Il bilancio consuntivo
2013 del Comune di Bologna consente di verificare l’andamento della
gestione dell’esercizio appena trascorso. Prima di illustrare i
dati di sintesi e commentare, rispetto al Consuntivo 2012,
l'andamento delle entrate e delle uscite, è opportuno sottolineare
che anche il 2013 è stato un anno di grandi incertezze e difficoltà.
Purtroppo, è questo il quadro in cui l'Amministrazione si è trovata
a lavorare fin dall'inizio del suo mandato e non si vedono a
tutt'oggi segni di miglioramento. Non vi è un assetto chiaro del
federalismo fiscale, e i continui interventi effettuati in questi
anni, sia per ridurre la spesa e il disavanzo della pubblica
amministrazione, sia per le tormentate traversie che hanno riguardato
l'IMU prima abitazione, hanno generato una situazione di costante
indeterminatezza dei flussi in entrata del Comune, con effetti che si
ripercuotono non solo sui bilanci dell'esercizio in corso e di quelli
futuri, ma a volte persino su quelli già chiusi, soprattutto per la
rideterminazione, ad esercizio già terminato, dei flussi di risorse
provenienti dallo Stato.
Le difficoltà sono
accresciute dalle numerose novità dei nuovi criteri contabili (d.
lgs. 118/2011). Questo è il secondo consuntivo che viene redatto in
base a questi criteri, a cui il Comune di Bologna ha aderito già dal
2012, rientrando tra gli enti sperimentatori. Le implicazioni della
nuova contabilità sono notevoli e vanno tenute in attenta
considerazione per una corretta lettura e interpretazione dei
bilanci, che risultano adesso più trasparenti e affidabili, ma
faticosamente comparabili con quelli degli esercizi precedenti.
Il quadro normativo in
continuo mutamento, i nuovi adempimenti contabili, e un flusso di
risorse finanziarie e umane in continuo calo, a fronte di esigenze
crescenti indotte anche dal perdurare della crisi, stanno mettendo a
dura prova la macchina amministrativa e organizzativa del Comune, che
è però riuscita, come dimostrano anche i dati del Consuntivo 2013,
non solo a far fronte alle emergenze e alle molteplici difficoltà,
ma anche a continuare il percorso di realizzazione delle politiche
annunciate ad inizio mandato. Le priorità dell'amministrazione
continuano ad essere perseguite, come emerge dai dati dei consuntivi
di questi anni, nonché dalla Relazione di metà mandato presentata
il 3 febbraio 2014
(http://bilancio.comune.bologna.it/2014/02/il-bilancio-di-meta-mandato/).
I risultati 2013, così
come quelli 2012, testimoniano la solidità e virtuosità del
bilancio del Comune di Bologna, che ha saputo affrontare
positivamente complessità e avversità, muovendosi tra un numero
crescente di vincoli. Questo testimonia il senso di responsabilità e
l’attenta gestione da parte dell’amministrazione e di tutto
l’apparato tecnico, a cui va il nostro più pieno apprezzamento e
ringraziamento.
