27 novembre 2010

Bologna tra stradini, lattonieri e solfanai

A Bologna operano dal dopoguerra aziende classificate come insalubri di prima classe. Negli anni, il continuo inurbamento del Comune di Bologna e l’espansione industriale, uniti da una pianificazione urbanistica scellerata, hanno creato situazioni insostenibili (a causa dell’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo, acustico e luminoso prodotto dalle industrie) dettate dalla vicinanza tra le zone residenziali e industriali. Negli ultimi 10 anni sono sorti numerosi comitati di cittadini che chiedono alle istituzioni di risolvere questi “incidenti urbanistici”.

Alcuni esempi:

Il Comitato Ambiente Santa Viola si occupa di Sintexcal, azienda che produce conglomerati bituminosi a ridosso di 5 scuole in una zona densamente popolata e vicino fiume Reno. L’impianto è obsoleto e difficilmente può essere messo a norma. Era prevista la delocalizzazione a Sala Bolognese, poi fallita per questioni politiche. Si occupa anche dell’ex sito della fonderia Sabiem e della ditta Rimondi che stocca rifiuti speciali.



Il Comitato Salute Pubblica Noce si occupa di Coop Costruzioni che produce conglomerati bituminosi e di Valli Zabban che produce bitumi modificati, lo stabilimento è in area di tutela fluviale (a rischio esondazione) nel greto del fiume Reno. Entrambe le aziende distano poche decine di metri dall’abitato. Coop Costruzioni ha un impianto obsoleto, ha manifestato fin dal 2002 la volontà di delocazzarsi ma le istituzioni non trovano il posto giusto. Valli Zabban dal 2002 ha ricevuto alcune diffide e una sospensione della produzione. Ha più volte modificato gli impianti di abbattimento degli inquinanti con scarso successo. La Provincia di Bologna a luglio 2010 ha dato a Valli Zabban una nuova autorizzazione alle emissioni in atmosfera, più restrittiva della precedente che le ha imposto di realizzare entro il 30 ottobre un post combustore; l’idea è di bruciare i fumi per eliminare odori e sostanze tossiche (noncuranti del fatto che questo processo origina polveri più sottili, penetranti e pericolose delle classiche PM10).

Il Comitato Tuscolano si occupa di Sitfa che esegue trattamenti termici dei metalli. Nel 2008 è stata costruita una nuova zona residenziale a ridosso dello stabilimento. L’impianto ha sistemi di abbattimento degli inquinanti inadeguati, quindi apre i finestroni e fuoriescono nebbie oleose.

L’inquinamento che generano queste aziende è principalmente causato dalle sostanze nocive e fortemente maleodoranti (IPA, SOV, acido cloridrico, acido solfidrico, tutte sostanze classificate dalla IARC (1987) come "probabili" o "possibili” o “cancerogene” per l'uomo) emesse in atmosfera.

Il Comitato della Berleta si occupa di Gironi Rottami nata negli anni 70 come solfanaio. Ora raccoglie, stocca e trasporta rifiuti speciali. Anche questa azienda è in area demaniale nell’alveo del fiume Reno. Il principale e più visibile problema è il rumore infernale dei rottami ferrosi quando vengono spostati e lavorati.

Approfittando di un’iniziativa del circolo PD Noce Pescarola organizzata il 24 novembre alla quale ho assistito e in qualità di residente in una delle zone “appestate” e in qualità di aderente al Comitato Noce, redigo un breve aggiornamento sulle ditte Valli Zabban, Coop Costruzioni e Sintexcal.

Emanuele Burgin Assessore Ambiente Provincia di Bologna spiega che Valli Zabban è l’azienda su cui hanno lavorato di più. In seguito all’ultima diffida, la ditta ha presentato e realizzato un post combustore per bruciare i fumi in uscita ed eliminare gli odori. Informa che l’azienda asserisce che l’impianto è a regime. Chiede ai cittadini se hanno sentito cattivi odori dall’inizio di novembre facendo notare che ora l’azienda non è in un periodo di massima produzione.

