Re: Passante Nord
CONSUMO DI SUOLO. TRA IL DIRE E IL FARE. (di Andrea De Pasquale – PD di
Bologna)
I tema del consumo di suolo si sta imponendo alla coscienza collettiva, facendo breccia addirittura
nel governo, che certo non spicca per sensibilità ambientale.
I dati infatti parlano fin troppo chiaro. In Italia 10 mq di suolo vengono ricoperti di cemento ogni
secondo, il che equivale a 86 ettari al giorno, pari a 160 campi da calcio (fonte: Istituto Superiore
per la Ricerca Ambientale). Tra il 1995 e il 2009 (in 15 anni) i Comuni italiani hanno rilasciato
permessi di costruire per 3,8 miliardi di metri cubi. In questo modo in 40 anni (dal 1972 ad oggi)
ci siamo mangiati, in Italia, un territorio pari alla somma di Lombardia, Emilia Romagna e Liguria.
L'Italia, con il 7,3 di percentuale di territorio costruita, è seconda in Europa solo al Benelux
(Olanda, 13,2 %; Belgio, 9,8%; Lussemburgo, 7,4 %: paesi notoriamente piccoli e ad alta densità
abitativa). Tutti gli altri Stati europei (Germania, Francia, Gran Bretagna, la stessa Danimarca) sono
dietro con percentuali inferiori al 7 o anche al 6 % (fonte: Eurostat).
Come non felicitarsi allora leggendo le dichiarazioni del vicepresidente della Provincia, Giacomo
Venturi, che lo scorso 28 settembre diceva: "Basta coi nuovi centri commerciali, azzeriamo tutto il
Piano del Commercio e ridiamo spazio all'agricoltura"? (Dichiarazioni riportate dall'agenzia DIRE
il 28 settembre e riprese il giorno dopo da Repubblica Bologna).
Tuttavia, da una ricerca su documenti on line, mi risultano dati di tutt'altro tenore, che portano a
concludere come la stessa Provincia di Bologna, negli ultimi 6 mesi, abbia autorizzato decine di
migliaia di metri quadri di edificazione, anche commerciale, in aggiunta ai volumi pianificati, e stia
dando parere favorevole ad operazioni di ulteriore cementificazione. Anche qui, facciamo alcuni
esempi.
Primo esempio. Tra i Comuni di Casalecchio e Sasso Marconi è stata avallata dalla Provincia
un'operazione di recupero dell'area industriale dismessa Alfa Wassermann, di circa 6.000 mq.
Tuttavia l'intervento, denominato "Art Science Center", non copre semplicemente i 6.000 mq dell'ex
fabbrica, ma ben 38.000 mq (oltre 6 volte tanto), e tutta l'eccedenza è su terreno vergine, che né la
pianificazione provinciale (PTCP), né quella comunale, avevano destinato ad edificazione. Dentro
i 32.000 mq aggiuntivi (equivalenti ad oltre 6 campi da calcio, per intenderci) ci sono 14.000 mq di
residenziale (vuol dire circa 200 appartamenti), 7.000 di commerciale, 6.000 di direzionale, 5.000 di
alberghiero.
Secondo esempio. Presso il casello autostradale di Imola, in un'area dove erano già previsti 75.000
mq di nuove superfici edificate, sfruttando l'occasione di una variante ad oggetto ambientale (i
torrenti Samoggia e Senio) è stata inserita in Provincia, con una postilla dell'ultimo minuto, una
variante per altri 26.000 mq, sempre su terreno vergine. Ne parlò il Corriere di Bologna con un
articolo così titolato: "Blitz politico-urbanistico per aiutare la coop Cesi: spunta un supermercato"
(22 ottobre 2011, mai smentito). La variante è stata approvata l'estate scorsa dalla Provincia. Una
porzione di territorio pari a 5 campi da calcio verrà quindi sottratta all'agricoltura e cementificata.
Terzo esempio. Al casello autostradale di Castel san Pietro, dove esiste già un Polo funzionale
molto esteso a nord dell'autostrada (quello del Castelguelfo Outlet, per intenderci: guardatelo su
Google Maps, è grande quanto l'abitato di Castel san Pietro...), e dove la pianificazione provinciale
prevedeva proprio l'autostrada come limite fisico all'espansione di quell'insediamento, la ditta
Forem (proprietaria del marchio Decathlon) ha chiesto di costruire un nuovo centro commerciale da
20.000 mq su terreno agricolo, a sud dell'autostrada. Questa proposta in soli 6 giorni (sei giorni!) è
stata accolta da una delibera comunale, passando in meno di una settimana da "desiderio privato"
a "opera di pubblico interesse". Se Decathlon, il Comune di Castello e il circondario imolese sono
interessati ad estendere l'area del Polo funzionale oltre il limite dell'autostrada (purtroppo, finché
vige questa normativa, un comune in affanno finanziario tende ad usare il territorio come fonte
di introito, ahimè anche per le spese correnti), esiste però una istituzione che deve esprimersi, e
questa istituzione si chiama Provincia. Che posizione ha assunto? Quella di srotolare il tappeto
rosso davanti alla domanda di cementificazione. In questo modo, un appetito privato e un interesse
particolare è diventato normativa urbanistica, senza tanti scrupoli riguardo il consumo di terreno
vergine.
Solo con questi 3 esempi mi pare che siamo oltre i 70.000 mq di nuova edificazione, eccedente
(ovvero in aggiunta) rispetto ai volumi già pianificati. Con che faccia si può vantare, davanti a
questi numeri, di voler fermare il consumo di suolo e ridimensionare il Piano del Commercio?
E questo per il recente passato. Al presente, la Provincia sta sponsorizzando il nuovo centro
sportivo del Bologna Calcio: 220.000 mq (22 ettari!) nella campagna di Granarolo (su proprietà di
soci del Bologna, guarda caso...), dove il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale)
prevedeva il mantenimento dell'uso agricolo, e dove invece il protocollo di intesa appena firmato
dalla Provincia concede un indice di edificabilità dello 0,16 che, moltiplicato per l'estensione
territoriale, fa oltre 35.000 mq di superficie utile (leggi: pavimento). Una quantità impressionante,
equivalente a 500 appartamenti oppure a 7 campi da calcio di superficie cementificata, tutta su
terreno vergine, appunto, e fuori da ogni pianificazione.
In aggiunta a questi 35.000 mq, si prevedono 11 campi da calcio (questa volta veri, non come
misura di estensione), ma non in erba, bensì in sintetico (e si capisce, dato i diversi costi di
manutenzione): peccato che un campo sintetico abbia la stessa permeabilità dell'asfalto.
