Lunedì 14 in Consiglio comunale era in discussione la delibera per la fusione per incorporazione di AMGA in HERA.
Nella precedente seduta di commissione del 7 aprile, il collega Facci chiede se vi sia la relazione della società di revisione sul rapporto di cambio delle azioni. La relazione non c'è e in delibera è scritto questo:
Dato atto che
- in mancanza della relazione di congruità del rapporto di cambio rilasciata da uno o più esperti ai sensi dell'art. 2501-sexies del codice civile, l'approvazione della Fusione per incorporazione della società AMGA in Hera è subordinatamente condizionata alla presentazione di tale relazione da parte di Hera ;
La relazione salta fuori in consiglio comunale il 14 aprile, ed è stata redatta il 19 marzo, quindi quando eravamo in commissione il 7 aprile doveva esserci consegnata. A questo punto chiediamo che venga sospesa la trattazione della delibera in consiglio per poter visionare il materiale ricevuto e dar modo alla Giunta di emendare la delibera inserendo il documento. Tutto ciò viene negato dalla maggioranza, e il dibattito riprende. Poi la maggioranza chiede una sospensione della seduta per fare una riunione di gruppo, una cosa decisamente inusuale. Dopo quasi un'ora e mezza di attesa decido di andarmene, come quasi tutti i colleghi dell'opposizione e pure quelli di Sel che sono nella coalizione di maggioranza, siamo indignati per la quantità di norme violate nella conduzione della seduta. Quello che rimane della maggioranza rientra in aula e vota la delibera.
Per esprimere la nostra più completa sfiducia nell'operato della Presidente del Consiglio, abbiamo preparato questa nota congiunta, dove spieghiamo le violazioni che abbiamo riscontrato e chiediamo una risposta, fino a quel momento non parteciperemo a nessuna riunione da lei presieduta a partire dalla capigruppo di oggi.
Alla sfiducia si aggiunge il punto interrogativo sul perchè un simile e importante documento non sia, non solo stato consegnato in tempo utile per la discussione della delibera in commissione dato che era già disponibile, stato inserito in delibera una volta saltato fuori.
Di seguito il testo della nota congiunta per esteso:
I sottoscritti Consiglieri comunali Michele Facci, Manes Bernardini, Massimo Bugani e Federica Salsi, Presidenti dei rispettivi Gruppi consiliari, ed in rappresentanza degli stessi
premesso
- che l'art. 39 del D. leg. 267 del 2000 (Testo Unico Enti Locali) stabilisce che al Presidente del consiglio sono attribuiti (tra gli altri) i poteri di convocazione e direzione dei lavori e delle attività del consiglio e il compito di assicurare adeguata e preventiva informazione ai gruppi consiliari ed ai singoli consiglieri sulle questioni sottoposte al consiglio.
- che il Presidente ha il compito di garantire il corretto svolgimento dei lavori del Consiglio ponendosi in una posizione di primus inter pares fra i consiglieri comunali (dalle cui fila viene eletto) al fine di dirigere e coordinare il lavoro degli altri componenti del collegio. Il suo, pertanto, è un ruolo istituzionale dovendosi svolgere in completa autonomia, non solo dai partiti politici e dai gruppi consiliari ma anche e soprattutto, dal sindaco e dalla giunta.
- che il Consiglio comunale, infatti, ha la funzione di indirizzo e di controllo (art. 42 T.U.E.L.) dell'operato del Sindaco e della Giunta dalla quale si differenzia, in quanto sono presenti maggioranza e minoranza e nel cui seno (quindi) si deve equilibrare l'esercizio di due distinti diritti: quello della maggioranza all'attuazione dell'indirizzo politico, e quello della minoranza a rappresentare e svolgere la propria opposizione (così Cons. di Stato, sez. V, 6 giugno 2002, n. 3187; cfr. Cons. di Stato, sez. V, 25 novembre 1999, n. 1983, in Cons. di Stato, 1999, 11, 1875).