Il Comune può ritenersi
virtuoso sotto molteplici aspetti, tra cui meritano di essere
sottolineati i seguenti:
- il rispetto di tutti i vincoli posti dalla normativa: il saldo obiettivo (di 38,2 milioni) relativo al Patto di Stabilità interno e i vari vincoli relativi a diverse tipologie di spesa: personale; studi e consulenze; relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza; sponsorizzazioni; missioni; formazione; acquisti, manutenzione, noleggio ed esercizio di autovetture; acquisti di mobili e arredi. Queste spese sono state in molti casi notevolmente inferiori alle soglie massime stabilite dalla normativa, come emerge chiaramente dal dettagliato monitoraggio effettuato nella Relazione al Rendiconto e in quella dei Revisori;
- la continua riduzione del debito, che è sceso di ulteriori 24 milioni nel 2013, passando da 265 milioni a fine 2010 a circa 186 milioni a fine 2013. Il debito pro-capite del Comune di Bologna è tra i più bassi a livello nazionale, se confrontato con i Comuni di analoga dimensione, e la sua continua riduzione consente una parallela continua diminuzione degli oneri per il rimborso del debito (quota interessi e capitale) liberando risorse di parte corrente e rendendo più flessibile il bilancio;
- grazie alla continua riduzione delle spese per ammortamento mutui e delle spese per il personale, la rigidità della spesa corrente (calcolata rapportando la somma di spese per personale e per ammortamento mutuo al totale dei titoli I, II e III delle entrate) si è ulteriormente ridotta dal 38,2% del 2012 al 36,4% del 2013 (era superiore al 43% nel 2010);
- pur a fronte di una consistente riduzione di risorse umane e finanziarie, l’amministrazione comunale ha garantito e in alcuni casi anche potenziato e migliorato l’offerta di servizi socio-assistenziali ed educativi e gli investimenti per la cura della città, la qualità urbana, la sicurezza delle infrastrutture e degli edifici, soprattutto quelli scolastici. Ciò ha comportato un enorme impegno non solo finanziario, ma anche umano, da parte di tutta la struttura amministrativa, che ha dovuto contemporaneamente far fronte ad una riduzione di risorse, a maggiori carichi di lavoro, a nuove e crescenti domande e problemi indotti dalla crisi. Anche a loro deve andare il nostro più sentito ringraziamento e riconoscimento.
Il
risultato di sintesi economico-finanziaria e l'avanzo di
amministrazione
Il risultato 2013
illustrato nella Tabella di sintesi economico-finanziaria (Allegato
alla Relazione al rendiconto) riporta innanzitutto le spese che
concorrono a definire l’equilibrio economico finanziario. Le spese
comprendono: tutte le spese di parte corrente (Titolo I), alcune
spese di investimento (incluse nel Titolo II) finanziate con entrate
correnti, la quota capitale di rimborso dei prestiti (compresa nel
Titolo III). La spesa, così definita è pari a 499,870 milioni di
euro. Compare poi per la prima volta, a seguito dei nuovi criteri
contabili, un fondo pluriennale vincolato relativo ai consumi
specifici. Questo fondo è pari a 14,5 milioni, per lo più
imputabili (per 13,3 milioni) ad entrate corrispondenti, a loro
volta largamente connesse al rimborso di un credito di imposta ai
dividendi (di circa 11 milioni) utilizzato per finanziare spese di
investimento, contabilizzate, come il credito, nella parte corrente
del bilancio. Si ricorda che il
fondo pluriennale vincolato è costituito da risorse già accertate e
impegnate, secondo il nuovo criterio di competenza potenziata, ma
esigibili in esercizi successivi a quelli in cui è accertata
l’entrata, che ne funge da copertura. La parte delle entrate che
non si traduce in spese nello stesso esercizio in cui è stata
accertata l'entrata va ad alimentare il fondo pluriennale vincolato
che servirà a copertura delle spese per l'esercizio o gli esercizi
successivi.
Le entrate sono relative
ai primi tre titoli: entrate tributarie (Titolo I), contributi e
trasferimenti correnti (Titolo II) ed entrate extra-tributarie
(Titolo III). Come nel 2012, anche nel 2013 non sono stati utilizzati
contributi per permessi di costruzione per finanziare spese di parte
corrente.
Le entrate di questi
Titoli ammontano, sempre secondo i nuovi criteri contabili, a 558,290
milioni di euro. Circa 10,4 milioni di queste entrate evidenziate
nella Tabella di sintesi derivano però dall'applicazione dell'avanzo
di amministrazione e sono pertanto a fronte di spese di carattere
straordinario che, come vedremo fra breve, hanno caratterizzato in
modo marcato il 2013.
Il saldo di parte
corrente dell’esercizio 2013 è di 43, 924 milioni di euro, di
importo sostanzialmente analogo a quello del 2012.
