Dal Carlino di Bologna
Dal sito della FIAB:
"In tutta Europa vengono applicati da anni
con successo, in Italia da un numero crescente di città piccole e
grandi, con grande sforzo per rimuovere ostacoli e freni: i sensi unici eccetto bici
Proviamo ad esaminare queste soluzioni in ambito europeo e le possibili applicazioni nel nostro paese.
Cosa sono e come funzionano
In contesti urbani come per es. le zone 30 , con apposita segnaletica (a destra, Gran Bretagna, esistente anche nel codice italiano), viene consentito ai ciclisti il transito bidirezionale in strade a senso unico.
Perchè
Lo scopo è facilitare ed incentivare la
mobilità in bicicletta come valida alternativa al traffico motorizzato,
ma anche rendere più sicure e vivibili ampie zone urbane. In pratica si
applica il principio che pedoni e ciclisti, come l'acqua, prendono le vie più brevi
Le parole contano
Le definizioni di uso corretto sono "sensi unici eccetto bici", "doppi sensi ciclabili" o "controsenso bici". Questi termini sono sostanzialmente equivalenti ed interscambiabili.
Parlare di "contromano" è fuorviante. La parola indica infatti il transito sulla sinistra
della carreggiata, in evidente violazione, con invasione della
direzione opposta: come quando qualcuno imbocca un'autostrada dal lato
sbagliato o effettua un sorpasso vietato spostandosi sulla corsia di
sinistra e superando la linea continua.
Pericolosi?
Nonostante le apparenze i "sensi unici eccetto bici", ovunque applicati, riducono l'incidentalità
per tutti, non solo per le bicicletta. Lo dimostrano in modo concorde
numerose rilevazioni e studi internazionali condotti dove viene
applicata questa soluzione viabilistica. Questo è vero paradossalmente
anche nei casi in cui i ciclisti percorrono controsenso strade a senso
unico senza segnaletica che lo consente, e quindi in infrazione. Il
motivo è semplice: l'incontro "faccia a faccia" porta intuitivamente a
condotte di guida più prudenti.
Segnaletica
La segnaletica diffusa in tutta Europa è
uniforme e consiste nel cartello di senso unico con "pannello
integrativo" che specifica l'esclusione dal divieto delle biciclette
(figure a destra, Francia). Spesso il pannello integrativo è presente
anche sotto al cartello di senso opposto, il rettangolo blu con freccia
bianca, che indica il senso consentito a tutti gli altri veicoli (fig. a
sinistra, Bolzano).
Nella maggior parte dei casi (Olanda,
Germania, Danimarca etc) non è presente nessuna segnaletica orizzontale,
cioè strisce separatorie o corsie riservate al transito bici in
controsenso. In altri paesi (es. Francia, Belgio) è invece presente la
segnaletica orizzontale, con una separazione ottica della carreggiata,
opzionale od obbligatoria. Esistono anche in alcuni casi cartelli o
pannelli che rendono più evidente la situazione in cui le biciclette
transitano "in controsenso".
Soluzioni con effetti simili
Nei paesi europei che già applicano i
"sensi unici eccetto bici" sono presenti anche altre soluzioni di
effetto e significato analogo, differenziate però secondo il contesto.
Le tecniche in uso rientrano in gran parte in quelle tipiche della
moderazione del traffico. Alcuni esempi:
Divieto di svolta /svolta obbligata eccetto bici:
all'immissione in una strada non formalmente a senso unico si consente,
tramite la segnaletica, la svolta alle sole bici. La strada viene
transitata in un solo senso da tutti i veicoli e nell'altro dalle sole
bici.
Corsie ciclabili controsenso anche
senza separazione fisica, con la sola linea tracciata sulla
careggiata. In alcuni casi è presente un breve tratto con cordolo
separatore all'imbocco della strada, con effetto di restringimento e di
facilitazione per le biciclette.
