Care
amiche e cari amici,
da
tempo ho deciso di dedicare il mio tempo alla politica per cercare di
migliorare
la nostra città
e incidere sulle scelte che ricadono sulla vita di noi bolognesi. I
grandi cambiamenti sociali ed economici che ci hanno coinvolto hanno
creato grosse difficoltà in diversi ambiti. Penso che sia il compito
della politica, della buona politica, poter creare il
vero cambiamento.
E vi scrivo queste poche righe per spiegarvi come possiamo
farlo, insieme.
Ho
accettato di ricandidarmi. La cosa non era scontata. Ha prevalso
l’idea di dare continuità all’impegno che ho iniziato sette anni
fa, dalla breve era Delbono a oggi.
Ho
accettato nella consapevolezza che ci sia ancora molto
da fare.
Ho la convinzione che sia necessario insistere nello sforzo di
invertire la tendenza al disimpegno, alla delusione,
all’astensionismo, al progressivo allontanamento dalla politica
anche nella nostra città. Il problema più vero è oggi superare e
vincere il diffuso senso
di smarrimento.
Vincere la sensazione che la crisi della politica abbia travolto
tutto e tutti. Credere che un rinnovamento ed una ripartenza qui a
Bologna siano possibili. Credere che i segni di una nuova speranza
siano ancora realizzabili.
Il
mio desiderio più grande è poter riaffermare
che esiste ancora la possibilità di ripartire,
di rinnovare, di cambiare. Questo è il dovere che ci deriva solo dal
fatto di avere un futuro. Dalla esigenza di farlo diventare migliore
per noi, ma soprattutto, essendo madre di tre adolescenti, per i
nostri figli.
E’
nostro dovere fermare la deriva
autodistruttiva che sta deteriorando l’ambiente e le relazioni tra
le persone. Bisogna far capire che in un mondo in cui prevalgono le
polemiche, gli scontri, gli opportunismi, gli scandali è ancora
possibile scegliere
di riedificare.
Bisogna capire e far capire che non basta un po’ di cipria per
nascondere le rughe.
Mi
rendo conto che è come proporre una politica di pace in tempo di
guerra, ma non
ci sono alternative all’impegno diretto e personale.
Bisogna rendersi conto che subendo percorsi non partecipativi, senza
possibilità di confronto e critica e dal coinvolgimento attivo delle
persone, si firmano pericolose cambiali in bianco. Bisogna armarsi
della consapevolezza che è
possibile ricostruire
anche
con una politica mite, fatta fuori dal clamore e dal rumore della
polemica.
Una politica fatta di gesti semplici e di buon senso. Fatta di
rispetto, ma anche di decisioni convinte. Fatta di futuro per tutti e
non solo per pochi privilegiati.
In
questi anni mi sono occupata di mobilità esprimendomi in maniera
contraria alla realizzazione del Passante
Autostradale Nord e del People
Mover e favorevole
all’implementazione del trasporto
pubblico e della mobilità
ciclabile. Ho cercato di
riportare sotto i riflettori grandi temi
ambientali, dall’amianto ai
rifiuti tossici, al consumo del suolo. Ho portato avanti battaglie
per la prevenzione delle
ludopatie sia a livello locale
che in collaborazione con alcuni parlamentari. Ho sostenuto i
referendum sull’acqua pubblica
e sulla scuola pubblica
e appoggiato la campagna “L’Italia
sono anch’io” e lo ius
soli.
Forse
faccio un peccato di presunzione, ma è quello che, fuori dal clamore
e dalle inutili polemiche, ho tentato di fare in questi anni
di impegno per Bologna
e non solo. E’ quello che desidero ripropormi e riproporvi:
lavorare per migliorare
le relazioni,
per qualificare le politiche ambientali, per allargare
i diritti civili,
per favorire una cittadinanza
attiva.
E’ quello che ho tentato di fare costantemente, senza urlare, ma
con decisione. E’ quello che mi ripropongo, se sarò eletta, nei
prossimi cinque.
Mi
rivolgo
a
voi, che mi conoscete
e avete avuto modo di misurarmi e apprezzarmi per quello che sono
stata in grado di fare. E proprio a voi chiedo non solo il sostegno
ma anche di costruire
un rete che includa oltre noi anche coloro che possono abbracciare
questo percorso.
Coloro che oggi magari non vorrebbero più votare. A voi come a loro
voglio ricordare che l’astensionismo
è accettazione passiva di ciò che decidono gli altri ed è
rinunciare ad incidere sul nostro futuro!
Non
chiedo, infine, un consenso
su dei programmi pieni di promesse mirabolanti. Sarebbe troppo
elettoralistico. Lo chiedo su
quello che silenziosamente,
quasi con umiltà, ho
dimostrato di saper fare nel recente passato,
incidendo sugli orientamenti dell’amministrazione locale. Chiedo
solo di poter diventare un segno di speranza, un segno di quel
rinnovamento della politica che ci è tanto necessario. Quel
rinnovamento che, ormai, è diventato indispensabile.
Il
programma che
abbiamo studiato con Federico
Martelloni
e tutti gli amici di Coalizione
Civica
per
Bologna
riguarda il nostro futuro. Mi auguro che anche tu possa abbracciarlo
con lo stesso entusiasmo con cui lo abbiamo ideato. Il primo modo per
aiutarci e sostenermi è inoltrare queste poche righe – se ti senti
di farlo e ne condividi
il pensiero
– a
tutti i tuoi contatti:
torna a votare, #TornaBologna!
Federica
Salsi
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