Date le diverse
classificazioni, non è immediato giungere da questo importo
all'avanzo di amministrazione riportato nella Relazione al rendiconto
della gestione e pari a 131,461 milioni. Per
arrivare a questo avanzo complessivo di amministrazione occorre
aggiungere al saldo di parte corrente di 43,924 milioni le seguenti
voci:
- il saldo degli altri titoli di entrata e di spesa (-29,169 milioni, al netto di 810 mila euro di spese del titolo II incluse nella spesa corrente nella Tabella di sintesi economico finanziaria);
- la variazione del Fondo pluriennale vincolato, con l’esclusione, dal fondo finale, della quota destinata al finanziamento di consumi specifici (28,105 milioni);
- l'avanzo di amministrazione dell'anno precedente applicato alle sole spese in conto capitale (20,622 milioni di euro), in quanto quello utilizzato in larghissima prevalenza per spese correnti di carattere straordinario è già incluso nella Tabella di sintesi per un importo di 10,395 milioni;
- il saldo derivante dalla gestione dei residui (1,261 milioni di euro);
- l'avanzo di amministrazione dell'anno precedente non applicato (66,718 milioni di euro).
E' importante
sottolineare che l'avanzo complessivo di amministrazione di 131,461
milioni è al lordo del Fondo svalutazione crediti, pari a 81,8
milioni. In base ai nuovi criteri contabili, infatti, tutte le
entrate accertate vanno contabilizzate, ma al contempo va costituito
un fondo svalutazione crediti a fronte di quelle entrate che sono di
dubbia o difficile esazione, in modo da evitare che queste possano
essere usate a copertura di spese. Al netto di questo Fondo, l'avanzo
è pari a 49,629 milioni ed ha le seguenti destinazioni:
- in larga parte (circa 30,2 milioni) è a fronte di destinazioni vincolate per obbligazioni ad esigibilità differita o per vincoli derivanti da trasferimenti;
- altri 10,9 milioni saranno impiegati per spese di investimento destinate in larga prevalenza alla manutenzione straordinaria, cura e riqualificazione della città e alla sicurezza stradale;
- i rimanenti 8,5 milioni sono destinati, a titolo cautelativo, ad accantonamenti per garantire gli equilibri di bilancio. L'elevata incertezza connessa ai continui mutamenti normativi e ad attribuzioni di risorse statali che mutano anche nel corso dell'esercizio e persino in relazione ad esercizi passati, e la presenza di alcuni contenziosi in essere, ancora incerti nei tempi come nell'esito, ma che potrebbero avere effetti di rilievo sul bilancio, impongono in via prudenziale l'accantonamento di tutto l'avanzo rimanente. Nel corso dell'esercizio, questo accantonamento sarà oggetto di attento monitoraggio, per valutarne la congruità, in funzione degli eventi nel frattempo intercorsi. Solo se questi saranno favorevoli all'Amministrazione, potrà esserne riconsiderato, in corso d'anno, l'utilizzo ad altri fini.
L'andamento
delle spese
Le spese aumentano di
circa 5 milioni rispetto al 2012. Continuano a calare (di 4,7
milioni) le spese finanziate con entrate corrispondenti. Inoltre,
come si è anticipato, si concentrano nel 2013 molte spese a
carattere straordinario, o comunque di natura particolare, ad esempio
connesse ai nuovi criteri contabili. Tra queste, meritano di essere
ricordate, per un confronto con il 2012:
- 1,4 milioni di spese per le consultazioni elettorali nazionali e il referendum comunale sui finanziamenti alle scuole dell’infanzia (contabilizzate come spese del settore Gare e Personale)
- 2,7 milioni in più per il salario accessorio dei dipendenti, che derivano per lo più dal confronto con un dato particolarmente basso nel 2012 e dall'applicazione dei nuovi criteri contabili;
- circa 6 milioni di spese per consumi specifici, di cui quasi 3 milioni per potenziamento degli interventi di manutenzione ordinaria e per il conguaglio revisione prezzi a seguito del cambio di gestore nel servizio global, 1,2 milioni di investimenti di parte corrente per i nuovi varchi previsti nell'ambito del progetto mobilità, 1,8 milioni di maggiori costi per notifiche connesse alla aumentata attività di accertamento da parte della Polizia Municipale;
- 4,1 milioni per maggiori esborsi IVA per e 3,9 milioni per esiti di vertenze giudiziarie di varia natura, tra cui in particolare quella connessa all'esproprio per la realizzazione dell'Istituto scolastico Copernico. Entrambe queste spese sono contabilizzati nella voce altre spese.
