da Conquiste del Lavoro |
Ne abbiamo parlato in commissione, sotto pubblico le slide presentate dall'Assessore Luca Rizzo Nervo nella seduta inerente " Fondi per la non autosufficienza ". Il fondo "è stato istituito per favorire lo sviluppo e la qualificazione di una rete integrata di servizi flessibili, distribuiti in modo omogeneo nei vari territori, centrati sui bisogni delle persone non autosufficienti e di chi accanto a loro vive e se ne prende cura." In commissione abbiamo analizzato come funziona a Bologna.
Altre informazioni sono disponibili sul sito di Saluter.
L'amministrazione dichiara che si sta attivando per realizzare "una programmazione annuale e triennale del FRNA per garantire che il progressivo utilizzo del risconto (avanzo) e la conseguente espansione dei servizi sia sostenibile negli anni a venire. Lo fa attraverso "innovazioni nel sistema dell'Assistenza domiciliare", "incremento dei Posti in Case Residenze Anziani", "incremento contributi per assistenti famigliari" e "incremento contributi per assistenti famigliari".
Queste le dichiarazioni dell'Assessore Rizzo Nervo in una precedente risposta ad un Question Time
"La programmazione dei fondi 2013, ricordo peraltro che parliamo di una cifra vicina ai 400 milioni di euro a fronte di un fondo nazionale che per anni è stato della medesima entità, circa 400 milioni di euro, l'intero Fondo nazionale per la non autosufficienza pari al Fondo regionale per la non autosufficienza, parità che è venuta meno quando i governi nazionali che si sono susseguito hanno deciso di azzerare il Fondo nazionale per la non autosufficienza che appunto oggi è pari a zero.
La programmazione dei fondi 2013 è già stata oggetto di dettagliata programmazione da parte del Comitato di distretto di cui fa parte il Comune in senso stretto ma anche tutti i nove presidenti di quartiere e approvata dalla Giunta comunale quale parte integrante del Piano di Zona della Salute e del Benessere Sociale. Sono oggetto di finanziamento nell’esercizio 2013, in continuità con quelli precedenti, le strutture residenziali e semi-residenziali per anziani e disabili, l’assistenza domiciliare, come riformata, peraltro, lungo questo anno in cui abbiamo ridefinito le modalità di accesso ed erogazione di assistenza domiciliare, gli assegni di cura, i contributi aggiuntivi per le assistenti familiari, i progetti di contrasto alla solitudine e prevenzione della non autosufficienza.
Mi chiedeva anche quale ritengo possa essere il ruolo del Comune nei confronti delle Asp che sono gli attuali gestori dei servizi dedicati alla non autosufficienza , mah, la prima battuta - che anticipa la discussione che avremo dopo sulla unificazione - è che il comune un ruolo rispetto alle Asp ce l'ha in quanto socio principale al 97% delle aziende di servizi alla persona ma aggiungo che le ASP Giovanni XXIII e Poveri Vergognosi figurano tra i soggetti gestori finanziati dal Frna per i seguenti servizi: case residenze anziani, centri diurni anziani, assistenza domiciliare anziani. Il Fondo finanzia altresì tutti i servizi (della medesima tipologia e di altre tipologie ammesse al finanziamento) che siano accreditati o affidati a soggetti privati non profit e profit da parte della committenza pubblica costituita dal Comune e dall’Ausl. Gli accreditamenti o affidamenti ai privati sono regolamentati da appositi contratti di servizio con Comune e Ausl e l’ammissione degli utenti a tali servizi è in capo ai Servizi Sociali territoriali dei nove quartieri cittadini e all’Ausl (in particolare per quanto riguarda i disabili adulti e UVM per anziani e disabili).
Quindi rispetto all'utilizzo da parte delle Asp dei fondi ce gli arrivano dalla non autosufficienza questi avvengono tramite contratti di servizio stipulati dal comune intorno a precisi obiettivi, quindi c'è una forma abbastanza stringente di indirizzo di committenza pubblica svolta al comune e di controllo conseguente e di conseguente rendicontazione da parte delle Asp.
Ancora lei mi chiedeva in che modo ritengo che si possa coinvolgere il privato sociale, dal momento che gli affidamenti dei servizi sono fatti e gestiti dalle ASP e quali ritengo possano essere le influenze su tali soggetti per attuare le direttive della Regione.
I servizi complessivamente finanziati dal Frna sono per la maggioranza affidati o accreditati da Comune e Ausl a soggetti privati (non profit). I servizi finanziati dal Frna che le ASP gestiscono con il coinvolgimento delle cooperative sociali (in particolare le case residenze anziani, i centri diurni e l'assistenza domiciliare) sono accreditati congiuntamente a entrambe le aziende (Asp e cooperazione sociale) ed entrambe sottoscrivono il contratto di servizio con la committenza pubblica (Comune e Ausl). Quindi anche nei confronti del privato sociale diciamo è regolamentato l'affidamento e ne sono verificati sia nella fase di indirizzo sia in quella di controllo gli esiti dei questo fondo.
Infine lei mi fa una quarta domanda se riteniamo che le aziende regionali, pur se ampiamente partecipate dal Comune che ne detiene la maggioranza, siano in linea con le indicazioni regionali oppure se occorra fare una nuova "pianificazione" per il prossimo anno. Non mi è chiarissimo a quali indicazioni regionali specifiche lei faccia riferimento, certo è che se le indicazioni regionali sono quelle per l’utilizzo del Frna, quelle indicazioni regionali sono rispettate dal Comune e dall’Ausl nell’esercizio delle loro attività programmatorie e contabili, sono anche oggetto di una programmazione sovradistrettuale in sede di Conferenza territoriale socio-sanitaria. Le ASP, relativamente a tali fondi, figurano come meri enti gestori di servizi pubblici finanziati dal Frna, al pari di altri soggetti privati non profit e profit. C'è un unico grande sistema dell'accreditamento con una committenza pubblica, un accreditamento pubblico e soggetti pubblici come le Asp e del privato sociale che poi realizzano la gestione egli indirizzi che il Comune da' loro per la gestione di servizi così importanti e delicati quali i servizi alla persona"."
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