Spiega che Valli Zabban, a 10 giorni dalla scadenza per l'entrata in esercizio del post combustore, ha presentato ricorso al TAR rivolto a tutti gli enti per due motivi:

1) l’azienda ha l’impianto di post combustione alimentato a BTZ e l’autorizzazione prevede che entro un anno lo sostituisca con il metano (più costoso ma meno inquinante), l’idea di passare al metano non trova il favore dell’azienda.

2) l’autorizzazione prescrive un limite di odore che l’azienda deve tenere monitorato. Da un punto di vista normativo non ci sono leggi in merito, esistono però sentenze del TAR, della Toscana ad esempio, che hanno imposto limiti di odori ad aziende un po’ troppo puzzolenti. Valli Zabban sostiene che ogni prescrizione relativa agli odori è di fatto illegittima

Su Sintexcal ricorda la fallita delocalizzazione a Sala Bolognese e spiega che l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, rilasciata nel 2008 dalla Provincia all’azienda con scadenza 31/12/2010, non imponeva interventi costosissimi per la messa a norma degli impianti obsoleti poiché il percorso della delocalizzazione sembrava certo. La Provincia era pronta a ricevere la domanda di rinnovo dell’autorizzazione (poiché di delocalizzazione non se ne parla per il momento) e ad imporre interventi più significativi per la messa a norma dell’impianto, ma una legge nazionale ha introdotto il rinnovo dell’autorizzazione per un altro anno. Quindi tutto rimane immutato per altri 12 mesi. L’assessore fa riferimento al D. Lgs. n° 128 di agosto 2010 che modifica il calendario di ripresentazione delle domande di autorizzazione previsto dal D. Lgs. n° 152/06 art. 281 comma 1 prorogandolo di un anno.

In merito a Coop Costruzioni asserisce che non c’è un problema critico come per Valli Zabban, poiché lavora gli inerti che producono polveri durante la frantumazione….. E l’impianto di conglomerati bituminosi che fine ha fatto? E quello di conglomerati cementizi e calcestruzzo?

Conclude informando che le ipotesi delocalizzazione considerate non sono attuabili.

Adelaide Corvaglia Dir. Sez. Prov. Arpa di Bologna spiega che nonostante si sia operato ampiamente con Valli Zabban per ridurre gli inquinanti, rimangono comunque gli odori. Arpa ha fatto un sopralluogo presso l’azienda qualche giorno fa ed ha verificato che il post combustore è stato montato. A luglio è stato fatto il monitoraggio della qualità dell’aria alla Noce e a breve presenteranno in Provincia il risultato. All’azienda è stato imposto di monitorare per un anno gli odori che devono essere inferiori a 5000 UO/m³ (Unità Odorimetriche per Metro Cubo). Per il momento non ci sono parametri per le unità odorimetriche, esistono solo norme europee di riferimento. Questo anno di monitoraggio odorigeno servirà a capire se quei limiti sono corretti.

Per Sintexcal spiega che c’è un’indagine dei NOE in corso, su mandato della Procura, in seguito all’esposto fatto dai cittadini. Arpa ha fatto una relazione alla Provincia per chiedere di diffidare l’azienda al fine del contenimento delle emissioni diffuse (dovrebbero essere convogliate nei camini) e l’azienda ha fatto ricorso. Ad aprile Arpa ha fatto un sopralluogo e i lavori non erano stati fatti, ad un successivo controllo di giugno alcuni lavori risultavano eseguiti. Al momento la situazione impiantistica è quella (vecchia e obsolescente) e non sono possibili ulteriori miglioramenti.