Alla luce di quanto sta accadendo, suscita tenerezza (per non dire altro) l'affermazione di Venturi
che, per rispondere alle diffuse critiche su questa operazione, ha dichiarato pochi giorni fa di "avere
blindato le aree intorno al centro sportivo: nessuno potrà costruirvi villette ed alberghi per
sfruttare la vicinanza con la cittadella rossoblù". Vedi articolo completo su Repubblica Bologna:
http://bologna.repubblica.it/sport/2012/10/31/news/
juventus_e_centro_tecnico_la_doppia_sfida_del_bologna-45606396/
Scusa, Giacomo, ma il suolo su cui intendi far costruisce il nuovo centro del Bologna FC non è
anch'esso già agricolo e già vincolato? E fino a ieri, non era anch'esso "blindato" dal PTCP? E non
è forse bastato un semplice Accordo di Programma con la tua firma per far saltare la destinazione
agricola e aprire la strada alle ruspe e al cemento, in spregio alla tutela del territorio vergine? Che
valore può mai avere allora una teorica "blindatura" delle aree circostanti (alcune di proprietà dello
stesso presidente del Bologna FC)?
Sono domande che ho già fatto in sede di partito, ma a cui non mi è mai arrivata risposta.
Bologna)
I tema del consumo di suolo si sta imponendo alla coscienza collettiva, facendo breccia addirittura
nel governo, che certo non spicca per sensibilità ambientale.
I dati infatti parlano fin troppo chiaro. In Italia 10 mq di suolo vengono ricoperti di cemento ogni
secondo, il che equivale a 86 ettari al giorno, pari a 160 campi da calcio (fonte: Istituto Superiore
per la Ricerca Ambientale). Tra il 1995 e il 2009 (in 15 anni) i Comuni italiani hanno rilasciato
permessi di costruire per 3,8 miliardi di metri cubi. In questo modo in 40 anni (dal 1972 ad oggi)
ci siamo mangiati, in Italia, un territorio pari alla somma di Lombardia, Emilia Romagna e Liguria.
L'Italia, con il 7,3 di percentuale di territorio costruita, è seconda in Europa solo al Benelux
(Olanda, 13,2 %; Belgio, 9,8%; Lussemburgo, 7,4 %: paesi notoriamente piccoli e ad alta densità
abitativa). Tutti gli altri Stati europei (Germania, Francia, Gran Bretagna, la stessa Danimarca) sono
dietro con percentuali inferiori al 7 o anche al 6 % (fonte: Eurostat).
Come non felicitarsi allora leggendo le dichiarazioni del vicepresidente della Provincia, Giacomo
Venturi, che lo scorso 28 settembre diceva: "Basta coi nuovi centri commerciali, azzeriamo tutto il
Piano del Commercio e ridiamo spazio all'agricoltura"? (Dichiarazioni riportate dall'agenzia DIRE
il 28 settembre e riprese il giorno dopo da Repubblica Bologna).
Tuttavia, da una ricerca su documenti on line, mi risultano dati di tutt'altro tenore, che portano a
concludere come la stessa Provincia di Bologna, negli ultimi 6 mesi, abbia autorizzato decine di
migliaia di metri quadri di edificazione, anche commerciale, in aggiunta ai volumi pianificati, e stia
dando parere favorevole ad operazioni di ulteriore cementificazione. Anche qui, facciamo alcuni
esempi.
Primo esempio. Tra i Comuni di Casalecchio e Sasso Marconi è stata avallata dalla Provincia
un'operazione di recupero dell'area industriale dismessa Alfa Wassermann, di circa 6.000 mq.
Tuttavia l'intervento, denominato "Art Science Center", non copre semplicemente i 6.000 mq dell'ex
fabbrica, ma ben 38.000 mq (oltre 6 volte tanto), e tutta l'eccedenza è su terreno vergine, che né la
pianificazione provinciale (PTCP), né quella comunale, avevano destinato ad edificazione. Dentro
i 32.000 mq aggiuntivi (equivalenti ad oltre 6 campi da calcio, per intenderci) ci sono 14.000 mq di
residenziale (vuol dire circa 200 appartamenti), 7.000 di commerciale, 6.000 di direzionale, 5.000 di
alberghiero.
Secondo esempio. Presso il casello autostradale di Imola, in un'area dove erano già previsti 75.000
mq di nuove superfici edificate, sfruttando l'occasione di una variante ad oggetto ambientale (i
torrenti Samoggia e Senio) è stata inserita in Provincia, con una postilla dell'ultimo minuto, una
variante per altri 26.000 mq, sempre su terreno vergine. Ne parlò il Corriere di Bologna con un
articolo così titolato: "Blitz politico-urbanistico per aiutare la coop Cesi: spunta un supermercato"
(22 ottobre 2011, mai smentito). La variante è stata approvata l'estate scorsa dalla Provincia. Una
porzione di territorio pari a 5 campi da calcio verrà quindi sottratta all'agricoltura e cementificata.
Terzo esempio. Al casello autostradale di Castel san Pietro, dove esiste già un Polo funzionale
molto esteso a nord dell'autostrada (quello del Castelguelfo Outlet, per intenderci: guardatelo su
Google Maps, è grande quanto l'abitato di Castel san Pietro...), e dove la pianificazione provinciale
prevedeva proprio l'autostrada come limite fisico all'espansione di quell'insediamento, la ditta
Forem (proprietaria del marchio Decathlon) ha chiesto di costruire un nuovo centro commerciale da
20.000 mq su terreno agricolo, a sud dell'autostrada. Questa proposta in soli 6 giorni (sei giorni!) è
stata accolta da una delibera comunale, passando in meno di una settimana da "desiderio privato"
a "opera di pubblico interesse". Se Decathlon, il Comune di Castello e il circondario imolese sono
interessati ad estendere l'area del Polo funzionale oltre il limite dell'autostrada (purtroppo, finché
vige questa normativa, un comune in affanno finanziario tende ad usare il territorio come fonte
di introito, ahimè anche per le spese correnti), esiste però una istituzione che deve esprimersi, e
questa istituzione si chiama Provincia. Che posizione ha assunto? Quella di srotolare il tappeto
rosso davanti alla domanda di cementificazione. In questo modo, un appetito privato e un interesse
particolare è diventato normativa urbanistica, senza tanti scrupoli riguardo il consumo di terreno
vergine.
Solo con questi 3 esempi mi pare che siamo oltre i 70.000 mq di nuova edificazione, eccedente
(ovvero in aggiunta) rispetto ai volumi già pianificati. Con che faccia si può vantare, davanti a
questi numeri, di voler fermare il consumo di suolo e ridimensionare il Piano del Commercio?
