29 aprile 2015

Vendita azioni Hera: il mio intervento sulla delibera e la dichiarazione di voto

Venerdì 24 aprile il Consiglio comunale con i 20 voti favorevoli di Sindaco, Pd, Centro Dem, Aldrovandi - InsPerBo ha approvato la delibera per la vendita di azioni Hera. Il mio voto è stato contrario, la mia posizione è chiara da tempo.
C'è un altro problema grave, ad oggi gli enti pubblici mantengono la maggioranza in virtù del voto plurimo, ovvero pur non avendo la maggioranza delle quote, alcune di esse valgono di più in sede di voto. Purtroppo però questa modalità non piace all'Unione Europea che da dicembre 2014 sta lavorando ad una direttiva per abolire il voto plurimo poichè la ritiene in contrasto con i diritti dei piccoli azionisti. Quando gli stati membri dell'UE dovranno adottare questa direttiva cosa accadrà se il Comune di Bologna, insieme agli altri soci pubblici, non avranno più l'effettiva maggioranza in seguito alla cessione di quote? E' plausibile ritenere che il "pubblico" perderà il controllo.

Il Mio intervento in Consiglio:
"Grazie Presidente.
Prima il collega Lisei cercava di capire quale fosse il senso logico di tutto questo.
Il senso logico è un non senso.
Noi ci ritroviamo davanti alle dichiarazioni adesso del Sindaco che dice vendere non è nel nostro interesse, e dall'altra parte le dichiarazioni di qualche giorno fa dell'assessore al Bilancio che diceva non vendere è un lusso.



Allora queste due dichiarazioni sono estremamente contraddittorie e quindi il senso logico qual è? Non c'è, non esiste, non c'è nessun senso logico.
Il senso logico è quello di avere dei problemi di bilancio, avere dei problemi nel recupero di quelle che sono le risorse per far fronte al bilancio del Comune di Bologna e quindi da una parte abbiamo un governo che di fatto taglia le erogazioni finanziarie ma dall'altra parte per consentirgli di sopravvivere gli consente di poter dismettere quote e azioni, praticamente insomma svendere, vendere, diciamo vendere perché altrimenti si aprirebbe un'altra diatriba, di vendere i suoi beni e il suo patrimonio, per fare cassa.
Questa discussione a me sembra un deja-vu, una discussione già fatta con la precedente dismissione delle azioni di Hera, il problema era sempre quello, servono soldi, dobbiamo mandare avanti i servizi, dobbiamo chiudere le buche nelle strade, ci serve liquidità per potere risolvere questa necessita, quindi stiamo di fatto sempre lavorando in emergenza, quindi nel momento in cui arrivano dei finanziamenti allora ci si può permettere di temporeggiare sulla vendita ma allo stesso tempo l'amministrazione non si può permettere di non avviare il percorso di vendita perché di fatto noi oggi cosa facciamo, con queste delibera diamo il via libera all'amministrazione questa o all'amministrazione futura di poter poi dismettere quote di Hera nel momento in cui ci sarà la necessita appunto di avere liquidità.
Per cui da una parte il Sindaco cerca di tenere botta dicendo non è mia intenzione di vendere adesso perchè abbiamo trovato i soldi per...di fatto è uno specchietto per le allodole, non si può fare passare una delibera di vendita delle azioni Hera per una delibera, da un punto di vista mediatico, di non vendita, cioè si venderemo però non adesso.
E' un po' una presa per i fondelli nei confronti dei cittadini che comunque meritano un po' più di rispetto e un po' più di chiarezza per cui il mio voto sarà contrario come lo è stato in tutte le altre occasioni in cui si è parlato di vendita di azioni di Hera perché comunque ritengo, seppure la rete è in mano pubblica, seppure il controllo rimane pubblico, seppure tutta una serie di disquisizioni consentono comunque di mantenere il controllo pubblico, il processo a cui stiamo andando incontro, per piccoli gradi, è un processo di reale e continuativa privatizzazione.
A me viene in mente la rana che viene messa dentro nella pentola [Noam Chomsky] di acqua tiepida, mano a mano l'acqua tiepida diventa bollente e la rana viene lessata senza che la rana se ne accorga, ecco secondo me queste delibere sono propedeutiche ad un percorso di questo tipo, piano a piano si comincia a vendere pezzettini di qua e di la per poi arrivare alla bollitura e alla vendita totale di tutta una serie di beni che secondo me dovrebbero rimanere pubblici."

La mia dichiarazione di voto:
"Si grazie,
dichiarazione di voto difforme rispetto al collega Bernardini, sulla delibera voterò contro come ha dichiarato il collega, per motivi diversi perché io non condivido proprio il discorso della vendita delle azioni, sugli emendamenti e gli ordini del giorno collegati annuncio che voterò favorevolmente all'emendamento proposto da SEL e agli emendamenti proposti dal Movimento 5 Stelle mentre voterò contro all'ordine del giorno proposto dal PD".
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