13 giugno 2015

Zona Universitaria, l'ordinanza di chiusura dei locali risolverà i problemi?

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Leggi la notizia a cui mi riferisco nella domanda di attualità

Questo il testo integrale del mio intervento:
"Grazie Presidente.
Devo dire che quest'ordinanza, se da una parte poteva avere una ratio se voleva essere un'ordinanza anti bivacco e anti alcool, nei fatti secondo me otterrà l'effetto esattamente contrario per quanto riguarda il bivacco e il consumo di alcool aggiungendo tutta una serie di problematiche secondo me non di secondo rilievo. Innanzitutto non capisco la ratio per cui sia stata fatta un'ordinanza tout court per colpire un'intera zona senza aver fatto prima un'istruttoria per capire quali fossero i locali che effettivamente potevano recare problema a quella zona; allora, fare un'ordinanza a 360° per poi scendere a patti il giorno dopo con alcuni locali è fare le cose a rovescio perchè nel frattempo, chi ha subito l'ordinanza e poi successivamente ha avuto il patto comunque ha avuto dei giorni nei quali si è ritrovato a dover stare chiuso e non ci si può certo affidare al buon cuore dell'amministrazione e al timing che ti da l'amministrazione per poter fissare degli appuntamenti per poter riaprire.
Quindi io già ritengo questo modus operandi ridicolo, ridicolo e poco rispettoso di chi lavora, di
chi prende impegni con i lavoratori perché purtroppo io temo che con un'ordinanza di questo tipo ci saranno forti ripercussioni anche sui posti di lavoro perché, se io impresa, devo fare riferimento a un determinato numero di costi fissi e lo rapporto pensando di poter stare aperto x ore, se il comune mi impone di chiudere prima, significa che io mantengo sempre i soliti costi fissi ma guadagno meno quindi da qualche parte dovrò tagliare; queste sono questioni di bilancio aziendale che a volte io faccio fatica a capire come un comune che comunque segue un bilancio, non riesca a capire come non possano essere analoghi anche in un bilancio di un'azienda privata, quindi ritengo che ci saranno grossissimi problemi sulle ripercussioni dei posti di lavoro, poi ritengo che potrebbe accadere l'effetto paradossale per cui, al momento della chiusura dei locali, le persone si riversano per strada e quello che era il rumore all'interno dei locali alla fine viene riversato nelle vie e quindi i residenti, giustamente che lamentano già delle problematiche, si troveranno con delle problematiche ancora più ampie con l'effetto poi paradossale successivamente della desertificazione di queste aree perché mano a mano che i locali chiudono, che le persone non ci vanno più, si desertificherà e invece di avere un'area viva, allegra e vissuta avremo un'area buia, vuota e spenta nella quale troverà spazio il degrado, l'abusivismo e tutta un'altra serie di problematiche ben conosciute.
Il Sindaco si era scagliato contro i negozi che vengono il cicchetto; perfetto, se il problema è quello di comperare un cicchetto a 1 euro e andarselo a bere in strada, allora facciamo un'operazione diversa: modifichiamo i regolamenti comunali, evitiamo l'apertura di questo tipo di locali in questa forma e se uno vuole consumare delle bevande alcoliche lo fa all'interno del locale, così evitiamo il riversarsi in strada ulteriormente di altre persone che potrebbero creare disagio.
Quindi io credo che se l'interno dell'ordinanza fosse stato quello di arginare la vendita abusiva di alcool, fosse quello di arginare tutta una serie di altre problematiche, abbia fallito miseramente.

