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Bologna, 18 mar. - "File di ore e ore" nei Pronto soccorso degli ospedali di Bologna: "Anche 10 ore per un codice verde, sei ore e piu' per un codice giallo" con "anziani sofferenti lasciati in corsia per ore". Una vera e propria "barbarie, indegna della storia della sanita' nella nostra citta'". E' il quadro dipinto dal consigliere comunale Manes Bernardini (Insieme Bologna) che, su questo tema, ha deciso di avviare una raccolta di firme e di presentare un ordine del giorno a Palazzo D'Accursio. "La
situazione non piu' tollerabile", afferma l'ex leghista, che oggi ha presentato la doppia iniziativa in conferenza stampa, affiancato dalla collega civica Federica Salsi e da Luciano Magli, presidente del Centro per i diritti del malato.
Le "prime vittime" sono ovviamente i cittadini, afferma Bernardini, ma con loro anche medici e infermieri "costretti a fare i salti mortali" per tentare di affrontare i momenti di maggiore criticita'. A fronte di una situazione "esplosiva", il consigliere comunale chiama a raccolta i bolognesi, che potranno firmare la petizione, preparandosi intanto a discutere in aula un ordine del giorno che "chiede al sindaco- spiega Bernardini- di attivarsi sull'Ausl e sulla Regione" affinche' venga assicurata un'organizzazione dei Pronto soccorso "efficiente e rispondente alle esigenze dei cittadini".
Quello delle attese e' un problema "oggettivo", dichiara Salsi, che allarga il ragionamento: se i Pronto soccorso vanno in difficolta', infatti, a questo contribuisce il fatto che anche medici di base e guardie mediche sono "oberate" di lavoro e non riescono a smaltire tutta la richiesta, che quindi si dirige sugli ospedali. "E' importante che il Consiglio comunale faccia sentire la sua voce e solleciti il sindaco", conclude Salsi, che ha firmato l'odg insieme a Bernardini. Magli conferma le preoccupazioni espresse dai due consiglieri comunali. Nei Pronto soccorso "molto spesso ci sono codici verdi che dovrebbero essere gialli", afferma il presidente del Centro per i diritti del malato: i pazienti, di conseguenza, "ristagnano" piu' a lungo di quanto dovrebbero. Poi ci sono "i tagli dei posti letto", aggiunge Magli: "Una cosa micidiale". Tutto questo influisce sulla qualita' delle prestazioni, all'interno di "un sistema che, guarda caso- sottolinea Magli- non trova mai responsabili" quando qualcosa va storto. Nei pazienti, cosi', si genera un sentimento di "mortificazione generalizzata", dichiara il presidente. Del resto, afferma sempre Magli, in molti casi ai cittadini non viene neanche data la possibilita' di rendersi conto di cosa succede: "Spesso i tabelloni" che riportano i tempi di attesa "si spengono" per l'aggiornamento dei software, ma proprio "nei momenti di maggiore ressa".
Salve. Desidero esternare un mio pensiero sull'argomento, confortato dalla trentennale esperienza vissuta da medico, anche se ho operato in altra regione italiana. Il sovraffollamento del pronto soccorso degli ospedali italiani ha radici antiche, ma centrerei l'attenzione sul modo di operare dei medici di base. Spesso questi si limitano a fornire un supporto "psicologico" agli assistiti ed a prescrivere farmaci, esami e visite specialistiche, trascurando spesso di ricercare attraverso visita ed anamnesi le eventuali patologie. In una parola non operano il necessario "filtro" alla richieste dei pazienti, che pertanto sono costretti a rivolgersi alle strutture ospedaliere.
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