del 14 luglio 2010 erano emerse nuove
ipotesi ma non ha più avuto aggiornamenti.
Ha annunciato che
l’impianto di conglomerati cementiti e calcestruzzo a marzo 2011
chiuderà perché è vecchio e non gli serve più.
Sono susseguiti
alcuni interventi di esponenti politici, di rappresentanti di
associazioni, di referenti dei comitati, di liberi cittadini.
Amaramente
riassumo così, dopo anni di “trattative” tra
comitati-aziende-istituzioni siamo sempre allo stesso punto: Sintexcal è
ancora al suo posto, Coop Costruzioni è ancora al suo posto, Valli
Zabban puzza ancora.
Nessun commento :
Posta un commento