Questo il testo integrale dela mia domanda di attualità:                 
La sottoscritta Consigliera Comunale Federica Salsi, del Gruppo Consiliare Misto, in base all'art. 58 del Regolamento sul Funzionamento del Consiglio Comunale,
           Premesso che:
 - in questi giorni la stampa locale ha reso noto l'acceso dibattito nato in seguito all'ortinanza ""DISCIPLINA DEGLI ORARI DEGLI ESERCIZI DI SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE, DEGLI ESERCIZI DI VICINATO ALIMENTARI E DEI LABORATORI ALIMENTARI SITUATI NELLA C.D. 'ZONA UNIVERSITARIA' PG.N. 168895/2015"";
   Chiede:
- per quale motivo il Sindaco abbia emesso un'ordinanza indirizzata a tutti gli esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, laboratori artigianali alimentari ed esercizi di vicinato del settore alimentare e misto;
- per quale motivo non sia stata fatta un'ordinanza puntuale solo su attività che creano disagio, salvo poi ad ordinanza emessa stringere dei patti con i singoli, ovvero se non sarebbe stato opportuno svolgere questo lavoro istruttorio prima di emettere l'ordinanza stessa;
- per quale motivo un provvedimento del genere non sia stato concertato con il Quartiere;
- se non ritenga che con una simile ordinanza possano essere messi a rischio posti di lavoro o le medesime aziende;
- se non ritenga che con la chiusura anticipata dei locali non si crei l'effetto paradossale di maggior rumore e degrado con il riversarsi degli avventori in strada
- se non ritenga che con i locali chiusi possa aumentare l'insicurezza nelle strade che progressivamente rimarranno deserte in seguito alla chiusura dei locali;
- se non ritenga di dover modificare i regolamenti comunali in merito ai locali che vendono il cd cicchetto, che di solito viene consumato in strada e non nel locale che date le dimensioni non è atto ad accogliere gli avventori;
- come intenda contrastare la vendita abusiva di alcoolici;
- se l'intento dell'ordinanza era quello di contenere il consumo di alcol come mai non si è agito solo su questo aspetto vietandone la vendita così come disposto nell'ordinanza stessa;
- se l'intento dell'ordinanza era quello di impedire il bivacco notturno, che notoriamente crea disagi ai residenti, come mai nell'ordinanza non se ne fa menzione;
- come questa ordinanza possa impedire rumori molesti come i tamburi in Piazza Verdi che hanno suonato dalle ore 23:45 fino alle 5:00;            
                                                                                                                                                                    Il Consigliere Comunale
Federica Salsi