E questo per il recente passato. Al presente, la Provincia sta sponsorizzando il nuovo centro
sportivo del Bologna Calcio: 220.000 mq (22 ettari!) nella campagna di Granarolo (su proprietà di
soci del Bologna, guarda caso...), dove il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale)
prevedeva il mantenimento dell'uso agricolo, e dove invece il protocollo di intesa appena firmato
dalla Provincia concede un indice di edificabilità dello 0,16 che, moltiplicato per l'estensione
territoriale, fa oltre 35.000 mq di superficie utile (leggi: pavimento). Una quantità impressionante,
equivalente a 500 appartamenti oppure a 7 campi da calcio di superficie cementificata, tutta su
terreno vergine, appunto, e fuori da ogni pianificazione.
In aggiunta a questi 35.000 mq, si prevedono 11 campi da calcio (questa volta veri, non come
misura di estensione), ma non in erba, bensì in sintetico (e si capisce, dato i diversi costi di
manutenzione): peccato che un campo sintetico abbia la stessa permeabilità dell'asfalto.
Alla luce di quanto sta accadendo, suscita tenerezza (per non dire altro) l'affermazione di Venturi
che, per rispondere alle diffuse critiche su questa operazione, ha dichiarato pochi giorni fa di "avere
blindato le aree intorno al centro sportivo: nessuno potrà costruirvi villette ed alberghi per
sfruttare la vicinanza con la cittadella rossoblù". Vedi articolo completo su Repubblica Bologna:
http://bologna.repubblica.it/sport/2012/10/31/news/
juventus_e_centro_tecnico_la_doppia_sfida_del_bologna-45606396/
Scusa, Giacomo, ma il suolo su cui intendi far costruisce il nuovo centro del Bologna FC non è
anch'esso già agricolo e già vincolato? E fino a ieri, non era anch'esso "blindato" dal PTCP? E non
è forse bastato un semplice Accordo di Programma con la tua firma per far saltare la destinazione
agricola e aprire la strada alle ruspe e al cemento, in spregio alla tutela del territorio vergine? Che
valore può mai avere allora una teorica "blindatura" delle aree circostanti (alcune di proprietà dello
stesso presidente del Bologna FC)?
Sono domande che ho già fatto in sede di partito, ma a cui non mi è mai arrivata risposta.
“La gente non beve la sabbia perché è assetata. La gente beve la sabbia perché non conosce la differenza!”
Federica Salsi- Messaggi: 1023
- Iscritto il: 16/11/2009, 20:07
Re: Passante Nord
COMUNE DI BOLOGNA
Commissione consiliare Mobilità, Infrastrutture e Lavori Pubblici
PG. n. 270450 / 2012
Bologna, lì 16.11.2012
Ai Componenti della Commissione Consiliare 'Mobilità Infrastrutture e Lavori Pubblici'
Alla Presidente del Consiglio Comunale Simona Lembi
Alla Vice Presidente del Consiglio Comunale Paola Francesca Scarano
Al Signor Sindaco del Comune di Bologna Virginio Merola
Alla Vice Sindaco del Comune di Bologna Silvia Giannini
Ai Presidenti dei Gruppi Consiliari
Ai Presidenti delle Commissioni Consiliari
Ai Presidenti dei Consigli di Quartiere
Al Segretario Generale Luca Uguccioni
Al Direttore del Settore Segreteria Generale Lara Bonfiglioli
Alla Presidente della Consulta per il superamento dell'Handicap Giovanna Guerriero
Alla Presidente della Consulta per la lotta all'esclusione sociale Anna Maria Nasi
Al Presidente della Consulta della Famiglia Fulvio Ramponi
All'Assessore Alla Mobilità Andrea Colombo
Alla 4 Commissione Consiliare della Provincia di Bologna Presidente Massimo Gnudi
Consiglieri componenti
Alla 7 Commissione Consiliare della Provincia di Bologna Presidente Maria Grazia Baruffaldi
Consiglieri Componenti
e per conoscenza
Al Direttore Generale Giacomo Capuzzimati
Al Vice Segretario Generale
.
Al Direttore del Settore Staff del Consiglio Comunale Maria Pia Trevisani
Alle Segreterie dei Gruppi Consiliari
Al Difensore Civico Vanna Minardi
Al Garante per i diritti delle persone private della libertà personale Elisabetta Laganà
Al Settore Avvocatura
All'Ufficio Stampa
La commissione consiliareMobilità, Infrastrutture e Lavori Pubblici
è convocata per il giorno
MARTEDI' 20 NOVEMBRE 2012
alle ore 15,00
presso la Sala del Consiglio Provinciale - Via Zamboni 13 - Bologna
Con il seguente ordine del giorno:
In congiunta con le Commissioni 4 e 7 della Provincia di Bologna:
1. UDIENZA CONOSCITIVA RELATIVA AL PASSANTE NORD: STATO DELLA ELABORAZIONE DELLE VALUTAZIONI DEGLI ENTI IN MERITO ALLO STUDIO DI FATTIBILITA' DA SOCIETA' AUTOSTRADE. (SI ALLEGA)
2. Varie ed eventuali.
Cordiali saluti
F.to Il Presidente
della Commissione Consiliare
'Mobilità Infrastrutture e Lavori Pubblici'
Francesco Critelli
Palazzo d'Accursio - Piazza Maggiore n.6 - 40121 Bologna
Tel. segreteria 051-2193013
CommCons04@comune.bologna.it
Commissione consiliare Mobilità, Infrastrutture e Lavori Pubblici
PG. n. 270450 / 2012
Bologna, lì 16.11.2012
Ai Componenti della Commissione Consiliare 'Mobilità Infrastrutture e Lavori Pubblici'
Alla Presidente del Consiglio Comunale Simona Lembi
Alla Vice Presidente del Consiglio Comunale Paola Francesca Scarano
Al Signor Sindaco del Comune di Bologna Virginio Merola
Alla Vice Sindaco del Comune di Bologna Silvia Giannini
Ai Presidenti dei Gruppi Consiliari
Ai Presidenti delle Commissioni Consiliari
Ai Presidenti dei Consigli di Quartiere
Al Segretario Generale Luca Uguccioni
Al Direttore del Settore Segreteria Generale Lara Bonfiglioli
Alla Presidente della Consulta per il superamento dell'Handicap Giovanna Guerriero
Alla Presidente della Consulta per la lotta all'esclusione sociale Anna Maria Nasi
Al Presidente della Consulta della Famiglia Fulvio Ramponi
All'Assessore Alla Mobilità Andrea Colombo
Alla 4 Commissione Consiliare della Provincia di Bologna Presidente Massimo Gnudi
Consiglieri componenti
Alla 7 Commissione Consiliare della Provincia di Bologna Presidente Maria Grazia Baruffaldi
Consiglieri Componenti
e per conoscenza
Al Direttore Generale Giacomo Capuzzimati
Al Vice Segretario Generale
.