Per Coop Costruzioni non ci sono novità. L’azienda aveva chiesto un’autorizazzione per l’impianto di betonaggio. Autorizzazione che Arpa ha diniegato poiché l’azienda doveva apportare delle modifiche all’impianto che non ha realizzato. Ora Coop Costruzioni ha mandato ad Arpa delle integrazioni per la realizzazione delle modifiche chiedendole di riaprire il procedimento.

Fausto Francia Dir.Dip.San.Pubb. Ausl di Bologna spiega che i cattivi odori non provocano malattie (cita l’esempio delle fibre di amianto che se inalate possono dare origine al mesotelioma), hanno unicamente un’azione indiretta sul nostro organismo perché generano stress che si ripercuote sullo stato complessivo della salute. Un altro problema che possono generare è di carattere sociale, rendendo i rapporti tra le persone più difficili proprio a causa dello stress. Non convinta di questa spiegazione, chiedo come mai questi odori fanno venire nausea, mal di testa, bruciore agli occhi e alle vie respiratorie. Francia mi risponde che queste manifestazioni sono normali meccanismi di difesa del nostro corpo. Continuo a non essere convinta….

Spiega che è stata fatta un’indagine epidemiologica di base prendendo in considerazione tra i residenti della zona 4 elementi: consumo di farmaci, ricoveri ospedalieri, esenzioni ticket, cause do morte. Da questa indagine emerge che c’è un disagio ma non sfocia in patologie. Quindi non è necessario fare approfondimenti che sarebbero molto onerosi. Peccato che un anno fa presentando questa medesima indagine disse che si dovevano fare degli approfondimenti….

Giovanni Fini Direttore del Settore Ambiente Comune di Bologna spiega che Bologna è ubicata in una posizione geograficamente sfortunata, poiché la Pianura Padana non consente ricircolo di aria. Inoltre vi è un alto tasso di motorizzazione. Rileva anche che il disagio ambientale causato dalle aziende è quello più sentito dalla cittadinanza che ad esempio poco si preoccupa del rumore generato dall’aeroporto. Aggiunge che la normativa italiana non aiuta la soluzione dei problemi, le industrie insalubri dipendono ancora da un Regio Decreto del 1934 che non è mai stato organicamente aggiornato. Ribadisce che gli odori sono un tema difficile su cui intervenire perché non è normato. Le possibilità di intervento sulle tre aziende, da un punto di vista di delocalizzazione, sono molto diverse tra loro. Sintexcal è situata in un ambito urbano consolidato, quindi quell’area ha un valore economico elevato poiché vi si possono costruire sopra edifici residenziali o commerciali. Valli Zabban è situata in un ambito naturalistico, quindi quel terreno non ha valore economico. Coop Costruzioni è situata in un ambito specializzato ad uso terziario, quindi ha un valore economico significativo.

E’ intervenuto anche il Presidente di Coop Costruzioni Sig. Adriano Turrini. Ha ribadito che per l’impianto di conglomerati bituminosi ha richiesto la possibilità di delocalizzarsi già dal 2002 e in più di un’occasione. Ha già pronto il progetto per il nuovo impianto a emissioni quasi zero e a ciclo continuo ma non ha un posto dove andare. Non vuole rifare l’impianto nuovo al posto di quello vecchio. Chiede alle istituzioni di attivarsi energicamente in merito. In un incontro con le istituzioni del 14 luglio 2010 erano emerse nuove ipotesi ma non ha più avuto aggiornamenti.
Ha annunciato che l’impianto di conglomerati cementiti e calcestruzzo a marzo 2011 chiuderà perché è vecchio e non gli serve più.

Sono susseguiti alcuni interventi di esponenti politici, di rappresentanti di associazioni, di referenti dei comitati, di liberi cittadini.

Amaramente riassumo così, dopo anni di “trattative” tra comitati-aziende-istituzioni siamo sempre allo stesso punto: Sintexcal è ancora al suo posto, Coop Costruzioni è ancora al suo posto, Valli Zabban puzza ancora.

Nessun commento :

Posta un commento