Complessivamente
si tratta di oltre 18 milioni di spese che per la loro natura
meritano di essere isolate dalla altre. Per un confronto corretto con
il 2012 va ricordato che anche in quell'esercizio vi erano state
spese straordinarie, che non si sono ripetute nel 2013. In
particolare cala di 5,2 milioni la spesa per il servizio di rimozione
della neve e scompare la voce di 3,8 milioni relativa al rimborso
anticipato di mutui presente nel 2012, in base a quanto previsto da
apposita normativa nazionale.
Rispetto al 2012, resta
una concentrazione di spese straordinarie, o di natura particolare,
superiore, nel 2013, di circa 9 milioni. Come già osservato, un
chiaro indicatore della significativa presenza di spese straordinarie
nel 2013 è dato dall'elevata quota di applicazione per spese di
parte corrente dell'avanzo relativo ad esercizi precedenti (circa
10,4 milioni).
Fatte queste premesse,
l'aumento di 5 milioni delle spese correnti a consuntivo 2013,
rispetto al 2012, testimonia come la dinamica delle spese correnti
del Comune di Bologna continui a mostrare, al netto degli esborsi di
natura inconsueta o particolare di cui si è detto, positivi segni di
contenimento, come dimostra peraltro l'andamento delle diversi voci,
di cui ora diremo.
La spesa di personale
cala complessivamente di ulteriori 3,4 milioni rispetto al 2012 (pur
tenendo conto del significativo aumento degli oneri per salario
accessorio prima ricordato). Dal 2010 è scesa complessivamente di
circa 27 milioni. Nello stesso periodo, il personale a tempo
indeterminato è sceso da 4.698 unità a 4.271 (circa 100 persone in
meno nel 2013). Nel 2013, la significativa riduzione del personale a
tempo determinato, da 427 a 332 unità in media annua, è in larga
parte imputabile alla modalità di gestione di alcuni servizi
educativi adottata nel 2013, che ha visto un trasferimento di risorse
dal personale ai consumi specifici del Settore Istruzione.
La spesa per economato
nel complesso si riduce di circa 500 mila euro. Il calo sarebbe molto
più consistente se si escludessero lo spese sostenute nel 2013 per
le consultazioni elettorali e per il referendum (nel complesso circa
1 milione). Questo dato è il risultato, da un lato dell'attento
presidio della spesa per acquisto di beni e servizi, per utenze,
riscaldamento e climatizzazione, dall'altro delle condizioni
climatiche più favorevoli nel 2013, rispetto al 2012, che aveva
infatti visto una impennata delle utenze e delle spese per
climatizzazione degli ambienti pubblici.
La spesa per consumi
specifici aumenta di circa 12 milioni, di cui circa 6 milioni,
come si è detto, di natura prevalentemente straordinaria. Dei
rimanenti 6 milioni, quasi 4 costituiscono uno spostamento contabile
di spesa, dal settore Personale al settore Istruzione per la diversa
gestione (tramite Asp Irides), nel 2013, di alcuni servizi
integrativi di tipo educativo. Cambia la contabilizzazione, ma non la
finalità e il contenuto effettivo della spesa. I restanti incrementi
sono in larga parte riconducibili:
- all'impiego, finalizzato, degli introiti dell'imposta di soggiorno, incrementati nel 2013 di quasi 2 milioni, in quanto nel 2012 il nuovo tributo era stato applicato solo da settembre;
- alla gestione nel 2013 del fondo anticrisi definito nell'accordo sindacale che ha accompagnato l'approvazione del bilancio preventivo 2013 e che in larga parte ha riguardato servizi per famiglie in emergenza abitativa o contributi per incentivare locazioni a canoni concordati. Questi interventi hanno supplito al venir meno dei finanziamenti statali dedicati e che in parte dovrebbero essere reintrodotti nel 2014, in base a quanto previsto dal d.l. 47 del 28 marzo 2014. Le politiche effettuate con le risorse stanziate nel fondo anticrisi (complessivamente 1,5 milioni per la parte corrente e 3 in conto capitale) sono soggette ad attento monitoraggio.