Al Direttore del Settore Staff del Consiglio Comunale Maria Pia Trevisani
Alle Segreterie dei Gruppi Consiliari
Al Difensore Civico Vanna Minardi
Al Garante per i diritti delle persone private della libertà personale Elisabetta Laganà
Al Settore Avvocatura
All'Ufficio Stampa
La commissione consiliareMobilità, Infrastrutture e Lavori Pubblici
è convocata per il giorno
MARTEDI' 20 NOVEMBRE 2012
alle ore 15,00
presso la Sala del Consiglio Provinciale - Via Zamboni 13 - Bologna
Con il seguente ordine del giorno:
In congiunta con le Commissioni 4 e 7 della Provincia di Bologna:
1. UDIENZA CONOSCITIVA RELATIVA AL PASSANTE NORD: STATO DELLA ELABORAZIONE DELLE VALUTAZIONI DEGLI ENTI IN MERITO ALLO STUDIO DI FATTIBILITA' DA SOCIETA' AUTOSTRADE. (SI ALLEGA)
2. Varie ed eventuali.
Cordiali saluti
F.to Il Presidente
della Commissione Consiliare
'Mobilità Infrastrutture e Lavori Pubblici'
Francesco Critelli
Palazzo d'Accursio - Piazza Maggiore n.6 - 40121 Bologna
Tel. segreteria 051-2193013
CommCons04@comune.bologna.it
“La gente non beve la sabbia perché è assetata. La gente beve la sabbia perché non conosce la differenza!”
Federica Salsi- Messaggi: 1023
- Iscritto il: 16/11/2009, 20:07
Re: Passante Nord
dal comitato
PASSANTE NORD
CARI SINDACI, MALGRADO I VOSTRI PROCLAMI SONO “PASSATI SUI VOSTRI CADAVERI”, E
ADESSO STANNO PER INGRANARE ANCHE LA RETROMARCIA!
Venturi: tavolo per la controproposta al “Passantino” concluso, siamo pronti per andare a
trattare con Autostrade.
Ma quale sarà il percorso? Mistero. Si mormora però che tutti i paletti irrinunciabili posti dai
Sindaci siano stati rigettati. Dalle due corsie anziché tre per il Passantino al mantenimento
dell’autostrada al centro dell’asse Tangenziale con un pasticcio di by-pass spacciato
per “banalizzazione”.
..e il cammino di questa infrastruttura prosegue, sempre in sfregio a qualsiasi regola sulla
trasparenza.
Una veloce ricostruzione. Provincia, Regione e Comune di Bologna, prevedendo un aumento
esponenziale del traffico che avrebbe reso insostenibile la situazione, già molto critica, del nodo
bolognese si erano prefissi due obiettivi:
•
Allontanamento del traffico di passaggio da Bologna
Riduzione dell’inquinamento
•
Dopo un percorso che è difficile definire partecipato, era stata scelta e inserita negli strumenti
urbanistici dei Comuni interessati una soluzione: il Passante Nord. Questa infrastruttura doveva
rispondere a requisiti tecnici/costruttivi irrinunciabili, quali:
1. Autostrada di 3 corsie per senso di marcia e relative corsie di emergenza
2. Eliminazione del tratto dell’autostrada A14 al centro dell’asse Tangenziale, rendendo
disponibili tutte le corsie (5) per il traffico “normale” (banalizzazione)
3. Tratto di autostrada A13 Arcoveggio - Interporto libero da pedaggio.
4. Importanti opere di mitigazione lungo il percorso.
Questo è lo scenario, che può essere più o meno condiviso, ma è presente sul tavolo.
Tutti i Sindaci, appresa e valutata la proposta di Passantino (Passante Corto) presentata da
Autostrade, condivisa nel corridoio di tracciato da Regione, Provincia e Comune di Bologna,
hanno provveduto a rifiutare, in molti casi facendo votare delibere specifiche.
Nuovo, allarmante colpo di teatro: La Provincia dichiara di aver raggiunto un nuovo accordo con i
Sindaci per un qualcosa di diverso dal Passante Nord in termini sostanziali, che però non vengono
resi noti ed a stento qualche indiscrezione trapela qua e là sulla stampa.
Il Comitato non ci sta a questi nuovi giochetti e chiede ai Sindaci di uscire allo scoperto,
confermare quale tipo di Passante abbiano accettato, se in qualche modo hanno tradito le
loro dichiarazioni all’indomani della presentazione del Passantino. Le comunità tutte devono
conoscere la verità, per arrivare, in caso di accordi al ribasso, a chiederne conto nei rispettivi
Consigli.
Tre i punti fondamentali del ragionamento:
1. L’aumento del traffico alla base della scelta del Passante Nord non si è verificato, anzi
oggi è inferiore al 2003 e tende a scendere ( numeri di Autostrade).
2. Il disegno urbanistico sottointeso al Passante Nord, quello della grande Bologna, città
vasta ha perso ogni connotato di attualità.
3. Il consumo di territorio agricolo pregiato per realizzare quest’opera rappresenta oggi un
costo inaccettabile, è un concetto di sviluppo superato.
Di che cosa si discuterà con Autostrade e ANAS? Proviamo a mettere in fila alcune illazioni sul
tracciato definitivo del Passantino, compatibili con le dichiarazioni del finanziatore privato, con
la posizione della UE e con l’intenzione della Provincia di portare a casa a tutti i costi un risultato
prima della sua abolizione:
2 sole corsie, magari solo l’esproprio prevederà una terza corsia
•
•
Niente banalizzazione del tratto A 14 Bolognese, solo miglioramento nel numero delle
interconnessioni ( forse quattro al posto delle 2)
Non si parla di mettere a tangenziale il tratto Arcoveggio /Interporto della A13
•
•
Tracciato più corto di 2 km che andrebbe a fiancheggiare la Trasversale per poi svoltare a
fianco della Lungosavena da Granarolo a Castenaso.
Sarebbe una posizione indifendibile, una virata di 180 gradi da parte dei Sindaci rispetto alle
posizioni ribadite nei Consigli, una svendita, oltretutto priva a ns avviso della delega necessaria
da parte dei Consigli Comunali.
Mancano le condizioni di criticità che avevano originato il disegno del Passante Nord, si può
risolvere in buona parte con le opere incomplete che possono essere realizzate a costo molto
inferiore, anche con la collaborazione di Autostrade, ed una proposta di potenziamento in Sede
molto migliore, presentata dal Comitato e validata tecnicamente dal Convegno universitario alla
Facoltà di ingegneria del dicembre 2004.
Non solo, la futura Cispadana, già deliberata e prossima al cantieramento è già in concorrenza di
traffico con il futuro Passante Nord che a questo punto non si giustifica assolutamente.
