Fonte Hera |
Mercoledì si è svolta l'udienza conoscitiva che avevo chiesto per avere aggiornamenti sulla situazione del sito di Valli Zabban. Abbiamo approfondito lo stato di avanzamento della metanizzazione della ditta, le misure adottate per svolgere correttamente le operazioni di rifornimento che causano fuoriuscite maleodoranti e lo stato di contaminazione del sito e i progetti di bonifica o messa in sicurezza.
Innanzitutto l'assessore all'ambiente Gabellini ha spiegato che a inizio mandato l'amministrazione era partita con la prospettiva di muoversi in direzione di una delocalizzazione. Ma ora il quadro è diverso, dopo una serie di incontri “approfonditi e diretti” tra amministrazione e azienda, è emerso che l'azienda non ha alcuna intenzione di delocalizzare, anzi il sito è la sede principale. Stante questa decisione, l'amministrazione si sta muovendo al fine di rendere al minimo l'impatto ambientale dell'azienda.
L'azienda ha provveduto finalmente alla metanizzazione a marzo 2015, ci sono voluti 5 anni, nel 2010 l'allora Assessore provinciale all'ambiente Burgin spiegò che all'azienda veniva dato un anno di tempo per presentare un progetto sul passaggio dall'alimentazione ad oli combustibili BTZ al metano, meno inquinante (con relativo prolungamento della condotta, che al momento non arrivava allo stabilimento, a carico dell'azienda), ricorsi al Tar, ma alla fine il risultato è stato raggiunto. Arpa ha spiegato che è “migliorata la qualità degli effluenti gassosi in uscita” e quindi dovrebbe essere risolto il problema del depolveratore vittima di malfunzionamenti a causa delle numerosi polveri prodotte dalla combustione del BTZ.
Per i problemi legati al carico sulle autobotti del bitume lavorato e al rifornimento dello stabilimento dalle autobotti del bitume da lavorare e relative emissioni maleodoranti è intervenuta AUSL. La dottoressa Grifa ha spiegato che le operazioni avvengono con l'ausilio di strumenti di aspirazione che “dovrebbero” risolvere il problema, ma AUSL non si è mai trovata in azienda durante queste operazioni, quindi non le ha potute verificare nella pratica. Ha anche aggiunto che da più di un anno il dipartimento non ha ricevuto segnalazioni. Ho sottolineato quindi che è fondamentale verificare lo svolgimento delle operazioni di carico e scarico mentre sono in corso dato che spesso i residenti segnalano cattivi odori quando l'azienda ha l'attività produttiva ferma e ho anche spiegato che non si può chiedere ai cittadini di telefonare a 10 enti diversi per informarli tutti, questa operazione deve essere fatta dagli enti coinvolti. Alla conferenza dei servizi sul tema Valli Zabban siedono diversi enti, che si coordinino tra loro per passarsi le informazioni per quanto di competenza di ciascuno.
Un altro problema irrisolto è quello del passaggio dei camion e delle polveri che alzano. Il comune ha prescritto l'annaffiatura della strada per tenere le polveri basse, ma alle 16:30 la ditta incaricata chiude i battenti, quindi tutti i passaggi successivi di mezzi pesanti alzano una notevole quantità di polveri (stiamo parlando di una strada di accesso a zone con cave di ghiaia, lavorazioni di inerti, tutte situazioni che generano polveri) con grave disagio per i residenti. In questo caso servono i controlli della Polizia Municipale che a quanto pare sono insufficienti, posto che ne siano stati fatti.
Ultimo punto la contaminazione del sito. Arpa ha presentato dei dati preoccupanti che mostrano livelli di concentrazione degli inquinanti in alcuni casi migliaia di volte superiori ai limiti previsti.
“Il sito contaminato interessa un'area di estensione pari a circa 15.300 mq di cui 1000 mq coperti da fabbricati. Gli inquinanti presenti sono: composti organoalogenati, idrocarburi totali, IPA e BTEX
Risultano interessate da contaminazione:
•La falda freatica superficiale - acquitardo (spessore 1,6 m) alimentata prevalentemente da acque meteoriche
•Acquifero inferiore - falda profonda con spessore da 12 a 22 m (SUP1)”
Al momento è stata realizzata una messa in sicurezza d'emergenza per l'aquitardo trattando l'acqua con filtri a carboni attivi. Poi “E’ stato elaborato un progetto di Messa in Sicurezza Operativa relativo all'area di stabilimento”, ma il procedimento è sospeso con richiesta di integrazioni. La contaminazione si estende oltre i confini dell'azienda, ma risultano delle difficoltà di accesso a queste proprietà. Ho detto che Arpa vada con le forze dell'ordine e un mandato per fare i rilievi. Non è possibile che a distanza di 10 anni, il sito è stato dichiarato contaminato nel 2005, non conosciamo nemmeno l'estensione dell'area contaminata.
I tempi della pubblica amministrazione sono tremendamente lenti tanto da risultare inefficaci. Dico questo perchè, nonostante l'azienda negli anni, “sollecitata” dalla pubblica amministrazione tanto che una volta ha pure ordinato la sospensione della produzione, abbia apportato delle modifiche migliorative da un punto di vista di emissioni, i residenti continuano a respirare le esalazioni e il sito è ancora contaminato.
Di seguito le slides presentate da ARPA in commissione e l'audio dei miei interventi.
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