Sono stati poi effettuati
interventi per la manutenzione delle scuole e del patrimonio storico
monumentale e per la pulizia dai muri, con un progetto specifico NO
TAG, che prevede una serie articolata di azioni.
La voce altre spese
è in calo di 1,2 milioni, ma questo calo è il risultato di
variazioni anche molto significative della varie ed eterogenee voci
che compongono questo aggregato. Le spese straordinarie in aumento e
in diminuzione (circa 9 milioni) più o meno si pareggiano. Tra le
altre voci in aumento vi sono circa 2,2 milioni di trasferimenti in
più ad Hera, a fronte del potenziamento dei nuovi sistemi di
raccolta differenziata e circa un milione di maggiori costi di
accertamento e riscossione, a seguito dei crescenti impegni richiesti
all'ente nella gestione dei tributi e al potenziamento dell'attività
di accertamento e riscossione. Questi aumenti sono più che
compensati dalla riduzione degli oneri per il servizio del debito,
che calano di ulteriori 4,4 milioni grazie al continuo processo di
abbattimento del debito. Si riducono, infine, di 1,7 milioni di euro
le spese per fitti passivi, a seguito di interventi di
razionalizzazione degli spazi, tra cui in particolare il
trasferimento della Procura da un immobile in locazione passiva in
uno di proprietà comunale.
In conclusione, una
attenta lettura dei risultati dell'esercizio 2013 relativi alle spese
mostra come l'amministrazione sia riuscita, da un lato, a far fronte
ad un ammontare significativo di spese straordinarie, o connesse ai
nuovi criteri contabili, e dall'altro a sostenere alcune nuove spese
che qualificano l'attività dell'amministrazione, grazie agli
introiti dell'imposta di soggiorno e ai risparmi effettuati in altri
vari comparti di spesa (personale, spese generali, fitti passivi,
quote capitale e interessi del servizio di rimborso del debito,
etc.).
L'andamento
delle entrate
Le numerose modifiche
normative intervenute anche nel corso dello scorso anno rendono
difficilmente confrontabili le entrate del consuntivo 2013 con quelle
dell'anno precedente. Ad esempio, il dato relativo all'IMU, la
principale fonte di entrate del Comune nel 2013 è 42 milioni in meno
rispetto al 2012: 132 milioni, rispetto a più di 174. Questo dato è
il risultato di diversi fattori:
- la tormentata abolizione dell'IMU prima abitazione, ad eccezione della cd. Mini IMU, versata a gennaio 2014, ma di competenza 2013 (6,4 milioni è la quota del 40% versata dai cittadini bolognesi);
- la diversa allocazione del gettito fra Stato e Comuni, che vede i Comuni potenzialmente titolari di tutto il gettito IMU ad eccezione della quota, fino ad aliquota base del 7,6 per mille, degli immobili di categoria D relativi a beni strumentali alle attività produttive. Nel 2013 le somme pagate dai contribuenti bolognesi (famiglie e imprese) sono ammontate complessivamente a 192,9 milioni di euro, inclusa la mini IMU;
- l'introduzione di un nuovo Fondo di solidarietà, al posto del precedente fondo di riequilibrio, che vede lo Stato trattenere una consistente cifra (per Bologna circa 60,6 milioni nel 2013) del gettito IMU di spettanza del Comune, e che compare in bilancio come minore entrata a titolo di IMU (192,9-60,6=132,3).