Una devastazione territoriale di agricoltura di pregio, il paradosso che questa arteria sarebbe
per buona parte a fianco della Trasversale di pianura, a fianco della Lungosavena ed andrebbe
a rendere totalmente inutile la nuova San Carlo (arteria che collega uscita Castel San Pietro e la
trasversale) che a sua volta ha tagliato le migliori Unità Poderali della zona. (Una follia!)
Da parte del Comitato non verrà lasciata nessuna legittima iniziativa per bloccare questo
scempio di territorio e di denaro, impropriamente conclamato a favore della ripresa economica;
ma di chi?.
Gianni Galli e Severino Ghini
Li 18 novembre 2012
PASSANTE NORD
CARI SINDACI, MALGRADO I VOSTRI PROCLAMI SONO “PASSATI SUI VOSTRI CADAVERI”, E
ADESSO STANNO PER INGRANARE ANCHE LA RETROMARCIA!
Venturi: tavolo per la controproposta al “Passantino” concluso, siamo pronti per andare a
trattare con Autostrade.
Ma quale sarà il percorso? Mistero. Si mormora però che tutti i paletti irrinunciabili posti dai
Sindaci siano stati rigettati. Dalle due corsie anziché tre per il Passantino al mantenimento
dell’autostrada al centro dell’asse Tangenziale con un pasticcio di by-pass spacciato
per “banalizzazione”.
..e il cammino di questa infrastruttura prosegue, sempre in sfregio a qualsiasi regola sulla
trasparenza.
Una veloce ricostruzione. Provincia, Regione e Comune di Bologna, prevedendo un aumento
esponenziale del traffico che avrebbe reso insostenibile la situazione, già molto critica, del nodo
bolognese si erano prefissi due obiettivi:
•
Allontanamento del traffico di passaggio da Bologna
Riduzione dell’inquinamento
•
Dopo un percorso che è difficile definire partecipato, era stata scelta e inserita negli strumenti
urbanistici dei Comuni interessati una soluzione: il Passante Nord. Questa infrastruttura doveva
rispondere a requisiti tecnici/costruttivi irrinunciabili, quali:
1. Autostrada di 3 corsie per senso di marcia e relative corsie di emergenza
2. Eliminazione del tratto dell’autostrada A14 al centro dell’asse Tangenziale, rendendo
disponibili tutte le corsie (5) per il traffico “normale” (banalizzazione)
3. Tratto di autostrada A13 Arcoveggio - Interporto libero da pedaggio.
4. Importanti opere di mitigazione lungo il percorso.
Questo è lo scenario, che può essere più o meno condiviso, ma è presente sul tavolo.
Tutti i Sindaci, appresa e valutata la proposta di Passantino (Passante Corto) presentata da
Autostrade, condivisa nel corridoio di tracciato da Regione, Provincia e Comune di Bologna,
hanno provveduto a rifiutare, in molti casi facendo votare delibere specifiche.
Nuovo, allarmante colpo di teatro: La Provincia dichiara di aver raggiunto un nuovo accordo con i
Sindaci per un qualcosa di diverso dal Passante Nord in termini sostanziali, che però non vengono
resi noti ed a stento qualche indiscrezione trapela qua e là sulla stampa.
Il Comitato non ci sta a questi nuovi giochetti e chiede ai Sindaci di uscire allo scoperto,
confermare quale tipo di Passante abbiano accettato, se in qualche modo hanno tradito le
loro dichiarazioni all’indomani della presentazione del Passantino. Le comunità tutte devono
conoscere la verità, per arrivare, in caso di accordi al ribasso, a chiederne conto nei rispettivi
Consigli.
Tre i punti fondamentali del ragionamento:
1. L’aumento del traffico alla base della scelta del Passante Nord non si è verificato, anzi
oggi è inferiore al 2003 e tende a scendere ( numeri di Autostrade).
2. Il disegno urbanistico sottointeso al Passante Nord, quello della grande Bologna, città
vasta ha perso ogni connotato di attualità.
3. Il consumo di territorio agricolo pregiato per realizzare quest’opera rappresenta oggi un
costo inaccettabile, è un concetto di sviluppo superato.
Di che cosa si discuterà con Autostrade e ANAS? Proviamo a mettere in fila alcune illazioni sul
tracciato definitivo del Passantino, compatibili con le dichiarazioni del finanziatore privato, con
la posizione della UE e con l’intenzione della Provincia di portare a casa a tutti i costi un risultato
prima della sua abolizione:
2 sole corsie, magari solo l’esproprio prevederà una terza corsia
•
•
Niente banalizzazione del tratto A 14 Bolognese, solo miglioramento nel numero delle
interconnessioni ( forse quattro al posto delle 2)
Non si parla di mettere a tangenziale il tratto Arcoveggio /Interporto della A13
•
•
Tracciato più corto di 2 km che andrebbe a fiancheggiare la Trasversale per poi svoltare a
fianco della Lungosavena da Granarolo a Castenaso.
Sarebbe una posizione indifendibile, una virata di 180 gradi da parte dei Sindaci rispetto alle
posizioni ribadite nei Consigli, una svendita, oltretutto priva a ns avviso della delega necessaria
da parte dei Consigli Comunali.
Mancano le condizioni di criticità che avevano originato il disegno del Passante Nord, si può
risolvere in buona parte con le opere incomplete che possono essere realizzate a costo molto
inferiore, anche con la collaborazione di Autostrade, ed una proposta di potenziamento in Sede
molto migliore, presentata dal Comitato e validata tecnicamente dal Convegno universitario alla
Facoltà di ingegneria del dicembre 2004.
Non solo, la futura Cispadana, già deliberata e prossima al cantieramento è già in concorrenza di
traffico con il futuro Passante Nord che a questo punto non si giustifica assolutamente.
Una devastazione territoriale di agricoltura di pregio, il paradosso che questa arteria sarebbe
per buona parte a fianco della Trasversale di pianura, a fianco della Lungosavena ed andrebbe
a rendere totalmente inutile la nuova San Carlo (arteria che collega uscita Castel San Pietro e la
trasversale) che a sua volta ha tagliato le migliori Unità Poderali della zona. (Una follia!)
Da parte del Comitato non verrà lasciata nessuna legittima iniziativa per bloccare questo
scempio di territorio e di denaro, impropriamente conclamato a favore della ripresa economica;
ma di chi?.
Gianni Galli e Severino Ghini
Li 18 novembre 2012
“La gente non beve la sabbia perché è assetata. La gente beve la sabbia perché non conosce la differenza!”
Federica Salsi- Messaggi: 1023
- Iscritto il: 16/11/2009, 20:07
Re: Passante Nord
comunicato stampa del comitato
Passante Nord- seduta congiunta delle Commissioni interessate di Comune e Provincia di Bologna - presenti alcuni
Sindaci, assente l’assessore Regionale Peri trattenuto da altri impegni.
