"Francesco Zanardi, sindaco di Bologna dal 1914 al 1920, è passato alla storia della città come il
“sindaco del pane”. Di lui Enzo Biagi scrisse: «Il dott. Francesco Zanardi pensava che erano più
utili alla causa della povera gente le biblioteche dei comizi, credeva più nelle colonie elioterapiche
che nei manifesti, aveva una fede illimitata nei fatti e un’enorme diffidenza per le parole. I suoi
ideali erano la Scienza, la Redenzione del Proletariato, il trionfo della Giustizia».
Il 28 giugno 1914, il Partito Socialista si presentò agli elettori con la lista “Pane e Alfabeto. Il pane
quotidiano, come dichiarò il candidato sindaco Zanardi, «è uno fra i prodotti che devono essere sottratti ad ogni speculazione: è necessario che questo alimento possa essere distribuito a tutti, sano, igienico e abbondante».
La lista socialista, vinse le elezioni e, il 15 luglio 1914, Francesco Zanardi fu eletto sindaco di Bologna e assunse la carica «in nome del popolo» e non in «in nome del Re», secondo la formula di rito. Fu il primo rappresentante della classe operaia a sedere sulla poltrona da sempre occupata dai rappresentanti della nobiltà e della grande borghesia bolognese.
Zanardi creò l’Ente Autonomo dei Consumi, nei cui negozi si vendevano i generi alimentari al
prezzo di costo, appena maggiorati. Per rifornire i negozi dell’Ente, il Comune acquistò due navi:
una per il trasporto del grano dall’Argentina e l’altra per i rifornimenti di carbone dalla Gran
Bretagna. Per produrre a basso costo il pane venduto nei negozi, fu costruito un forno comunale. l
forno che rimase attivo diciassette ore al giorno, per produrre una media giornaliera di
duecentoquarantaquattro quintali di pane, poco meno della metà del fabbisogno cittadino.
La catena degli spacci comunali ebbe grande successo popolare. Nel 1920 i punti vendita di generi
alimentari erano già ventuno, più alcuni negozi di abbigliamento. L’Ente Autonomo dei Consumi
gestì finanche un ristorante popolare e un caffè in Sala Borsa.
Dopo avere emanato il primo Regolamento d’Igiene, il Comune concesse tre anni di tempo ai
proprietari di case per dotare gli appartamenti che ne erano sprovvisti – ed erano la maggioranza –
di un rubinetto e di una latrina a «cacciata d’acqua».
L’Amministrazione comunale diede importanza allo studio, agli asili e alle scuole elementari. Fu
sperimentato il nuovo metodo didattico di Maria Montessori e, negli anni 1914-1919, furono
triplicate le scuole per l’infanzia, le biblioteche popolari, s’inaugurarono le “scuole all’aperto” per i
bambini gracili e le colonie estive. Nella colonia di Casaglia, alla fine della guerra, furono ospitati
per quattro mesi anche seicento bambini austriaci.
In piena guerra mondiale, le parole “Pane e Alfabeto” furono realtà per migliaia di bolognesi, che
non lo dimenticarono.
Durante il Ventennio. anche Francesco Zanardi, come molti antifascisti bolognesi, fu
ripetutamente aggredito dagli squadristi, diffidato dalla polizia politica, arrestato e mandato al
confino. L'ex “sindaco del pane” rientrò finalmente nella sua Bologna e, tra il 1945 e il 1952, fu
rieletto presidente della Cooperativa Risanamento, adoperandosi per dare un tetto a centinaia di
famiglie rimaste senza casa, dopo i bombardamenti. La sua popolarità tra i bolognesi era intatta, e
lo dimostrarono i 21.342 voti di preferenza – la cifra più alta raccolta fra i candidati di tutti i
partiti – nelle elezioni amministrative del 24 marzo 1946. Fu eletto ancora all’Assemblea
Costituente nelle file del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani.
Francesco Zanardi morì il 18 ottobre 1954 e la città gli tributò un omaggio quale non si era visto
in passato. A migliaia resero omaggio all’uomo che, più di ogni altro, aveva contribuito a fare di
Bologna una città giusta, civile e moderna. E soprattutto libera."
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