16 giugno 2013

Buco sosta ATC ora TPER: cosa dice la Corte dei Conti

In sintesi: il Comune di Bologna affida ad ATC la gestione del piano sosta. Stando alla convenzione, risalente al 1987, stipulata tra i due (Comune e ATC), i proventi del piano sosta vanno in parte riversati nelle casse del Comune e reinvestiti per costruire nuovi parcheggi e migliorare quelli esistenti. Ma cosa succede?

Prima puntata: la notizia del 22/07/2011
Buco sosta ATC: la notizia

A luglio 2011, a seguito di indagini, la Guardia di Finanza rileva da parte di ATC " ‘Perpetua e sostanziale non osservanza dei termini convenzionali’. Somme imputate ai costi della gestione del Piano sosta che con questo non avevano nulla a che fare. Una ‘ampia autonomia imprenditoriale e decisionale’ da parte di Atc e di contro l’assenza, da parte del Comune di Bologna, di ‘una penetrante attivita’ di controllo sulla gestione e, in particolare sui costi imputati ad essa’. Ma soprattutto la convinzione, da parte della Guardia di finanza, che gli utili derivanti dal Piano sosta siano ‘stati completamente integrati nel bilancio di esercizio di Atc ed impiegati per il perseguimento dell’oggetto dell’attivita’ principale, cioe’ quella del trasporto pubblico urbano’.

Pesano come macigni le parole scritte dalla Guardia di finanza nella relazione relativa all’indagine sulla gestione del Piano sosta da parte di Atc e inviata ieri al sindaco, Virginio Merola.
Insieme alle 151 pagine di relazione il primo cittadino ha ricevuto anche la lettera firmata dal vice procuratore generale Paolo Novelli il quale ritiene ‘necessario- si legge- che l’Ente assuma con tempestivita’ ogni cautela ed iniziativa anche al fine di evitare la prescrizione civilistica delle proprie ragioni di credito’. Da qui l’invito a ‘costituire in mora l’Atc’ per 17,7 milioni, atto a cui gia’ oggi stavano lavorando gli Uffici legali di Palazzo d’Accursio, come annunciato stamane al question time dall’assessore alla Mobilita’, Andrea Colombo. - See more at: http://www.federicasalsi.it/2011/07/buco-sosta-atc-la-notizia.html#sthash.aQOmtVaX.dpuf
Da qui l’invito a ‘costituire in mora l’Atc’ per 17,7 milioni.

Una volta appresa la notizia, in comune si è afforntato il problema in commissione. L'interrogativo è:  "come sia stato possibile sfruttare in tutti questi anni una convenzione che in realtà ha portato delle pesanti perdite per le casse del Comune e ha fatto sì che quello che doveva essere reinvestito in virtù del Codice della Strada per migliorare il piano sosta, in realtà serviva esclusivamente a finanziare le casse di ATC."
‘Perpetua e sostanziale non osservanza dei termini convenzionali’. Somme imputate ai costi della gestione del Piano sosta che con questo non avevano nulla a che fare. Una ‘ampia autonomia imprenditoriale e decisionale’ da parte di Atc e di contro l’assenza, da parte del Comune di Bologna, di ‘una penetrante attivita’ di controllo sulla gestione e, in particolare sui costi imputati ad essa’. Ma soprattutto la convinzione, da parte della Guardia di finanza, che gli utili derivanti dal Piano sosta siano ‘stati completamente integrati nel bilancio di esercizio di Atc ed impiegati per il perseguimento dell’oggetto dell’attivita’ principale, cioe’ quella del trasporto pubblico urbano’.