Comunicato stampa del Comitato per l’alternativa al Passante Nord li 20 novembre 2012
Sindaci – la sindrome “NIMBY”-
Quanto successo nella seduta delle commissioni consiliari del Comune di Bologna e Provincia ha raggiunto il
paradosso; quella che doveva essere una messa in chiaro delle condizioni irrinunciabili richieste dai Sindaci per un loro
avvallo alla controproposta da presentare ad Autostrade, è diventata una sceneggiata che ha messo in luce aspetti inediti
ed inquietanti al tempo stesso.
L’aspetto inedito è sicuramente una sorta di “comitato NIMBY” dei Sindaci che, pur di allontanare il Passante dai loro
territori, hanno rinunciato alla quasi totalità delle condizioni che fino a qualche giorno prima erano irrinunciabili per la
realizzazione dell’infrastruttura “Passante Nord”. Nelle dichiarazioni di consenso alla controproposta che la Provincia
presenterà ad Autostrade pronunciate da alcuni dei Sindaci presenti, si è avverata la nostra previsione peggiore: un
consenso talmente al ribasso da poter essere considerato una svendita dei loro territori, una virata di 180°, a ns avviso,
non sostenibile neppure nei confronti dei loro Consigli Comunali.
Dai proclami sbandierati fino a ieri del tipo: vogliamo tre corsie e la banalizzazione della Tangenziale o passeranno sui
nostri cadaveri, oggi si passa a toni completamente diversi.
Ma sì, in fondo il Passante ci va bene anche a due corsie, per una terza (in futuro?) basta l’esproprio. La banalizzazione
non è più vincolante, ci accontentiamo di qualche by-pass in più (corsie di scambio al centro della tangenziale). Il
pedaggiamento e l’eventuale onere per i Bolognesi va bene anche se lo spiegherete in seguito. Gli approfondimenti
ulteriori sui dati di traffico?.. ci accontentiamo di una disponibilità a realizzarli da parte di Autostrade! Il tratto di A13
Bologna-Interporto che doveva essere gratuito sarà a pedaggio? Nessun problema!
Sorprendente, infine, l’assenza del Sindaco di Castenaso, che sembrava uno dei più interessati e nel cui territorio
impattano i maggiori cambiamenti del PSC.
Nessuna presa d’atto della mutata realtà odierna (prevedibile, e da alcuni prevista, fin dal 2003):
• La diminuzione dei volumi di traffico anziché il previsto aumento esponenziale, documentata dai dati
rilevati da Autostrade, che boccia senza appello il modello di pianificazione basato sul Passante.
la prossima cantierizzazione della Cispadana in concorrenza di traffico con l’eventuale Passante.
•
La proposta di soluzioni alternative atte ad evitare lo scempio del territorio (soluzione proposta dal nostro
•
Comitato, validata nel Convegno universitario ad Ingegneria - Bologna 2004 e che può essere realizzata
per stralci funzionali).
• Completamento di arterie ferme da decenni che avrebbero il pregio di alleggerire in modo decisivo il
problema della congestione sul nodo bolognese.
Solo dalla rappresentante M5S, Federica Salsi, sono stati avanzati gli interrogativi, davvero angoscianti, che né i
Sindaci nè nessun altro da parte di maggioranza ed opposizione ha messo in luce: ma serve ancora il Passante? I volumi
di traffico sono in aumento? Il consumo di territorio sproporzionato è accettabile per un criticità risolvibile in altri
modo?
Bologna in ogni caso da questa infrastruttura raccoglie i maggiori vantaggi. Vantaggi che alla fine si stanno rivelando
non trasportistici, ma finalizzati al controllo della città vasta Metropolitana. Concetto fumoso ma altisonante, di solo
potere territoriale, in nome del quale si sta chiedendo ai Sindaci di farsi carico di un mostro infrastrutturale obsoleto,
accettando qualsiasi condizione, e regalando questa bella eredità ai posteri.
Distorcenti le forzature finali della presidente Draghetti basate sulle solite, logore, giaculatorie: è un’opera strategica,
i soldi di Autostrade sono solo per il Passante, diversamente sono persi, ecc., ignorando volutamente l’esistenza di
soluzioni possibili, più lungimiranti, meno costose che Autostrade può contribuire a realizzare direttamente.
Il Comitato per l’alternativa al passante Nord è si sta sempre più confermando come un riferimento per le Comunità, il
baluardo contro una svendita insostenibile del territorio e contro una infrastruttura che ha perso tutti gli obiettivi e le
poche caratteristiche positive che poteva avere all’origine.
Infine bisogna ricordare che il “Progetto Passante Nord” si è sovrapposto ad altri precedenti assi stradali iniziati e non
completati, che hanno segnato la nostra pianura senza portare a casa i benefici previsti. Basterebbero pochi interventi
di portata modesta rispetto al Passante per migliorare radicalmente la viabilità della pianura bolognese ed alleviare
significativamente il traffico est-ovest che grava impropriamente sulla Tangenziale. E’ la proposta del nostro comitato
di investire subito una parte delle risorse disponibili per le “piccole opere” utili per i territori, velocemente realizzabili,
senza alcuna necessità di permessi europei o percorsi istituzionali tortuosi e poco chiari come per il Passante, oltretutto
con una maggior garanzia di beneficio per le nostre aziende.
Anche con queste “Piccole Opere Veloci” resterebbe valida e realizzabile la nostra proposta di potenziamento “in sede”
della Tangenziale, trasformando questa infrastruttura degli anni ‘60 da “problema” a “grande risorsa” per il futuro della
città, anziché “pietra tombale” della sostenibilità come il Passante Nord.
Le parti sono davvero invertite, la “sindrome NIMBY” che si è cercato velenosamente di affibbiare al nostro Comitato
che si è opposto fin dal 2003 a questo errore mostruoso facendo proposte credibili e concrete, ha contagiato gravemente
i Sindaci, e nel modo peggiore.
Doverosamente, per le Comunità a nord e per un diverso sviluppo veramente sostenibile per il territorio, il Comitato si
adopererà per evitare questo scempio.
Gianni Galli e Severino Ghini
Passante Nord- seduta congiunta delle Commissioni interessate di Comune e Provincia di Bologna - presenti alcuni
Sindaci, assente l’assessore Regionale Peri trattenuto da altri impegni.
Comunicato stampa del Comitato per l’alternativa al Passante Nord li 20 novembre 2012
Sindaci – la sindrome “NIMBY”-
Quanto successo nella seduta delle commissioni consiliari del Comune di Bologna e Provincia ha raggiunto il
paradosso; quella che doveva essere una messa in chiaro delle condizioni irrinunciabili richieste dai Sindaci per un loro
avvallo alla controproposta da presentare ad Autostrade, è diventata una sceneggiata che ha messo in luce aspetti inediti
ed inquietanti al tempo stesso.