La risposta dell'assessore Lepore:
"Non riesco ora a condividere i dati soprattutto sul profilo sanitario, per cui credo sia molto utile l'udienza conoscitiva chiesta da Borgonzoni.
Nel merito delle domande che mi riguardano, preferirei partire da un ragionamento più generale.
Prima una battuta: sapevo che qualcuno aveva in testa che questa Giunta difendesse i poteri forti, ho scoperto che i poteri forti sono i venditori di bomboloni, come Bombocrep e credo che almeno sulla difesa del bombolone potremo trovare un punto d'intesa, anche se credo che il Consiglio meriterebbe un livello del dibattito molto più alto. Come credo che il Consiglio meriterebbe un livello un po' più alto di lavoro dell'opposizione, perché si può contrastare questa Amministrazione discutendo provvedimenti, facendo altre proposte, ma devo dire che da quattro anni a questa parte, probabilmente che mi ha preceduto avrà avuto la stessa esperienza negli anni precedenti, devo dire che da alcune componenti del centro destra vedo più un lavoro da avvocati che da consiglieri comunali. Questa cosa un po' mi lascia perplesso, perché è giusto difendere i diritti dei cittadini con la propria professionalità, ma in questa sede credo, sarebbe molto importante farlo anche avanzando delle proposte. Delle proposte che risolvano i problemi. Questo, lo devo dire, nella collaborazione reciproca che dovremmo avere l'ho visto poche volte, soprattutto su questo tema della notte, che è un tema complicato per la nostra città, lo sappiamo bene, abbiamo un campus universitario in pieno centro, un problema storico che non devo stare a raccontare a voi.
La mia visione sui temi della notte e dei locali è rappresentata da via Belvedere, Belvedere è il modello di lavoro che secondo me dobbiamo portare avanti: abbiamo riunito gli operatori; abbiamo realizzato con venti di loro un patto di collaborazione; in questo patto c'è un decalogo delle cose che fanno loro e degli impegni che si assume l'amministrazione. Siamo partiti da segnalazioni dei cittadini.
      Una situazione completamente diversa dalla zona universitaria, quello era un deserto e in tre anni siamo riusciti, con la collaborazione degli operatori a bonificarlo, farlo diventare un volano economico per il nostro centro storico, un'attrazione per i turisti, una valorizzazione di un patrimonio pubblico, perché il mercato delle Erbe è di proprietà comunale, quella zona si è riempita di locali, di dehors di qualità, si è riempita di proteste dei residenti, perché prima si protestava per le siringhe, oggi ovviamente ci sono gli schiamazzi, ma insieme nel Patto di collaborazione lavoriamo per affrontare ogni giorno i problemi.
Il Pratello è un'altra zona della città molto importante, è stato colpito con ordinanze nel mandato Cofferati, ci fu un gran dibattito. Dopo quella stagione, gli operatori del Pratello hanno cambiato atteggiamento: si sono messi a lavorare, quello è un luogo dove rimangono dei problemi, ma è cambiato completamente l'atteggiamento da parte di chi ci lavora. Non è un caso che ad agosto quella via sia piena di turisti e di visitatori e ci siano i ristoranti aperti. Ieri ho incontrato un cittadino del Pratello insieme a un locale, e abbiamo discusso anche animatamente per capire come risolvere i problemi di disturbo alla quiete pubblica di un dehor e dell'intrattenimento musicale del locale. Il mio modello è di cercare di mettere attorno a un tavolo le persone e di trovare le composizioni.
Poi certo, ci sono gli avvocati che mandano avanti le cause e difendono i cittadini, ma la politica credo abbia un altro ruolo: quello di trovare una sintesi e costruire dei progetti.
     La zona universitaria è un distretto vero e proprio che da tanti anni ha dei problemi, non da oggi. Voi descrivete uno scenario apocalittico che nascerà a seguito di questa ordinanza. Io quando incontro i residenti della zona universitaria ho dei racconti non propriamente positivi sulla notte, sul lavoro che devono fare la mattina quando si devono svegliare, sui figli che devono andare a dormire a casa di altri famigliari quando ci sono gli esami. Voi mi direte: 'uno vive nella zona universitaria, se non gli va bene se ne va a vivere da un'altra parte'. Mi dispiace che questa sia una valutazione che viene dal centrodestra, devo dire che no abbiamo cercato per anni in questo mandato di lavorare per trovare una composizione. Abbiamo proposto dei patti di collaborazione ripetutamente a chi lavora in via Petroni e in altre parti di quella zona. Le risposte non sono state propriamente positive.