- che tale equilibrio può essere garantito solo attraverso la predisposizione e il rispetto di regole la cui funzione non è agevolare questa o quella parte politica ma garantire il corretto funzionamento dell'organo. Regole, pertanto, essenzialmente procedimentali che dovrebbero essere politicamente neutre, in quanto condivise da tutte le parti politiche ed immuni ai cambiamenti di maggioranza.
- che il Presidente del Consiglio comunale è il soggetto principale a cui spetta il compito di applicare e far rispettare tali regole in quanto presidente di tutto il collegio e suo rappresentante (Cons. di Stato, sez. V, 6 giugno 2002, n. 3187).
Considerato
- che il Comune di Bologna disciplina le prerogative del Presidente del Consiglio comunale all'art. 25 bis del proprio Statuto;
Rilevato
- che il Presidente del Consiglio Comunale di Bologna, non assolvendo in pieno ai principi contenuti nella premessa e sanciti dal TUEL e dallo Statuto Comunale, ha ripetutamente rinunciato al suo ruolo di imparzialità al di sopra delle parti e degli schieramenti politici.
- Che, in particolare, da ultimo, nel corso della seduta di Consiglio comunale del 14 aprile u.s., in occasione della trattazione della delibera odg n° 199, il Presidente del Consiglio Comunale di Bologna ha violato l'art. 39 del D. leg. 267 del 2000 (Testo Unico Enti Locali), laddove non solo non ha assolto il proprio compito di “assicurare adeguata e preventiva informazione ai gruppi consiliari ed ai singoli consiglieri sulle questioni sottoposte al consiglio” (nel corso del dibattito è infatti emerso un nuovo importante documento, costituito dalla relazione degli esperti sul rapporto di cambio delle azioni, mai fornito ai consiglieri comunali precedentemente), ma addirittura ha partecipato – con voto contrario – alla votazione sulla condizione sospensiva proposta da alcuni consiglieri ai sensi dell'art. 32 del Regolamento sul funzionamento del Consiglio comunale, che lamentavano una palese violazione procedurale. In questo modo, la Presidente del Consiglio ha oggettivato la propria posizione di parzialità, e di non essere affatto la garante delle regole e delle procedure come richiesto (e imposto) dal Testo unico degli Enti locali.
Considerato inoltre
- che la medesima seduta di Consiglio comunale è stata sospesa per oltre un'ora, prima delle operazioni di voto, senza alcun tipo di giustificazione di carattere istituzionale, per permettere lo svolgimento di una riunione “riservata” tra due gruppi consiliari di maggioranza, un assessore, il Segretario comunale e la stessa Presidente del Consiglio, che in tal modo ha evidenziato di interpretare il proprio ruolo quale componente attiva della Giunta e della stessa maggioranza politica, in spregio alle prerogative di imparzialità che invece dovrebbe assumere.
Considerato, da ultimo,
- che anche le operazioni di voto sono state fatte svolgere in un contesto ambientale del tutto inadeguato, per la presenza rumorosa di manifestanti che hanno impedito il regolare svolgimento delle stesse, in violazione dell'articolo 17 del Regolamento sul funzionamento del Consiglio comunale
Ritenuto per quanto sopra
- Che il comportamento dell’attuale Presidente del Consiglio, non è conforme ai compiti Istituzionali che è chiamata ad assolvere in qualità di garante dell’assemblea consiliare.
§§§
- Tutto ciò premesso e considerato,
i sottoscritti Consiglieri comunali, nella loro predetta qualità, in rappresentanza dei rispettivi Gruppi consiliari,
chiedono
che da parte della Presidente del Consiglio comunale vi sia la presa d'atto del clima di sfiducia nel proprio operato che la stessa ha contribuito ad alimentare, e che tragga le necessarie conseguenze in ordine alla continuazione dell'incarico fiduciario ricevuto, e così colpevolmente disatteso
dichiarano
fin d'ora che non presenzieranno ad alcuna riunione presieduta dall'attuale Presidente del Consiglio, fino a quando non verrà data una positiva risposta alla presente formale richiesta
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