L’aspetto inedito è sicuramente una sorta di “comitato NIMBY” dei Sindaci che, pur di allontanare il Passante dai loro
territori, hanno rinunciato alla quasi totalità delle condizioni che fino a qualche giorno prima erano irrinunciabili per la
realizzazione dell’infrastruttura “Passante Nord”. Nelle dichiarazioni di consenso alla controproposta che la Provincia
presenterà ad Autostrade pronunciate da alcuni dei Sindaci presenti, si è avverata la nostra previsione peggiore: un
consenso talmente al ribasso da poter essere considerato una svendita dei loro territori, una virata di 180°, a ns avviso,
non sostenibile neppure nei confronti dei loro Consigli Comunali.
Dai proclami sbandierati fino a ieri del tipo: vogliamo tre corsie e la banalizzazione della Tangenziale o passeranno sui
nostri cadaveri, oggi si passa a toni completamente diversi.
Ma sì, in fondo il Passante ci va bene anche a due corsie, per una terza (in futuro?) basta l’esproprio. La banalizzazione
non è più vincolante, ci accontentiamo di qualche by-pass in più (corsie di scambio al centro della tangenziale). Il
pedaggiamento e l’eventuale onere per i Bolognesi va bene anche se lo spiegherete in seguito. Gli approfondimenti
ulteriori sui dati di traffico?.. ci accontentiamo di una disponibilità a realizzarli da parte di Autostrade! Il tratto di A13
Bologna-Interporto che doveva essere gratuito sarà a pedaggio? Nessun problema!
Sorprendente, infine, l’assenza del Sindaco di Castenaso, che sembrava uno dei più interessati e nel cui territorio
impattano i maggiori cambiamenti del PSC.
Nessuna presa d’atto della mutata realtà odierna (prevedibile, e da alcuni prevista, fin dal 2003):
• La diminuzione dei volumi di traffico anziché il previsto aumento esponenziale, documentata dai dati
rilevati da Autostrade, che boccia senza appello il modello di pianificazione basato sul Passante.
la prossima cantierizzazione della Cispadana in concorrenza di traffico con l’eventuale Passante.
•
La proposta di soluzioni alternative atte ad evitare lo scempio del territorio (soluzione proposta dal nostro
•
Comitato, validata nel Convegno universitario ad Ingegneria - Bologna 2004 e che può essere realizzata
per stralci funzionali).
• Completamento di arterie ferme da decenni che avrebbero il pregio di alleggerire in modo decisivo il
problema della congestione sul nodo bolognese.
Solo dalla rappresentante M5S, Federica Salsi, sono stati avanzati gli interrogativi, davvero angoscianti, che né i
Sindaci nè nessun altro da parte di maggioranza ed opposizione ha messo in luce: ma serve ancora il Passante? I volumi
di traffico sono in aumento? Il consumo di territorio sproporzionato è accettabile per un criticità risolvibile in altri
modo?
Bologna in ogni caso da questa infrastruttura raccoglie i maggiori vantaggi. Vantaggi che alla fine si stanno rivelando
non trasportistici, ma finalizzati al controllo della città vasta Metropolitana. Concetto fumoso ma altisonante, di solo
potere territoriale, in nome del quale si sta chiedendo ai Sindaci di farsi carico di un mostro infrastrutturale obsoleto,
accettando qualsiasi condizione, e regalando questa bella eredità ai posteri.
Distorcenti le forzature finali della presidente Draghetti basate sulle solite, logore, giaculatorie: è un’opera strategica,
i soldi di Autostrade sono solo per il Passante, diversamente sono persi, ecc., ignorando volutamente l’esistenza di
soluzioni possibili, più lungimiranti, meno costose che Autostrade può contribuire a realizzare direttamente.
Il Comitato per l’alternativa al passante Nord è si sta sempre più confermando come un riferimento per le Comunità, il
baluardo contro una svendita insostenibile del territorio e contro una infrastruttura che ha perso tutti gli obiettivi e le
poche caratteristiche positive che poteva avere all’origine.
Infine bisogna ricordare che il “Progetto Passante Nord” si è sovrapposto ad altri precedenti assi stradali iniziati e non
completati, che hanno segnato la nostra pianura senza portare a casa i benefici previsti. Basterebbero pochi interventi
di portata modesta rispetto al Passante per migliorare radicalmente la viabilità della pianura bolognese ed alleviare
significativamente il traffico est-ovest che grava impropriamente sulla Tangenziale. E’ la proposta del nostro comitato
di investire subito una parte delle risorse disponibili per le “piccole opere” utili per i territori, velocemente realizzabili,
senza alcuna necessità di permessi europei o percorsi istituzionali tortuosi e poco chiari come per il Passante, oltretutto
con una maggior garanzia di beneficio per le nostre aziende.
Anche con queste “Piccole Opere Veloci” resterebbe valida e realizzabile la nostra proposta di potenziamento “in sede”
della Tangenziale, trasformando questa infrastruttura degli anni ‘60 da “problema” a “grande risorsa” per il futuro della
città, anziché “pietra tombale” della sostenibilità come il Passante Nord.
Le parti sono davvero invertite, la “sindrome NIMBY” che si è cercato velenosamente di affibbiare al nostro Comitato
che si è opposto fin dal 2003 a questo errore mostruoso facendo proposte credibili e concrete, ha contagiato gravemente
i Sindaci, e nel modo peggiore.
Doverosamente, per le Comunità a nord e per un diverso sviluppo veramente sostenibile per il territorio, il Comitato si
adopererà per evitare questo scempio.
Gianni Galli e Severino Ghini
“La gente non beve la sabbia perché è assetata. La gente beve la sabbia perché non conosce la differenza!”
Federica Salsi- Messaggi: 1023
- Iscritto il: 16/11/2009, 20:07
Re: Passante Nord
http://www.legambiente.emiliaromagna.it ... erritorio/
24 novembre 2012 | Commenti disabilitati
Passante Nord: si mercanteggia a spese del territorio
Il balletto sui tracciati è il sintomo del triste declino della pianificazione territoriale bolognese e di un opera, tremendamente impattante, ma puramente fine a se stessa.
Il Passante autostradale a Nord di Bologna è l’opera più impattante prevista su quel territorio provinciale e che, se realizzata, cambierà completamente gli assetti ambientali, agricoli, urbanistici e sociali del bolognese. Farà scomparire ettari di campagna, incentiverà ancor più il traffico su gomma, cambierà la viabilità del capoluogo, avrà effetti sulle tariffe autostradali (probabilmente anche per gli utenti della tangenziale) e porterà nuovi flussi di traffico in diverse aree della provincia.