Per questo motivo il Sindaco ha chiesto qualche giorno fa di emanare un'ordinanza che stabilisce uno schema di orari al quale si può derogare attraverso dei Patti di collaborazione. L'esito di questa ordinanza è che oggi si riuniranno tanti locali, gestori e operatori per discutere anche le azioni contro l'Amministrazione, i ricorsi - benissimo - portare avanti i propri diritti, ed è giusto, ma mi risulta anche per fare delle proposte, assumersi delle responsabilità. Lo avrebbero fatto senza questa ordinanza? Non lo so, è da dimostrare. Quello che so è che ci sono tanti professionisti che lavorano nella notte nella zona universitaria che probabilmente da oggi si iniziano ad assumere una responsabilità di comunità e questo è un passo molto importante. Credo che se loro lo faranno, questa Amministrazione sarà la prima ad essere al loro fianco, per dare le deroghe, sostegno, gli incentivi, e a promuovere la zona universitaria insieme a loro come un bene comune. Occorre però un segnale , un segnale che deve venire da un mondo, che è quello di chi lavora nella notte nella zona universitaria, che ha deciso di fare certamente di queste attività il proprio mestiere e il proprio lavoro ma che ha deciso di investire in una zona in cui ci sono delle criticità, e quelle criticità vanno gestite e si dirà "si poteva colpire un locale piuttosto che un altro". Il Sindaco di Bologna deve fare i conti con le leggi nazionali. Le leggi nazionali, come gli avvocati sanno bene, possono essere interpretate in mille modi perché tutte le volte che andiamo al Tar non sappiamo qual è l'esito per cui le leggi non sono molto chiare. Sono chiare però su un punto: il Sindaco di Bologna non si deve occupare in gran parte di molti temi che sono in capo all'ordine e alla sicurezza e agli orari, perché c'è la liberalizzazione.
Quindi il Sindaco di Bologna ha pensato, siccome c'è da dare risposta ai cittadini, di inventarsi degli strumenti. Poi si farà ricorso, questi strumenti cadranno ma noi per dare risposta ai cittadini a Bologna le soluzioni ce le siamo sempre inventate. L'ordinanza e il patto di collaborazione sono lo strumento amministrativo e giuridico che noi proponiamo. Significa bastonare i commercianti? Significa dire che c'è una programmazione degli orari, degli obiettivi da raggiungere insieme, e lo strumento dei patti per poterli raggiungere".
Colpire un locale alla volta non serve, certo è giusto farlo, la guardia di finanza, la Asl, noi, i carabinieri dobbiamo andare a fare i controlli. Va fatta la sicurezza nei luoghi di lavoro, bisogna controllare se ci sono i contratti, bisogna fare i controlli sull'abusivismo su strada. Tutto vero, però noi questo lavoro lo abbiamo fatto, i numeri ci sono, insieme alle altre istituzioni, forse non a sufficienza, certo. Ma i risultati sono davanti agli occhi di tutti, quella è una zona che ha una massa critica di frequentazione e di offerta e di domanda eccessiva e non gestita a dovere.
Quindi bisogna intervenire e bisogna intervenire insieme, con questi patti l'Amministrazione firmerà un vero e proprio contratto e scriverà quali sono i propri obblighi, e le cose che farà in più: investimenti, potenziamento della Polizia Municipale, ma chiediamo alla comunità degli operatori della zona universitaria, di farsi carico non di quello che dovrebbe fare l'Amministrazione ma un dovere di cittadinanza, quello cioè di aiutare la comunità dei residenti a vivere meglio in quella zona, a farlo in collaborazione con l'Amministrazione, a farlo in collaborazione con gli studenti.
Se nei prossimi giorni firmeremo uno o più patti, lavoreremo strada per strada per costruire dei progetti riusciremo a dare delle deroghe, riusciremo a garantire il lavoro e anche la vivibilità, credo che il percorso che abbiamo avviato sarà un percorso che al di la' del conflitto iniziale, dei giusti timori che chi fa un mutuo per costruire un'attività economica ha, mi rendo conto che sia impaurito - lo immagino, ne sono consapevole - ma noi insieme dobbiamo risolvere i problemi, non dobbiamo agitarli. Credo che questo sia un punto fondamentale. Dicevo, se in queste settimane che abbiamo davanti, per me anche in questi giorni e ore riusciamo a trovare un'intesa, vedrete che l'ordinanza sarà soltanto un brutto o bel ricordo e avremo costruito un bel progetto sulla zona universitaria come bene comune su cui insieme potremo investire, forse su quale insieme potremo andare in Regione e a livello nazionale a chiedere che queste leggi cambino perché la vivibilità delle città si potrà veramente ottenere in modo definitivo solo se ai sindaci verranno dati più poteri per poter stare al fianco dei propri cittadini e non invece passare le proprie giornate a difendersi dalle cause, dai ricorsi, dalle contestazioni che impediscono ad un sindaco e ad un'amminstrazione di svolgere il suo ruolo primario, quello di costruire dei ponti, del dialogo, di risolvere i problemi.
In conclusione alcuni dati che mi ha fornito la Polizia Municipale che contrasta ordinariamente ogni forma di abusivismo commerciale conciliando tale attività con tutte le altre concomitanti che sono richieste in particolari contesti ed in determinati eventi.
In alcuni casi gli eventi sono di tali dimensioni da consigliare cautela durante gli interventi per evitare conseguenze che potrebbero essere nefaste per gli ignari cittadini, in tali circostanze il contenimento dell'abusivismo attraverso l'allontanamento degli ambulanti i è l'unica possibilità per agire in condizioni di sicurezza per la cittadinanza.
Nell'ultimo mese sono stati eseguiti 20 sequestri per un totale di circa 400 bottiglie di birra e in occasione dei festeggiamenti per il Bologna in serie A sono stati effettuati 2 sequestri e 5 rinvenimenti, per un totale di 190 bottiglie di birra e acqua abusivamente offerte".

