18 giugno 2014

#Bilancio 2014: il mio intervento

"In questo ultimo anno sono andata ad esaminare i finanziamenti che Comune di Bologna e gli enti da lui partecipati hanno contratto. Non è stata un'impresa semplice, non tanto per la mole o la complessità degli stessi, ma tanto per la difficoltà ad ottenerli. Da alcuni enti partecipati non ho proprio ricevuto risposta, altri mi hanno negato gli atti asserendo che non potevo chiederli. Qui apro un inciso per ricordare al Segretario Generale che eravamo in attesa di quel famoso vademecum da dare agli enti partecipati al fine di fugare ogni dubbio sulla legittimità delle nostre richieste e sul dovere degli enti di evaderle, e siamo ancora in attesa...
In altri casi, insieme al collega Tomassini, abbiamo condotto delle vere e proprie trattative per ottenerli.


In altri casi ancora, e mi riferisco ai derivati, si perchè il CAP che il Comune di Bologna ha stipulato è uno strumento derivato vedasi la letteratura in materia o più semplicemente il glossario disponibile sul sito della Borsa Italiana, l'amministrazione dà prima una risposta frettolosa e superficiale, la reitera senza ulteriori verifiche, poi messa di fronte all'evidenza dei fatti ha dovuto ammettere di avere contratto in passato dei derivati e lo ha fatto con una nota stampa che ho definito bipolare. Infatti le prime righe recitano: "L'Amministrazione comunale, nel periodo in cui era consentita l'attivazione dei derivati (dal 2002 al 2008) non ha ritenuto di utilizzare tali strumenti per la ristrutturazione del proprio debito." Salvo poi concludere dicendo: "Unico caso di contratto di mutuo in cui può essere individuata una componente derivata, riguarda la rinegoziazione di un mutuo ... del 19 maggio 2005". E finalmente mi consegna tutta la documentazione richiesta.

Dall'esame di questa documentazione emerge che il Comune di Bologna ha rinegoziato nel 2005 un mutuo, di cui si è mantenuta inalterata la durata e la quota capitale, trasformando il tasso da fisso a variabile ed ha proceduto all’acquisto di un CAP a “copertura” del nuovo tasso variabile. Il CAP sottoscritto appartiene alla categoria degli “strumenti finanziari derivati”, come precedentemente spiegato e per sottoscrivere questi strumenti finanziari è necessario che il cliente (in questo caso l'ente) compili un’autocertificazione del grado di esperienza in materia di strumenti finanziari (ex. Regolamento Consob 11522/98) per Contratti stipulati fino all’entrata in vigore della Mifid (i.e. 1° Novembre 2007) o un questionario, sempre compilato dal Cliente e controfirmato dalla Banca, per definire il profilo di esperienza in strumenti finanziari e di rischio a seguito dell’entrata in vigore della Mifid (i.e. 1° Novembre 2007). L'autocertificazione sottoscritta dal Comune di Bologna evidenzia tra l'altro la non conoscenza della differenza tra titoli azionari e obbligazionari e soprattutto la non conoscenza, da parte di chi ha compilato il questionario per conto del Comune di Bologna, dei prodotti derivati. Questa non conoscenza dei punti ora citati rende nullo il contratto CAP sottoscritto dall'Ente in base alle disposizioni Consob e alla legge 58 del 1998. Sarebbe quindi possibile attivarsi per recuperare ingenti somme di denaro pagate e non dovute che darebbero ossigeno alle casse comunali ed eviterebbero all'amministrazione di continuare a gravare sulle tasche dei cittadini. E' quindi fondamentale che il Sindaco e la Giunta pongano in essere una verifica approfondita dell'accaduto, al fine di valutare il recupero degli importi pagati a fronte di quel contratto CAP.

Dall'esame dei documenti relativi al derivato che è stato contratto, passo all'esame del contratto di stipula del mutuo al quale era collegato e ad altri mutui che l'ente ha in essere. Pongo particolare attenzione ai tassi di interesse. Sappiamo che in Italia il tasso di usura e’ regolamentato anche se può variare nel tempo, sappiamo che applicare tassi di usura e’ un reato di rilevanza penale e le banche devono applicare tassi di interesse al di sotto di quello di usura. Purtroppo alcuni mutui stipulati dall'Ente risulterebbero avere tassi usurari o condizioni di estinzione estremamente vessatorie per l'ente stesso e queste clausole possono essere considerate nulle in base all'art. 1815 del Codice Civile. Anche in questo caso sarebbe possibile recuperare gli importi legati ai tassi usurari o alle condizioni vessatorie, altra linfa per le casse del comune. Quindi è fondamentale che il sindaco e la giunta si attivino per porre in essere una verifica approfondita delle stipule dei mutui, sia estinti sia in corso, sia già rinegoziati sia non, per studiarne tassi e condizioni, al fine di valutare il recupero degli interessi usurari o la rimodulazione di condizioni vessatorie. E la stessa cosa dovrebbe fare per i finanziamenti a breve e medio termine.

Aziende partecipate. Altra nota dolente.
Il Comune di Bologna detiene partecipazioni in 16 società di capitali, inoltre istituisce o partecipa ad altri enti/organismi che svolgono un'attività funzionale al conseguimento delle finalità istituzionali: Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona, ACER, Istituzioni e Fondazioni.

L'anno scorso Acer lamentava un buco da 2,2 milioni di euro, risultava esposta per 44 milioni di Euro più un altro milione di euro in derivati contratti con MPS.
Contemporaneamente l’Amministrazione comunale, in seguito ad una mia interpellanza, conferma l'aumento dei compensi gestionali deliberato dalla Conferenza degli Enti di cui fa parte anche il Comune di Bologna. Di fatto il Comune da più soldi ad Acer.

Interporto, le cui quote sono in vendita da tempo immemore e le cui aste vanno continuamente deserte, vanta anche lui una situazione tutt'altro che rosea. Pur avendo avuto un bilancio in attivo di 453 mila euro, ha un' esposizione bancaria a medio e lungo termine di 62 milioni, a breve di 9 milioni e per derivati da 6 milioni. Sono stati deliberati aumenti di capitale con botte da 8 e 15 milioni di euro e va a battere cassa in Provincia alla quale chiede in “prestito” 10,5 milioni di euro che, guarda caso, come cifra assomiglia molto all'esposizione a breve termine che era stata denunciata poco prima. Anche Tper, Atc hanno dei derivati, ereditati dalla fusione con ACTF. Come pure Hera.

Si deduce quindi che molti di questi enti hanno stipulato finanziamenti e contratti con strumenti derivati, e contemporaneamente che diversi di questi enti evidenziano difficoltà finanziarie e tali difficoltà possono avere impatto negativo sia direttamente che indirettamente sul Comune di Bologna che sui cittadini. Anche in questo caso sarebbe possibile sanare, almeno in parte, i conti con beneficio per gli utenti.
E' importante che il Sindaco si attivi per porre in essere quanto in suo potere per operare una sensibilizzazione e sollecitazione nei confronti dei suddetti enti e organismi, al fine di far loro porre in atto una verifica approfondita sui finanziamenti a lungo, medio e breve termine, e contratti con strumenti derivati per studiarne tassi e condizioni, al fine di capire se le condizioni applicate siano regolari e nel caso non lo siano, a valutare il recupero degli interessi usurari o la rimodulazione di condizioni vessatorie o il pagamento di importi non dovuti.

Presento quindi 4 ODG collegati al bilancio."

ODG cassati dalla coalizione di maggioranza capitanata dal PD

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