La compensazione per
l'abolizione dell'IMU prima abitazione è avvenuta con un
trasferimento a carico dello stato, contabilizzato nel titolo II
(pari a 47,6 milioni). Questo trasferimento è una tantum, in
quanto, come è noto, la tassazione è nuovamente mutata nel 2014 e i
titolari di prima abitazione, non più soggetti ad IMU, saranno
soggetti alla nuova TASI (Tassa sui servizi indivisibili). L'onere
torna dunque, dal 2014, in capo ai cittadini bolognesi.
Non dovrebbe essere una
tantum il trasferimento di 6,4 milioni , sempre dallo Stato, per il
rimborso dell'IMU sugli immobili comunali. Ma purtroppo, di anno in
anno, occorre ricontrattare per rimediare a questo vizio originario
dell'IMU, che a differenza dell'ICI aveva assoggettato ad imposta
anche gli immobili comunali.
Tornando al titolo I, e
per completare il quadro dei rapporti fra Stato e Comuni, si osserva
un cambiamento strutturale di grande rilievo. Viene abolito il Fondo
sperimentale di riequilibrio, con minori entrate dallo Stato per
circa 54 milioni nel 2013 rispetto al 2012, solo in parte compensate
(per 32,5 milioni nel 2013) da attribuzioni al Comune a valere sul
nuovo Fondo di solidarietà comunale. Il risultato di tutte queste
modifiche (e prescindendo dal trasferimento una tantum per compensare
l'abolizione dell'IMU prima abitazione ad aliquota base del 4 per
mille) è che il Comune di Bologna vede ulteriormente ridursi, di
21,5 milioni, i trasferimenti dallo Stato, e contribuisce con circa
28 milioni netti alla costituzione del nuovo Fondo di solidarietà. I
60,6 milioni con cui nel 2013 il Comune di Bologna contribuisce a
questo fondo non compaiono, come si è detto, in bilancio perché i
criteri contabili richiedono che l'IMU sia già al netto di questo
importo, direttamente trattenuto dallo Stato.
Anche le imposte
indirette sono difficilmente confrontabili, dato il diverso quadro
normativo. Scompare la TARSU e compare la TARES, che appare
significativamente superiore, ma di fatto è solo perché ingloba la
ex ECA che accompagnava la TARSU (e compariva come addizionale alle
imposte dirette, in bilancio).
L'imposta di soggiorno ha
determinato entrate per 3,1 milioni, 1,9 milioni in più rispetto al
2012, dove era entrata in vigore solo nell'ultimo quadrimestre
dell'anno. Il buon andamento dell'imposta di soggiorno, sostenuto
dalla crescita del turismo e dei pernottamenti, ha consentito di
finanziare diverse iniziative di promozione della città e in campo
culturale, aumentando le spese per Consumi specifici dei Dipartimenti
Economia e promozione della città e Cultura e scuola.
E' continuato un
significativo e crescente recupero di imposte evase. Come si evince
da una apposita tabella della Relazione al Rendiconto nel 2013 sono
stati recuperati tributi arretrati per 26 milioni, rispetto ai 19,8
dello scorso anno e ai 13,8 del 2011. L'aumento ha riguardato l'Ici
per circa 2 milioni e la Tarsu per 3,7.
Le entrate
extratributarie (titolo III) aumentano di circa 13 milioni, in larga
parte a seguito del rimborso di quasi 11 milioni del credito di
imposta di dividendi utilizzato dal Comune nel 2013 (contabilizzato
nella voce rimborsi in entrata, e destinato a spese di investimento).
Aumentano inoltre i
proventi per parchimetri (+1,1 milioni) e le sanzioni per violazione
del codice della strada (+1,8 milioni); l'aumento sarebbe stato
superiore se non vi fosse stato, a partire da agosto 2013, la
possibilità di usufruire, su certe tipologie di sanzioni, di uno
sconto del 30%, se il pagamento avviene entro 5 giorni dalla
notifica.