Pesano come macigni le parole scritte dalla Guardia di finanza nella relazione relativa all’indagine sulla gestione del Piano sosta da parte di Atc e inviata ieri al sindaco, Virginio Merola.
Insieme alle 151 pagine di relazione il primo cittadino ha ricevuto anche la lettera firmata dal vice procuratore generale Paolo Novelli il quale ritiene ‘necessario- si legge- che l’Ente assuma con tempestivita’ ogni cautela ed iniziativa anche al fine di evitare la prescrizione civilistica delle proprie ragioni di credito’. Da qui l’invito a ‘costituire in mora l’Atc’ per 17,7 milioni, atto a cui gia’ oggi stavano lavorando gli Uffici legali di Palazzo d’Accursio, come annunciato stamane al question time dall’assessore alla Mobilita’, Andrea Colombo. - See more at: http://www.federicasalsi.it/2011/07/buco-sosta-atc-la-notizia.html#sthash.aQOmtVaX.dpuf
Seconda puntata: la commissione del 01/08/2011
Il verbale della seduta di commissione
I miei interventi in commissione

I dubbi avanzati in commissione trovano conferma nelle parole del PM della Corte dei Conti che in aula sostiene che ATC "ha indebitamente trattenuto e investito a propria discrezione, senza far decidere dell'utilizzo al Consiglio comunale come avrebbe dovuto avvenire."  "Tper (ex Atc) rischia ora di essere condannata a restituire a Palazzo d'Accursio oltre due milioni di euro"

Terza puntata: in aula 08/06/2013

Da tutta questa vicenda emerge un'interpretazione e relativa gestione "allegra" di ATC della convenzione stipulata e degli introiti da essa derivati, a danno del Comune. Dall'altra parte il Comune non ha vigilato, anzi ha "dormito" proprio ed ha permesso ad ATC di fare quello che le pareva. Al termine della commissione ad agosto 2011 dissi: "Per il futuro invece noi sappiamo cosa non dobbiamo fare, cioè non fare una convenzione fatta come questa." Un'altra triste pagina delle passate amministrazioni bolognesi. L'attuale amministrazione sarà in grado di fare meglio? 


TPER. PM CORTE CONTI: RESTITUISCA 2,2 MLN A COMUNE BOLOGNA
MATCH IN AULA CON LEGALE AZIENDA, CHE DICE: MAI SOTTRATTI SOLDI (DIRE)

