08 marzo 2014

La Donna: 8 marzo .... riflessioni.


Si sente parlare di parità di genere, di pari opportunità, di quote rosa. Ecco, io credo che tutto questo serva a sviare l'attenzione dal problema atavico e culturale della percezione della donna, e della percezione che la donna ha di se stessa.
Finché noi donne stesse ci porremo nella condizione di essere sesso debole, di aver bisogno di protezione, e per essere sesso forte vogliamo dimostrare di avere le palle, facendoci accettare dagli uomini parlando di motori e calcio ad esempio, beh mi dispiace, ma abbiamo fallito in partenza. Io voglio essere "in gamba" senza abdicare alla mia femminilità, perché devo dimostrare di avere attributi maschili? Se non siamo convinte noi di "essere alla pari" con le nostre peculiarità, non sarà di certo una legge a cambiare le carte in tavola. Oltretutto quando raggiungiamo i luoghi di potere in virtù di quote, rimarrà sempre il dubbio: è lì per i suoi meriti o perché dovevano metterci per forza una donna? Abbiate pazienza ma per me questa cosa è umiliante. Quando poi veniamo sbandierate come un trofeo "visto come siamo bravi? abbiamo tante donne nel CDA!" viene raggiunto l'apice dell'ipocrisia, valà che se non c'era una legge, col piffero che mettevi tutte quelle donne!


Anni fa ero in fiera, avevamo uno stand. Si avvicinano dei clienti, mi chiedono informazioni, spiego loro tutto quanto, apro e chiudo, monto e smonto (si trattava di piccoli stand trasportabili in valigia) sono interessati. Vogliono parlare di prezzi e indicano i miei colleghi di stand maschi. Cerco di spiegare che possono parlare con me, che sono li per quello. Niente da fare. Rimango lì come un salame ad osservare i miei colleghi chiudere la trattativa. Delle serie le donne in fiera fanno le hostess.

Una mattina presto, qualche mese fa, ero in treno sull'alta velocità Bologna-Roma. Era un giorno infrasettimanale quindi era pieno di pendolari ed ero in business. Ero l'unica donna in tutto il vagone. Chi ha potere e soldi sono gli uomini e viaggiano in business.

In seguito a Ballarò e punto G, oltre alla valanga di offese, ingiurie e minacce, c'erano delle frasi ricorrenti "torna a fare i tortellini" "torna dietro ai fornelli". Ovvero la donna fa da serva chiusa in casa.

Oppure c'erano i commenti ricorrenti "vai a fare la velina" "vai a fare la modella" "vai a fare i provini per i porno". Quindi il ruolo di una donna di bell'aspetto in TV è quello di far arrapare tanto che poi completavano scrivendo "sei buona solo da sc...re" "ti darei due colpi". Ovvero la donna è una zoccola.

Questa che segue invece è la sintesi della donna in politica "invece di aprire la bocca a Matrix aprila ad Arcore". Credo non serva alcuna ulteriore osservazione.

Come uscire da questo quadro disarmante? Le leggi sulla parità sono un "aiutino" ovvero cercano forzosamente di interrompere un trend, con la speranza che poi questo trend possa andare avanti autonomamente. Ma questo trend va anche cambiato partendo da quando la vita ha inizio, non solo da quando siamo già adulti. Se penso ai personaggi della storia, dell'arte o agli autori studiati a scuola, mi vengono in mente a raffica tanti uomini: Cavour, Michelangelo, Canova, Dante, Petrarca, Foscolo, Manzoni, Pirandello. Faccio fatica a trovare donne: Giovanna d'Arco, Artemisia e Anna Frank. Forse è proprio da qui che bisogna partire, dai programmi scolastici e fare in modo che già in quelli vi sia un maggior equilibrio di genere. Equilibrio che sicuramente è difficile da trovare nei secoli passati, ma per quanto riguarda la storia e la letteratura contemporanee, troppo spesso studiate frettolosamente, forniscono ampi margini di intervento.
Tutti sappiamo chi sono i partigiani ... quanti conoscono le staffette partigiane?

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