Pur con tutte queste criticità e con questi effetti che riguarderanno anche le generazioni future, le scelte sull’opera – sul tracciato, sulle caratteristiche, sulle tariffe applicate – si stanno facendo con modalità che sembrano più quelle di una compravendita in un suk che quelle proprie di una comunità che si muove con regole condivise e nel rispetto della democrazia.
Questa triste impostazione, è risultata evidente fin dall’ultimatum estivo di Autostrade, che proponendo un nuovo tracciato (probabilmente già discusso preliminarmente con regione ed amministrazioni locali) ha imposto al territorio di arrivare al consenso entro fine novembre. Da allora si è avviato un balletto di taglia e cuci di cui oggi vediamo la pagina più povera, in cui ogni sindaco ha portato le richieste particolari del proprio territorio smontando nel frattempo al ribasso le caratteristiche dell’opera, originariamente definite “irrinunciabili” .
Nell’ultima riunione in Provincia, si è chiarito, che pur di accettare l’opera le amministrazioni locali sono disposte a rinunciare alle 3 corsie per senso di marcia, alla banalizzazione del tratto urbano della A14 (cioè la completa trasformazione in tangenziale), per non parlare della scomparsa delle fasce boscate del primo progetto e dei finanziamenti al trasporto pubblico. Si lascia inoltre nella completa indeterminatezza il tipo di pedaggio da attuare nella tratta cittadina, per disincentivare il traffico di attraversamento dal passare entro il perimetro cittadino.
E questo passando sopra le teste dei cittadini, con scarso dibattito nei consigli comunali e assenza di comunicazione verso le comunità locali.
In tutto questo inoltre, le stesse ragioni di necessità di alleggerire il traffico veicolare sul nodo bolognese appaiono sempre meno consistenti, in una fase in cui la contrazione dei passaggi giornalieri è ampiamente dimostrata, così come non si può parlare di riduzione dell’inquinamento nel territorio, visto che la nuova opera al limite aumenterà la strada percorsa dal traffico di attraversamento.
Insomma un’opera impattante ma che nelle modalità decisionali mostra come la sua realizzazione sia ormai un obiettivo fine a se stesso: l’autostrada come idolo dello sviluppo del territorio, indipendentemente da qualsiasi valutazione seria di costi-benefici.
Una pagina decisamente triste della gestione politica locale, che occorre archiviare se non si vuole aumentare ancora di più la frattura tra cittadini ed istituzioni.
24 novembre 2012 | Commenti disabilitati
Passante Nord: si mercanteggia a spese del territorio
Il balletto sui tracciati è il sintomo del triste declino della pianificazione territoriale bolognese e di un opera, tremendamente impattante, ma puramente fine a se stessa.
Il Passante autostradale a Nord di Bologna è l’opera più impattante prevista su quel territorio provinciale e che, se realizzata, cambierà completamente gli assetti ambientali, agricoli, urbanistici e sociali del bolognese. Farà scomparire ettari di campagna, incentiverà ancor più il traffico su gomma, cambierà la viabilità del capoluogo, avrà effetti sulle tariffe autostradali (probabilmente anche per gli utenti della tangenziale) e porterà nuovi flussi di traffico in diverse aree della provincia.
Pur con tutte queste criticità e con questi effetti che riguarderanno anche le generazioni future, le scelte sull’opera – sul tracciato, sulle caratteristiche, sulle tariffe applicate – si stanno facendo con modalità che sembrano più quelle di una compravendita in un suk che quelle proprie di una comunità che si muove con regole condivise e nel rispetto della democrazia.
Questa triste impostazione, è risultata evidente fin dall’ultimatum estivo di Autostrade, che proponendo un nuovo tracciato (probabilmente già discusso preliminarmente con regione ed amministrazioni locali) ha imposto al territorio di arrivare al consenso entro fine novembre. Da allora si è avviato un balletto di taglia e cuci di cui oggi vediamo la pagina più povera, in cui ogni sindaco ha portato le richieste particolari del proprio territorio smontando nel frattempo al ribasso le caratteristiche dell’opera, originariamente definite “irrinunciabili” .
Nell’ultima riunione in Provincia, si è chiarito, che pur di accettare l’opera le amministrazioni locali sono disposte a rinunciare alle 3 corsie per senso di marcia, alla banalizzazione del tratto urbano della A14 (cioè la completa trasformazione in tangenziale), per non parlare della scomparsa delle fasce boscate del primo progetto e dei finanziamenti al trasporto pubblico. Si lascia inoltre nella completa indeterminatezza il tipo di pedaggio da attuare nella tratta cittadina, per disincentivare il traffico di attraversamento dal passare entro il perimetro cittadino.
E questo passando sopra le teste dei cittadini, con scarso dibattito nei consigli comunali e assenza di comunicazione verso le comunità locali.
In tutto questo inoltre, le stesse ragioni di necessità di alleggerire il traffico veicolare sul nodo bolognese appaiono sempre meno consistenti, in una fase in cui la contrazione dei passaggi giornalieri è ampiamente dimostrata, così come non si può parlare di riduzione dell’inquinamento nel territorio, visto che la nuova opera al limite aumenterà la strada percorsa dal traffico di attraversamento.
Insomma un’opera impattante ma che nelle modalità decisionali mostra come la sua realizzazione sia ormai un obiettivo fine a se stesso: l’autostrada come idolo dello sviluppo del territorio, indipendentemente da qualsiasi valutazione seria di costi-benefici.
Una pagina decisamente triste della gestione politica locale, che occorre archiviare se non si vuole aumentare ancora di più la frattura tra cittadini ed istituzioni.
“La gente non beve la sabbia perché è assetata. La gente beve la sabbia perché non conosce la differenza!”
Federica Salsi- Messaggi: 1023
- Iscritto il: 16/11/2009, 20:07
Re: Passante Nord
MARTEDI' 20 NOVEMBRE 2012 alle ore 15,00 si è svolta presso la Sala del Consiglio Provinciale - Via Zamboni 13 – Bologna la commissione consiliare Mobilità, Infrastrutture e Lavori Pubblici avente oggetto: UDIENZA CONOSCITIVA RELATIVA AL PASSANTE NORD: STATO DELLA ELABORAZIONE DELLE VALUTAZIONI DEGLI ENTI IN MERITO ALLO STUDIO DI FATTIBILITA' DA SOCIETA' AUTOSTRADE.
http://www.listabeppegrillo.it/index.ph ... s&Itemid=9
http://www.listabeppegrillo.it/index.ph ... s&Itemid=9
“La gente non beve la sabbia perché è assetata. La gente beve la sabbia perché non conosce la differenza!”
Federica Salsi- Messaggi: 1023
- Iscritto il: 16/11/2009, 20:07
Re: Passante Nord
“La gente non beve la sabbia perché è assetata. La gente beve la sabbia perché non conosce la differenza!”
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