La mia replica:
"Grazie Presidente.
La risposta dell'assessore è una non risposta perché ho scorso adesso l'elenco dei quesiti che avevo sottoposto e a nessuno di questi è stato risposto, salvo qualche battuta un po' polemica sul discorso avvocati e sul discorso problemi da risolvere.
Allora se l'amministrazione lavorasse bene non ci sarebbe bisogno evidentemente di utilizzare degli avvocati e in seconda istanza non è che bisogna cercare di risolvere insieme i problemi, l'amministrazione dovrebbe evitare di crearli per poi risolverli perchè sennò suona molto come fai la buca, riempi la buca.
Non funziona in questa maniera: l'amministrazione dovrebbe, nel momento in cui fa un'azione, evitare di creare dei problemi proprio perché quell'azione dovrebbe essere già la soluzione a monte di un problema precedente e invece qua non si risolve il problema precedente ma sul problema già esistente se ne sommano degli altri per poi, con qualche palliativo, cercare di provare a risolverli."


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Testo ordinanza integrale:

ORDINANZA SINDACALE E DIRIGENZIALE

DISCIPLINA DEGLI ORARI DEGLI ESERCIZI DI SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE, DEGLI ESERCIZI DI VICINATO ALIMENTARI E DEI LABORATORI ALIMENTARI SITUATI NELLA C.D. 'ZONA UNIVERSITARIA'
PG.N. 168895/2015
In pubblicazione dal 05/06/2015 al 20/06/2015

IL SINDACO
PREMESSO:
- che l’art.50, comma 7, del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (T.U.E.L.) attribuisce al Sindaco la competenza a coordinare e riorganizzare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici sulla base degli indirizzi espressi dal consiglio comunale e nell'ambito dei criteri eventualmente indicati dalla Regione;
- che il Regolamento di Polizia Urbana, approvato in data 02/02/2011 con atto commissariale P.G.N. 18657, successivamente modificato e integrato con deliberazione del Consiglio Comunale O.d.g. 136 P.G.N. 52550/2012:
    a) detta gli indirizzi consiliari in materia di definizione degli orari delle attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande prevedendo, in particolare, che il Sindaco, nel rispetto dei principi di necessità, proporzionalità e non discriminazione, ed ai fini della salvaguardia della salute dei cittadini, della tutela dei lavoratori e dell'ambiente, ivi incluso l'ambiente urbano nonché dei beni culturali, può decidere fasce orarie di chiusura dei pubblici esercizi, esercizi commerciali, artigianali e di servizio, ivi compresi i circoli privati titolari di autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande, anche in relazione alle specificità delle particolari zone (art. 13, comma 3);
    b) prevede le fattispecie e le relative sanzioni in materia di vendita per asporto di bevande in contenitori di vetro od in lattina e di bevande alcoliche (art. 14);
    c) stabilisce modalità di collaborazione dei gestori degli esercizi commerciali, artigianali e di servizio per la tutela della quiete e del decoro urbano (art. 15);
- che, con ordinanza P.G.N. 228958/2012 in data 28/09/2012, è stata disposta una speciale disciplina per gli orari di apertura e chiusura per tutte le tipologie di attività commerciali ubicate nella via Giuseppe Petroni che prevede tuttora le seguenti fasce orarie di apertura:
    per gli esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande:
    - dalle ore 05,00 alle ore 01,00 del giorno successivo;
per i laboratori artigianali alimentari:
    - la chiusura dell’attività di vendita non oltre le ore 23,00 e l’apertura non prima delle ore 06,00;
per gli esercizi di vicinato del settore alimentare e misto:
    - dalle ore 06,00 alle ore 22,00;

PRECISATO che già in quella sede l'Amministrazione Comunale espresse l'intenzione di valutare attentamente, nel prosieguo, attraverso opportuni strumenti ed iniziative di rilevazione e verifica, la compatibilità delle attività commerciali che insistono in altre zone della città con la qualità della vita degli abitanti che vi risiedono;

DATO ATTO, altresì, che con l'ordinanza in parola si è riservato di espletare un'attività di analisi e di studio in relazione alla compatibilità dell’attività degli esercizi commerciali con le funzioni territoriali e antropiche al fine di rendere possibile una miglior armonizzazione del territorio verrà effettuata nel corso della vigenza del presente provvedimento;

CONSIDERATO che, a circa tre anni dalla sua adozione, il predetto provvedimento sindacale si è dimostrato una misura efficace e idonea a contribuire alle attività di contrasto a condotte individuali e collettive che compromettono le comuni regole di vita civile incidendo in maniera fortemente negativa sulla qualità urbana in termini di quiete pubblica e di decoro, con notevole detrimento delle condizioni di vivibilità cittadina incivili e di degrado urbano;