Tra le altre entrate da
redditi di capitale, va sottolineato nel confronto con il 2012
l'incasso di carattere straordinario di 2,2 milioni connesso alla
vendita dei diritti di opzione relativamente alle partecipazioni
azionarie detenute in Hera spa.
Le
spese di investimento
Un dato di particolare
rilievo nel consuntivo 2013 riguarda le spese di investimento
contabilizzate con il criterio della definitiva approvazione del
progetto esecutivo, che salgono da 40,8 milioni del 2012 a quasi 57
nel 2013. Questi investimenti sono stati finanziati per circa 5
milioni con finanziamenti da altri enti e per poco più di 6 milioni
con mutui. I rimanenti 45,5 milioni derivano da risorse comunali
(incluso il fondo pluriennale vincolato dell'esercizio precedente):
da alienazioni di immobili, da oneri di urbanizzazione, dall'avanzo
di amministrazione dell'anno precedente e dal più volte ricordato
rimborso del credito di imposta ai dividendi.
Le opere finanziate sono
per lo più concentrate nel Dipartimento cura e qualità del
territorio (32,9 milioni) e riguardano progetti di adeguamento e
manutenzione della rete viaria (complessivamente 10,3 milioni di
euro), altri progetti nel campo della mobilità (circa 6 milioni),
l'adeguamento e la manutenzione degli impianti di illuminazione
pubblica (6,1 milioni), la manutenzione straordinaria ed adeguamento
alla normativa degli edifici pubblici (6,7 milioni). Per quanto
riguarda le spese di investimento relative a progetti in altri
Settori/Dipartimenti, 3,4 milioni sono stati destinati alla
manutenzione straordinaria degli edifici scolastici, più di 5
milioni alla riqualificazione del verde, 3,6 milioni ad interventi
per la casa e circa 2,2 milioni per la realizzazione della rete
metropolitana a fibre ottiche. Tutti i progetti sono descritti
nell'Allegato alla relazione al rendiconto (e nel rendiconto di metà
mandato); in caso siano tuttora in corso, si dà evidenza del loro
stato di avanzamento nel Documento unico di programmazione che
accompagna il bilancio di previsione 2014-2016.
La crescita delle spese
di investimento costituisce una priorità che continuerà a
caratterizzare questa amministrazione. Queste spese, oltre a
stimolare più direttamente di altre l'attività produttiva e
l'occupazione sul territorio locale, sono orientate verso interventi
specifici, che le rendono particolarmente meritevoli: la cura e la
riqualificazione del territorio e del patrimonio della città,
l'ammodernamento delle infrastrutture, una migliore sostenibilità
ambientale, per una più elevata qualità della vita urbana.
L'obiettivo è generare benefici non solo per i cittadini e per le
attività oggi presenti a Bologna, ma anche e soprattutto alle
generazioni future, a cui abbiamo il dovere di lasciare una buona
eredità.
Conclusioni
Il Rendiconto della
gestione dell'esercizio finanziario 2013 si chiude positivamente, sia
per il rispetto degli equilibri di bilancio che dei numerosi vincoli
imposti dalla normativa. Si sono potute affrontare spese di carattere
eccezionale, pur continuando a garantire la continuità, e in alcuni
casi il potenziamento, dei servizi erogati dal Comune e della
manutenzione della città. La spesa di investimento è cresciuta, pur
nell'avversa situazione congiunturale e senza aumentare il debito,
che continua, invece, a diminuire. L'avanzo di amministrazione, al
netto del fondo svalutazione crediti e dei fondi di varia natura a
carattere vincolato, consente di finanziare da subito (appena
approvato il Rendiconto) gli interventi di manutenzione straordinaria
del patrimonio comunale e di effettuare accantonamenti prudenziali,
in grado di far fronte alle numerose incertezze che ancora riguardano
non solo il bilancio in corso e quelli futuri, ma anche quelli degli
esercizi passati.
Bologna, 29 aprile
2014
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