Isole ambientali (zone de recontre, Spielstrasse, Begegnungszone):
aree simili a zone 30 "rafforzate"; sul piano normativo la gerarchia
del traffico viene ribaltata, con i mezzi motorizzati all'ultimo posto,
obbligati a dare sempre la precedenza a biciclette, pedoni, bambini
che giocano etc. In pratica una quasi-zona pedonale, dove i veicoli
motorizzati sono tollerati e devono adeguarsi a tutte le altre figure
presenti. Il cartello utilizzato è quello di "zona residenziale"
presente anche in Italia, ma, nella normativa europea, con significato
ben preciso, prescrittivo e limitante per i mezzi a motore.
Restringimenti e sensi unici alternati : su strade precedentemente a senso unico viene ripristinato il doppio senso,
senza allargare la carreggiata utile, o restringendola ancora, per es.
con la sosta sui due lati, oppure a lati alterni ad intervalli di alcune
decine di metri. Lo scambio delle auto è reso difficile, o possibile
solo in spiazzi più larghi, anch'essi dislocati a distanza di alcune
decine di metri. Vengono talvolta usati rallentatori (dossi, "cuscini berlinesi", etc.) La velocità e la condotta di guida vengono in tal modo forzatamente ridotti e resi compatibili con la presenza di biciclette, pedoni, bambini che giocano etc
Ed in Italia?
Questa sensata e semplice soluzione è
applicata anche in Italia da numerosi Comuni che con coraggio si stanno
impegnando sulla mobilità sostenibile. Finora si frapponevano ostacoli
ed interpretazioni normative a freno di una applicazione diffusa in
molte altre città.
Di recente il Ministero (*) ha dato via
libera esplicita, sia pur con una segnaletica un po' diversa da quella
europea, almeno ad una delle possibili soluzioni da tempo indicate da
esperti Fiab (vedi qui): il doppio senso “limitato” alle biciclette
consiste in una strada a doppio senso di marcia con una direzione
consentita a tutti e quella opposta solo alle biciclette. La segnaletica
(fig. a destra) obbliga tutti i mezzi ad una svolta, consentendo solo
alle bici di imboccare la strada a dritto. Il parere ministeriale
prevede zona 30, larghezza minima mt 4,25 e assenza di traffico pesante.
Altra soluzione è data dalle zone pedonali, che nel codice italiano sono transitabili in bici salvo esplicito divieto. Si tratta quindi di vere e proprie zone ciclo-pedonali
che possono anche consentire l'accesso per es. ai disabili o ai mezzi
di soccorso senza inficiare la transitabilità in bicicletta. Tali zone
pedonali devono essere bidirezionali per le biciclette.
Con effetti analoghi ai sensi unici eccetto bici possono essere utilizzati i sensi unici alternati,
al posto del senso unico ordinario, eventualmente rafforzati da
rallentatori ed altri interventi costruttivi leggeri. Effetto simile
avrà l'utilizzo di brevi tratti di pista ciclabile all'imbocco
di strade (simile alla figura, Belgio) e per quel solo segmento il
senso unico generalizzato, non applicabile alle biciclette che
transitano in sede riservata e separata da quella stradale. La
prosecuzione della strada sarà a doppio senso, ma non raggiungibile dal
traffico motorizzato. La tipologia di pista ciclabile all'imbocco potrà
essere in sede propria o contigua al marciapiede, eventualmente
unidirezionale, nel senso opposto al senso unico.
Rimane infine la soluzione "europea", illustrata sopra e già applicata in numerose città fra cui la notissima Reggio Emilia."
Confesso: da ciclista incallito, non mi piace. In Italia non abbiamo la stessa sensibilità civica degli altri paesi. Capiteranno delle disgrazie. Poi rimane il fatto che anzichè pitturare dei marciapiedi si tratta di pitturare delle strade. Sensi unici: gli italiani per abitudine sono abituati accedendo al senso unico da passo carraio o strada nel verso dell'immettersi nella strada, a guardare solo dal lato di marcia. Sarà una ecatombe. A mio avviso le soluzioni a breve sono altre.
RispondiEliminasono perplessa pure io ... da ciclista e da automobilista. La cosa da fare è assicurarsi che la segnaletica sia visibile da più parti e che la pista sia facilmente individuabile sia per i ciclisti che per gli automobilisti, in modo che non affrontino allegramente passi carrai, incorci e strade...
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