RILEVATO che la concentrazione di attività aventi la medesima destinazione che porta gli avventori a raccogliervisi naturalmente in massa e ad approvvigionarsi di bevande alcoliche, molto spesso a prezzi contenuti, e di alimenti per poi intrattenersi al di fuori dei locali presenti fino a tarda ora, non è può considerarsi più un fenomeno limitato alla Via Petroni, ma riguarda anche le strade e piazze più prossime ad essa, come Piazza Verdi, largo Respighi, Via Zamboni, Via delle Moline, Via delle belle Arti, in un perimetro ideale che può essere definito "zona universitaria";

TENUTO CONTO, poi, che la maggior parte dei pubblici esercizi svolgono l’attività di somministrazione in locali di ridotte dimensioni, i laboratori artigianali e gli esercizi commerciali, poi, sono privi di sale interne, di modo che una tale combinazione di fattori favorisce la formazione di assembramenti di avventori sotto i portici e lungo la strada, di dimensioni consistenti tali da renderne difficile la gestione sotto diversi profili delle ordinarie categorie degli interessi pubblici;

RITENUTO che il concetto di “zona universitaria”, che vede in Via Petroni una sorta di cuore del problema, considerata la sua funzione di raccordo tra il centro della città e Piazza Aldrovandi-Via San Vitale, in realtà, deve essere esteso ad un perimetro più ampio:
- via Capo di Lucca,
- via del Borgo di San Pietro,
- via Mascarella,
- via Centotrecento,
- via A. Bertoloni,
- via G. B. De Rolandis,
- piazza di Porta San Donato,
- via Irnerio
- piazza V. Puntoni,
- via delle Belle Arti,
- via del Guasto,
- via Castagnoli,
- via delle Moline,
- via Mentana,
- via de' Facchini,
- via Marsala, fino all'intersezione con piazza San Martino
- via Canonica,
- largo O. Respighi,
- via Valdonica,
- via del Carro,
- via dell'Inferno,
- via de' Giudei,
- vicolo Mandria,
- via Tubertini,
- via San Giobbe,
- via San Simone,
- piazza San Martino,
- piazzetta M. Biagi,
- piazza Rossini,
- via Zamboni,
- mura Anteo Zamboni,
- via San Giacomo,
- via F. Selmi,
- via Belmeloro,
- via Vinazzetti,
- via G.C. Croce,
- via San Leonardo,
- via Sant'Apollonia,
- via dell'Unione,
- via F. Acri,
- largo A. Trombetti,
- via dei Bibiena,
- piazza G. Verdi,
- via San Vitale,
- piazza Aldrovandi
- vicolo Broglio
- vicolo Leprosetti
- vicolo Fantuzzi;

RILEVATA l’opportunità di estendere a tutta la “zona universitaria”, come sopra descritta, il regime di orari per le attività commerciali attualmente vigente per Via Giuseppe Petroni al fine di scongiurare fin dall’origine qualunque forma di fenomeno idoneo a compromettere le comuni regole di vita civile tale da incidere negativamente sulla qualità urbana in termini di quiete pubblica e di decoro;

ATTESO che la necessità di intervenire sugli orari delle attività commerciali dell'intera c.d. "zona universitaria" è stata presa in esame dal Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduto dal Prefetto, in data 26 maggio 2015, presso cui è emersa l'opportunità che, nel contesto delle politiche integrate della sicurezza della Città e, in particolare, del centro storico, il Comune svolga un’azione mirata per l’eliminazione dei fenomeni di pregiudizio alla vivibilità urbana che si verificano nella area citata, in relazione alla proprie competenze istituzionali, anche a valere sulla potestà in ordine all'individuazione degli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali e degli esercizi pubblici;

