La scorsa settimana il Consiglio comunale ha approvato una delibera per la modifica del regolamento delle assegnazioni degli alloggi popolari.
Se per certi versi ci sono delle modifiche interessanti come la possibilità degli inquilini di effettuare lavori di ripristino dell'alloggio e di scontare le spese dal canone, c'è una modifiche che non sta né in cielo né in terra, quella dello stop di 10 anni per chi occupa alloggi pubblici. Questo il mio intervento in aula: "Ritorno sempre sul tema che abbiamo già affrontato del discorso
delle occupazioni, non faccio altro che rilevare la doppia morale del PD
che da una parte ritiene di dover inserire nel Regolamento un
determinato tipo di occupazione, come fattore ostativo all’assegnazione
di alloggi popolari e dall’altra non ne inserisce un altro, delle due
l’una: o si mettono entrambi o non se ne mette nessuno, non ci sono
occupazioni di serie A o occupazioni di serie B, posso dire che le
spiegazioni fanno riferimento altro che a questioni di lana caprina, uno
viene perseguito dalla legge sia se occupa un alloggio popolare sia se
occupa un alloggio pubblico sia se occupa un alloggio privato,
indifferentemente, il reato è medesimo, quindi francamente fare delle
distinzioni in seno del Regolamento mi sembra quantomeno ridicolo, qui
mi fermo."
In riferimento a tutte le modifiche al regolamento, l'Assessore Malagoli spiega che "In un caso su
due, le nuove domande per l'assegnazione di un alloggio
Erp a Bologna riportano un Isee diverso da quello che emerge dai
controlli a tappeto effettuati da Comune e Acer: difformita' che
comportano una retrocessione o addirittura la fuoriuscita dalla
graduatoria. La verifica sulla "congruità" della domanda entra per l'appunto nelle
nuove norme, ma in realta' i controlli a tappeto (e non piu' a campione)
sono gia' attivi da tempo, grazie all'incrocio con i dati forniti
dall'Agenzia delle entrate e altre realta'. Il risultato e' che circa il
50% delle nuove domande risulta non conforme: "Un dato molto alto",
avverte l'assessore, "ma non significa che sono tutti casi in cui si
prova a fare i furbi". Basta, ad esempio, che tra quando una persona
calcola l'Isee e fa la domanda, la stessa persona trovi o cambi
lavoro migliorando il proprio reddito: l'Isee regolarmente) presentato
per la richiesta risultera' piu' basso di quello rilevato al momento dei successivi controlli. A seconda delle specifiche situazioni, in casi di
questo tipo si perdono punti o si finisce fuori dalla graduatoria.
Per quanto riguarda il nuovo regolamento, si introducono alcune novita'
rispetto a quello sperimentale approvato nel 2013 e si recepisce la
nuova legge recentemente approvata dalla Regione Emilia-Romagna. Ad
esempio, come ha ricordato qualche giorno fa anche il sindaco Virginio Merola, si da' agli assegnatari la possibilita' di
effettuare lavori di ripristino dell'alloggio scontando le spese dal
canone. Giro di vite, poi, per chi occupa una casa Acer: in applicazione della nuova legge regionale, scatta uno stop di dieci anni sulla possibilita' di fare domanda per l'Erp. Inoltre, scatta "l'obbligo di saldare eventuali danni per chi era in situazione di occupazione abusiva", spiega Malagoli. Viene recepito anche il criterio dei tre anni di residenza e si conferma la decisione di velocizzare le assegnazioni: niente piu' visite, i potenziali assegnatari dovranno scegliere sulla base di planimetrie e foto (ad esclusione dei portatori di handicap, per i quali resta la possibilita' di sopralluogo). Un passaggio, questo, "non del tutto condiviso dai sindacati - afferma Malagoli- ma che intendiamo introdurre ugualmente". Tra le altre novita', nei casi di decadenza per superamento del limite di reddito non si applichera' piu' la maggiorazione del 20% ma scattera' il canone concordato.
Si introduce anche la mobilita' d'ufficio per le situazioni di "sottoutilizzo", che ad esempio si verificano quando una famiglia si trova in un appartamento piu' grande rispetto alle proprie effettive esigenze: se per due volte si rifiuta il trasferimento, si decade. Chi invece chiede di cambiare alloggio e poi rifiuta la soluzione proposta, per due anni non potra' fare altre domande di mobilita'. Infine, la Giunta ha deciso di accogliere una proposta arrivata dal quartiere San Donato sugli assegnatari che vivono da soli un alloggio Acer e finiscono in carcere: si propone un solo anno di sospensione della decadenza invece degli attuali tre. La Giunta ha recepito il giro di vite, ma Malagoli propone una soluzione intermedia abbassando la sospensione a due anni. "Se uno ha la disgrazia di andare in carcere per 14 mesi e quando esce si trova anche senza casa- ragiona l'assessore- non lo aiutiamo a reinserirsi in societa'". Del resto, fa notare sempre Malagoli, in un quartiere i casi di questo tipo si contano sulle dita di una mano. Decidera' il Consiglio comunale, che discutera' la delibera nella seduta di oggi". (Fonte Dire)
26 ottobre 2015
Nuovo regolamento per l'assegnazione di case popolari: la doppia morale del PD
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