Federica Salsi: ''I grillini innamorati del loro aguzzino''
Caso Gambaro: la consigliera comunale di Bologna dice la sua sull'ennesima espulsione.
"L’ho conosciuta, e se proprio lei, che è sempre
stata concreta e molto riservata, si è espressa con quei toni contro
Beppe Grillo o non ne può più perchè non condivide i modi del leader
oppure sta facendo da apripista ad uno scontento molto più generale tra i
parlamentari”. Federica Salsi, consigliere comunale a Bologna, e una
delle prime radiate dal Movimento 5 Stelle causa eccesso di critiche
contro il capo supremo, commenta l’ultima espulsione in ordine di tempo:
quella della senatrice bolognese Adele Gambaro che in uno sfogo su Sky
aveva detto che il problema del Movimento (e dunque, implicitamente,
causa della debacle elettorale) è proprio il Guru. Che però non l’ha
presa bene e come al solito ha immediatamente provveduto a cacciare la
reietta e a dare la stura ad una valanga di insulti e di minacce via
web.
Federica Salsi, avete lavorato insieme sul territorio in Emilia - Romagna, che tipo è Adele Gambaro?
È sempre stata una persona molto silenziosa e nel
contempo molto attiva: sempre presente ai banchetti, durante i
volantinaggio, nelle riunioni e negli incontri pubblici. Una donna molto
concreta che si occupava in special modo di temi ambientali.
Anche quest’ultima espulsa dal Movimento
viene da Bologna, così come all’Emilia - Romagna sembrano appartenere i
deputati più autonomi della pattuglia parlamentare, è un caso secondo
lei?
Non so se è un caso, sicuramente a Bologna siamo partiti molto presto: già nel 2005 - 2006 partirono i primi Meet Up degli Amici di Beppe Grillo, e Bologna fu la sede del primo V - Day del 2007.
Lavoravamo sul territorio e con i cittadini senza alcuna ingerenza dall’alto, forse a noi è rimasto nel cuore quel modo di lavorare: autonomo e libero.
C’è una grande ignoranza di fondo su questo tema: nessuno si è preso la briga di leggere il Non - Statuto, le regole per la certificazione e le regole per le candidature. Quello che ho firmato prima di candidarvi era l’accettazione di fare non più di due mandati, la dichiarazione di avere la fedina penale pulita e di non essere mai stata iscritta ad alcun partito politico. Il divieto a partecipare ai talk - show è arrivato dopo la mia partecipazione a Ballarò.
Insomma,
sembra proprio che Grillo non possa essere criticato neanche con
argomentazioni reali e concrete, come si spiega l’accettazione di questo
bavaglio da parte di molti parlamentari 5 Stelle e dei simpatizzanti
grillini?
Io la definisco Sindrome di Stoccolma, forse sono innamorati del loro aguzzino. Non saprei come altro spiegare questa supina accettazione di condizioni vessatorie e antidemocratiche imposte da Grillo, come la decisione che sia lui a gestire tutta la comunicazione dei parlamentari. Mi chiedo infatti, lui è il portavoce di quanto deciso dagli eletti oppure lui decide tutto passando sopra le teste dei parlamentari?
Gli eletti a 5 Stelle rimandano l’idea di un gruppo molto disomogeneo che fatica a trovare un indirizzo comune e condiviso.
Sono caduti vittime di un gigantesco equivoco: l’idea che basta essere
onesti e con la faccia pulita per essere capaci di governare. Ed è così
che in Parlamento, che è una realtà complessa, ci sono finite delle
persone che non hanno gli strumenti per affrontare un lavoro così
difficile.
Gentile Federica, ero un simpatizzante di Grillo ai tempi del primo Vday, seguivo il blog praticamente tutti i giorni fin dal 2005, amavo i suoi spettacoli e la sua tenacia mi faceva ben sperare, non in lui - un comico - ma nel risveglio di un popolo di rassegnati: la sua surreale vicenda mi ha aperto violentemente gli occhi. Non si espelle qualcuno da un partito, da un movimento ancora peggio (sempre ammesso che si possa "espellere" qualcuno da un movimento), "perché è andato in tv". E' ridicolo e infantile. Di patriarchi ne abbiamo già avuti abbastanza, ma forse è ancora questa l'inclinazione segreta di molti italiani: la mamma che perdona, il padre che bastona. Quello che lei ha subito dopo il suo allontanamento dal M5s è indegno e vergognoso, ma, in qualche modo, e mi scuso di questo, utile, perché ha rivelato la natura autoritaria e il deficit grave di cultura democratica (forse di cultura e basta) di questo Gandhi con l'accetta, di questo Mandela con villa sul lago, di questo Napoleone in braghe corte e di una massa di disperati che pendono dalle sue labbra. Lei ha tutta la mia riconoscenza, sebbene non la conosca e non abbia votato per lei.
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