RILEVATO che quanto risulta dai rapporti tecnici elaborati dall’Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia-Romagna - sezione provinciale di Bologna sulla Via Petroni, da cui emerge che la medesima "è interessata, in orario notturno, da un clima acustico notevolmente superiore ai limiti previsti dalla classificazione acustica comunale, con evidente disturbo per le persone interessate: causa prevalente di tale disturbo è certamente da imputare al rumore antropico dovuto alla presenza di numerose persone che sostano, parlano e schiamazzano sulla pubblica via", deve essere esteso alle aree immediatamente prossime, come piazza Verdi e le vie circostanti, in quanto, pur in mancanza di una rilevazione ARPA, il disturbo nelle ore notturne dovuto a rumore antropico in tutta la zona universitaria è comprovato anche dalle molteplici segnalazioni dei cittadini residenti pervenute alla Polizia Municipale e ad altri Settori del Comune, con le quali si evidenziano situazioni lesive o potenzialmente tali della salute pubblica (numerose persone che sostano, parlano e schiamazzano sulla pubblica via provocando un grave disturbo al riposo; persone che per strada vomitano, urinano, ecc.) e dagli interventi effettuati in tali aree dalla Polizia Municipale;

RITENUTE, pertanto, l’opportunità e la necessità di intervenire per ridurre, se non eliminare, le condizioni che favoriscono il verificarsi di situazioni potenzialmente lesive della salute dei residenti, in un contemperamento dei principali interessi in gioco, intervenendo sull’orario di apertura dei pubblici esercizi quale misura utile, a fronte dell'esigenza di tutela dei beni pubblici prevalenti che l’Amministrazione Comunale è chiamata a proteggere, quali quelli alla salute, alla salubrità dell’ambiente, all’igiene pubblica, secondo un criterio di adeguatezza e proporzionalità;

RICHIAMATO, in materia di disciplina degli orari delle attività commerciali, l'art.31 del D.L. n.201/2011, convertito in legge dalla Legge n.214/2011, che, in particolare, stabilisce che le attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande sono svolte senza il limite del rispetto degli orari di apertura e di chiusura, senza l’obbligo della chiusura domenicale e festiva e della mezza giornata di chiusura infrasettimanale, considerando, tuttavia, che il secondo comma dell’articolo citato stabilisce, come principio generale dell’ordinamento, che la libertà di apertura di nuovi esercizi debba rispettare i vincoli connessi alla tutela della salute, dei lavoratori, dell’ambiente, incluso l’ambiente urbano, e dei beni culturali;

VISTA la circolare esplicativa n. 3644/C del 28.10.2011, emanata dal Ministero dello Sviluppo Economico, secondo la quale: “(...) specifici atti provvedimentali adeguatamente motivati e finalizzati a limitare le aperture notturne o a stabilire orari di chiusura correlati alla tipologia e alle modalità di esercizio delle attività di somministrazione di alimenti e bevande per motivi di pubblica sicurezza o per specifiche esigenze di tutela (in particolare in connessione alle problematiche connesse alla somministrazione di alcolici) possono continuare ad essere applicati e adottati, potendosi legittimamente sostenere che trattasi di “vincoli” “ indispensabili per la protezione della salute umana (…) dell’ambiente, del paesaggio e di patrimonio culturale”, espressamente richiamati come limiti all’iniziativa e all’attività economica privata ammissibili, dall’art.3, comma 1, del D.L. 13.08.2011, n. 138, convertito con modifiche dalla legge 14.09.2011, n. 148;

RAVVISATO, pertanto, che, nel bilanciamento degli interessi in gioco, le esigenze generali di assicurare la civile e pacifica convivenza, il vivere ordinato e rispettoso dei principi di legge in termini di rispetto del prossimo, attraverso il diritto alla tutela della salute pubblica, del benessere psicofisico, connessi con il riposo e la quiete dei residenti, debbono ritenersi preminenti rispetto al libero esercizio dell'iniziativa economica;

RITENUTO opportuno, per quanto sopra rappresentato, intervenire con ordinanza “di zona” con riguardo alle peculiari caratteristiche del Centro Storico di Bologna, denominato “zona universitaria”, prevedendo fasce orarie di chiusura diversificate per gli esercizi di somministrazione e laboratori ed esercizi di vicinato, tenuto conto della diversità dei requisiti strutturali specifici per ciascuna attività , come indicato in parte dispositiva;

