25 agosto 2014

Perchè non vi ribellate?

Questa estate, girovagando tra Croazia e Montenegro siamo capitati in un piccolo campeggio a Banici. Una sera, era già buio, arriva un motociclista inglese. Non mi ricordo il quid che ci ha fatto attaccare bottone, ma ricordo che parlavamo della Kuna e del fatto che si aspettava di trovare gli Euro in Croazia, come noi del resto tanto che il primo giorno abbiamo faticato a prendere un caffè. Stavamo preparando le cena e lo abbiamo invitato. Abbiamo parlato per quasi tre ore, partendo dai viaggio, lui stava attraversando l'Europa, e scambiandoci consigli sugli itinerari, per arrivare alla vita quotidiana. Lui lavora Tripoli, là c'è la guerra civile. Non sa se quando tornerà avrà ancora un lavoro, hanno bombardato le riserve di greggio e non c'è benzina per le auto. L'aeroporto di Tripoli è distrutto ed è dovuto andare a Djerba per prendere l'aereo. Parliamo di Europa, Euro, crisi italiana, della differenza con l'Inghilterra che ha ancora la sua Sterlina, del fatto che eravamo convinti (questo ci avevano raccontato i nostri governanti) che con l'euro sarebbero state rose e fiori per noi italiani e invece così non è stato. Allora mi guarda e mi chiede: "Perchè non vi ribellate?"



Che bella domanda ... potrei rispondergli che ho "provato a ribellarmi" dedicandomi alla politica insieme a tanti altri con un movimento che millantava di essere il cambiamento, ma è andato tutto a rotoli. Opto per una risposta più generica: "Stiamo ancora troppo bene". Gli spiego che c'è fermento e malumore ma il tutto spesso si ferma ad attivismo da tastiera, e quando c'è da fare qualcosa concretamente TV e divano spesso hanno la meglio. E' quasi mezzanotte, è stata una bella serata, molto interessante.

Ho ripensato più volte alla sua domanda, alla risposta che ho dato e alla sensazione che mancava qualcosa in quella risposta, non era solo una questione di benessere. Mi è venuto in mente il periodo in cui raccoglievo le firme per il referendum comunale sui finanziamenti alle scuole materne private paritarie. Una cosa che mi colpì all'epoca furono le reazioni delle persone che si avvicinavano al banchetto. Che si fermassero giovani genitori con figli che rischiavano di rimanere fuori dalla scuola materna era abbastanza scontato. Non lo era invece che venissero gli anziani. Uno potrebbe dire che lo facevano per i nipotini. No, venivano per una questione di principio. I soldi pubblici si usano per la scuola pubblica. Venivano a rivendicare quello che dice 
l’art. 33 della nostra Costituzione, prima che con la legge 62 del 2000 il "buon" D'Alema  attraverso il meccanismo del riconoscimento della parità, ne fosse svuotato di contenuto (l'art. 33). E fin qua tutto bene.

Poi c'erano quelli che si allontanavano "perchè tanto mio figlio è già iscritto alla scuola materna" oppure "tanto me lo tengono i nonni". Il benessere" (non ho questo problema) ha completamente sostituito, annullato, annientato il "principio". Perchè accade questo? Perchè anziani che hanno già vissuto una vita intera si preoccupano di affermare un principio per le generazioni future mentre genitori con i figli per mano si fermano davanti alle loro impellenti necessità e al loro egiosmo? Qui ho capito cosa mancava nella mia risposta, l'ignoranza delle persone. La gente non si ribella perchè non conosce. E se non conosce non capisce. Buona parte del popolo italiano ignora l'educazione civica. Io stessa sono arrivata alla fine del liceo con il libro intonso, c'erano sempre argomenti più importanti. 

Dopo 2000 anni la nostra società è ancora basata sul "panem et circenses" nella sua accezione moderna. "Per estensione, la locuzione è stata poi usata, soprattutto in funzione critica, per definire l'azione politica di singoli o gruppi di potere volta ad attrarre e mantenere il consenso popolare mediante l'organizzazione di attività ludiche collettive, o ancor più specificatamente a distogliere l'attenzione dei cittadini dalla vita politica, in modo da lasciarla alle élite". 

Le persone (non tutte per fortuna) non si ribellano ai finaziamenti alle scuole private perchè non conoscono la storia che ha portato alla scuola pubblica e i successivi passaggi con i quali hanno cambiato questa soria.
Le persone non si ribellano ai governanti che hanno portato loro in questa crisi perchè non conoscono la storia che ci ha fatto entrare in questa crisi.
E per ribellarsi non servono forconi o bombe. Serve la conoscenza.






1 commento :

  1. Ciao Federica, mi piacerebbe parlare con te dell'euro. Non sono convinto che i nostri problemi si risolvano fuori dalla moneta unica.
    Un caro saluto Rino

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