Grazie Presidente, li tratterò in maniera
congiunta per cui faccio un unico intervento riferito ad entrambi gli
interventi di inizio seduta. In questi giorni è stata data ampia attenzione
mediatica alla vicenda della cittadinanza onoraria, da conferire all’attuale
Ministro dell’Interno Cancellieri, nonché ex Commissario straordinario di
Bologna. Sono state usate parole molto forti nei confronti del Consiglio, da
parte sia del Sindaco che della Presidente Lembi. Non condivido questo tipo di
attacco al Consiglio che va molto oltre la critica verso chi dissente, ma non
voglio cadere in quello che io ritengo essere un sistema per spostare
l’attenzione su questioni che si prestano alla facile trattazione, o alla facile
polemica o alla facile presa di posizione.
È una sorta di arma di distrazione
di massa, infatti possiamo discutere per ore per dirci se siamo d’accordo o
meno con il dare la cittadinanza onoraria alla Cancellieri, sarebbero tutte
opinioni legittime, pur nella loro diversità, ma sulle quali non è detto che ci
sia per forza una condivisione totale. Fioccano, infatti, pagine e pagine di
giornali e, tutti ne parlano perché tutti hanno una propria opinione sulla
vicenda. Tutta questa attenzione, questi toni esagerati però fomentano la
polemica e tolgono attenzione a questioni più delicate e complesse, come ad
esempio la contemporanea vicenda Lombardelli. Vicenda ancora molto lontano
dall’essere chiarita, non so forse questa vicenda ha meno appeal da parte dell’opinione
pubblica perché è più complicato informarsi, perché è più complicato
approfondire questo tema. Se è vero, come ci ha oggi detto la Dottoressa
Iannucci, che il potenziale danno erariale è decisamente – come lo ha definito
lei – irrisorio, non è altrettanto vero però, che lo sarebbe stato se non vi
fosse stato l’intervento tempestivo di una denuncia. Diversamente sarebbero
passati cinque anni e l’Amministrazione avrebbe continuato a pagare,
probabilmente, soldi in più rispetto a quelli che avrebbe dovuto corrispondere.
Poi c’è ancora un altro nodo da sciogliere, quello legato a quando
l’Amministrazione è entrata in possesso del curriculum di Lombardelli,
all’interno del quale è specificato il suo reale titolo di studio. Lombardelli
ha asserito di aver comunicato, immediatamente, agli Uffici il suo titolo di
studio, quindi è presumibile desumere che parlasse riferendosi al momento
dell’assunzione. Gli Uffici, dunque, sapevano del titolo di studio, che era una
licenzia professionale, e hanno proceduto comunque con un inquadramento di
livello D, quando quello pertinente a questo tipo di titolo di studio avrebbe
dovuto essere una A o una B al massimo. Ho avuto oggi la risposta a questa mia
interrogazione, dove chiedevo che documentazione avesse presentato Lombardelli
per attestare i suoi titoli di studio. La risposta all’interrogazione dice che
la documentazione presentata da Lombardelli, al momento dell’assunzione, è
quella già spedita alla I Commissione, quindi unicamente il curriculum
contenente l’esatto titolo di studio di Lombardelli. Già all’epoca della sua
assunzione quindi, si sapeva esattamente quale era il suo titolo di studio. Io
temo che in seguito a queste informazioni si aprano altri scenari giudiziari,
infatti la Procura sta indagando e la Procura non si occupa di danni erariali.
Poi c’è un altro tema secondo me sempre drammatico, legato sempre a questa
vicenda, gli atti firmati dall’ex Capo di Gabinetto che non sono legittimi. Il
Segretario Uguccioni in questo è stato estremamente chiaro, ha spiegato la
differenza tra atti illegittimi e illegali, però io credo che questa situazione
– se non altro – denoti una gestione e un’interpretazione estremamente
fantasiosa per quanto attiene la lettura delle procedure e dei regolamenti, e
temo che non sia di ampia garanzia per il nostro operato. Allo scopo di
tutelarmi, poiché oggi andrà in votazione una delibera che vede l’approvazione
di una modifica di un regolamento legato alle insegne dei negozi, poiché io
lavoro in una ditta che produce questo tipo di insegne, e che potrebbe avere
una sorta di benefit dalla modifica di un regolamento che di fatto prevede la
sostituzione di alcune aziende, ho chiesto al Segretario Uguccioni questo
conflitto di interessi come potevo gestirlo all’interno dell’Aula. Il
Segretario ha spiegato che è un conflitto indiretto e che non vi è l’obbligo
dell’astensione. Poiché le interpretazioni dei regolamenti e delle leggi sono
estremamente fantasiose, a seconda di che cosa ci interessa fare emergere o
meno, ho scelto di non partecipare alla discussione e alla votazione di questa
delibera.
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