RILEVATA altresì l'opportunità di prevedere la possibilità di derogare al sistema degli orari stabiliti con la presente ordinanza attraverso la sottoscrizione, con i titolari degli esercizi commerciali insistenti nelle aree e strade interessate, di patti di collaborazione previsti dall'art.5 del vigente Regolamento Comunale sulla collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani, costituendo tali patti esplicazione del principio di sussidiarietà orizzontale di cui all'art.118, ultimo comma, della Costituzione;
DISPONE

a far data dal 8 giugno 2015 per tutte le tipologie di attività commerciali ubicate nelle seguenti vie e strade del Centro Storico, costituenti la c.d. “zona universitaria”:
- via Capo di Lucca,
- via del Borgo di San Pietro,
- via Mascarella,
- via Centotrecento,
- via A. Bertoloni,
- via G. B. De Rolandis,
- piazza di Porta San Donato,
- via Irnerio,
- piazza V. Puntoni,
- via delle Belle Arti,
- via del Guasto,
- via Castagnoli,
- via delle Moline,
- via Mentana,
- via de' Facchini,
- via Marsala, fino all'intersezione con piazza San Martino
- via Canonica,
- largo O. Respighi,
- via Valdonica,
- via del Carro,
- via dell'Inferno,
- via de' Giudei,
- vicolo Mandria,
- via Tubertini,
- via San Giobbe,
- via San Simone,
- piazza San Martino,
- piazzetta M. Biagi,
- piazza Rossini,
- via Zamboni,
- mura Anteo Zamboni,
- via San Giacomo,
- via F. Selmi,
- via Belmeloro,
- via Vinazzetti,
- via G.C. Croce,
- via San Leonardo,
- via Sant'Apollonia,
- via dell'Unione,
- via F. Acri,
- largo A. Trombetti,
- via dei Bibiena,
- piazza G. Verdi,
- via San Vitale,
- piazza Aldrovandi,
- vicolo Broglio,
- vicolo Leprosetti,
- vicolo Fantuzzi

è stabilito il seguente orario di apertura in relazione alle specifiche categorie di attività commerciali:

per gli esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande
- dalle ore 05,00 alle ore 01,00 del giorno successivo;
per i laboratori artigianali alimentari
- la chiusura dell’attività di vendita non oltre le ore 23,00 e l’apertura non prima delle ore 06,00;
per gli esercizi di vicinato del settore alimentare e misto
- dalle ore 06,00 alle ore 22,00;

Sono fatte salve deroghe al sistema degli orari stabiliti alla presente ordinanza contenute nei patti di collaborazione di cui all'art. 5 del Vigente Regolamento Comunale sulla collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani;

DISPONE INOLTRE

ai sensi dell’art.14, comma 1, del Regolamento di Polizia Urbana dalle ore 22,00 alle ore 06,00 del giorno successivo è vietata la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica, nonché di ogni altra bevanda posta in contenitori di vetro o lattina.

Fatta salva l’applicazione delle sanzioni previste dalla normativa di settore, le violazioni delle disposizioni della presente ordinanza in materia di rispetto delle fasce orarie di apertura sono soggette alla sanzione amministrativa pecuniaria da € 300,00 a € 500,00 (pagamento in misura ridotta € 400,00) ai sensi dell'art. 13, comma 4, del vigente Regolamento comunale di Polizia Urbana e del provvedimento P.G. n.22142/2011

Dispone, infine, che la presente ordinanza sia affissa all’Albo Pretorio e pubblicata all'Albo Pretorio on line per 15 giorni.

Dispone, inoltre, che la presente ordinanza sia comunicata a tutti i titolari delle attività commerciali ed laboratori artigianali del settore alimentare insediati nelle vie e strade interessate dalla presente ordinanza.

La procedura di comunicazione della presente ordinanza ai singoli esercenti delle aree indicate ha valore meramente integrativo ai fini della conoscenza dell’atto medesimo.

Avverso il presente provvedimento può essere proposto ricorso al Tribunale Amministrativo della Regione Emilia Romagna entro 60 giorni dalla notifica dello stesso, ai sensi del D.Lgs. 2 febbraio 2010, n.104 oppure, in via alternativa, ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, entro il termine di 120 giorni dalla notifica del provvedimento medesimo, ai sensi del D.P.R. 24 novembre 1971, n.1199.
li, 5.6.2015 f.to Il Sindaco
Virginio Merola

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