Bologna, 8 giu. - 'Riabilitata' dal giudizio di appello sulla questione di non aver presentato il conto giudiziale al Comune di Bologna, Tper (ex Atc) rischia ora di essere condannata a restituire a Palazzo d'Accursio oltre due milioni di euro (per la precisione 2,249,865 euro) relativi ad introiti del piano sosta non correttamente riversati, negli anni, alle casse del Comune. Un conto salato, che la Procura della Corte dei conti dell'Emilia-Romagna presenta a Tper dopo anni di indagini portate avanti dalla Guardia di finanza. Rispetto al 'buco' da 17,7 milioni di euro emerso nell'estate del 2011 (quando la Gdf concluse i propri accertamenti e consegno' gli esiti ai pm contabili), il conto si e' parecchio ridotto, se non altro perche' la Procura erariale ha deciso di contestare in due diverse tranche i ricavi 'indebiti' relativi ai primi nove anni, dal '97 al 2006, e quelli degli ultimi tre finiti sotto indagine: 2007, 2008 e 2009. Il giudizio di conto sui primi nove anni fino al 2006 e' stato discusso in udienza, tre giorni fa, davanti ai giudici della Corte dei conti. Partendo dal presupposto che la convenzione stipulata dal Comune era stata gia' piu' volte stigmatizzata dai pm contabili (l'ex procuratore capo Ignazio Del Castillo non ebbe remore a definirla "scellerata"), l'accusa ora ha tirato le somme e, nonostante le difese della societa', ha presentato il 'conto' di cio' che l'azienda deve restituire: tutto quello che, secondo la Procura, negli anni ha indebitamente trattenuto e investito a propria discrezione, senza far decidere dell'utilizzo al Consiglio comunale come avrebbe dovuto avvenire.
Una delle obiezioni dell'accusa e' il fatto che Atc (ora Tper) non abbia investito i ricavi della sosta a pagamento come avrebbe dovuto per legge, cioe' per costruire nuovi parcheggi e migliorare quelli esistenti. Tper si difende dicendo che li ha usati per migliorie del trasporto urbano (altro servizio di cui era titolare per conto del Comune) e sostenendo che comunque di parcheggi, in tutti questi anni, non ne sono stati realizzati perche' evidentemente il Comune non ha ritenuto ce ne fosse bisogno. Al centro della querelle c'e' una convenzione, stipulata tra Atc e Comune, che la Procura erariale considera illegittima: dal '98 in poi, infatti, la convenzione prevedeva che Atc si occupasse della gestione della sosta in cambio di un utile stimato in una cifra 'x'. Se la soglia non veniva raggiunta, era un 'problema' di Atc, nel senso che il rapporto costi-utili veniva assunto come rischio. Se invece l'utile stimato fosse stato superato, nella convenzione era previsto che l'azienda avrebbe potuto tenere la meta' dei ricavi.
Ma questo per la Procura non sta in piedi: i ricavi extra dovevano essere interamente versati al Comune, perche' toccava al Consiglio comunale decidere come utilizzare quel surplus. Tant'e' che ora la Procura chiede ai giudici di obbligare Tper a restituire il 50% trattenuto. Il 'pasticcio' del conto giudiziale (e del 'buco' emerso in relazione al piano sosta) parte da lontano, da quando cioe' la Procura contabile, quattro anni fa, accuso' Tper di non aver presentato il conto giudiziale dal '97 al 2006, cioe' il rendiconto particolareggiato che un agente contabile e' tenuto a presentare. Atc, che in quegli anni gestiva l'intero piano di gestione del traffico (soste, rimozioni, accessi Ztl) non lo aveva
fatto.
La Procura contabile avvio' un giudizio di conto e nel 2009 ad Atc la Corte dei conti dell'Emilia-Romagna commino' una multa di quasi tre milioni di euro. La sanzione venne pero' annullata in appello nel febbraio 2011: i conti giudiziali che Atc aveva depositato durante il processo (anche se incompleti) furono giudicati sufficienti. Nel frattempo, pero', e' andato avanti il lavoro di indagine della Procura e della Guardia di finanza sull'analisi di quei conti. In aula, il pm Principato ha ribadito che tutti i ricavi extra avrebbero dovuto essere riversati nelle casse del Comune, nonostante ci fosse una convenzione che prevedeva una cosa diversa. Il Comune si e' comportato male, sostiene l'accusa, lasciando a Tper la gestione di somme su cui avrebbe dovuto decidere il Consiglio. E l'ultima parola, in questa materia, spetta per legge alla magistratura contabile, a cui il Comune avrebbe tra l'altro dovuto inviare i conti una volta approvati (cosa che non ha fatto). Quello discusso l'altro giorno e' un giudizio di conto, che puo' essere avviato solo nei confronti dell'agente contabile. Ma non e' escluso che questa vicenda porti all'avvio di un giudizio di responsabilità verso gli amministratori che permisero tutto questo, facendo di fatto diminuire le entrate del Comune di Bologna. Su questo aspetto, la Procura sta ancora facendo valutazioni. L'avvocato di Tper, Vittorio Biagini del Foro di Venezia, in udienza ha respinto le accuse: "Quei soldi non furono certamente sottratti 
fraudolentemente all'amministrazione" ha detto il legale, ricordando la convenzione e il fatto che il Comune non ha mai avuto nulla da ridire. Quanto all'utilizzo dei ricavi della sosta a pagamento (che per la Procura per legge dovevano essere destinati alla realizzazione di nuovi parcheggi), Biagini ha difeso gli investimenti fatti da Atc nei bus, filobus e nel miglioramento della mobilita', a detta del legale comunque legittimi. "Di parcheggi in questi anni a Bologna non ne sono stati costruiti, se non quello di via Giuriolo in project financing, e la legge prevede che i guadagni possano essere reinvestiti anche nei parcometri, nell'acquisto di nuovi filobus e nel miglioramento della mobilita', cosa che e' stata fatta". Per l'accusa, pero', la gestione della mobilita' era un servizio differente dal piano sosta, i cui conti avrebbero dovuto restare divisi. Non c'e' la prova che i ricavi del piano sosta siano stati utilizzati non a vantaggio del Comune di Bologna (ad esempio per apportare migliorie alla mobilitß di altri Comuni di cui Atc aveva in gestione il piano traffico), ma questo non cambia la posizione della Procura: era Palazzo D'Accursio a dover decidere e disporre di quegli utili, anche del 50% che aveva erroneamente deciso di 'lasciare' ad Atc.

(Pir/ Dire) 12:36 08-06-13 NNNN

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