28 novembre 2013

La presentazione del libro "Gianroberto Casaleggio, sfide e fallimenti di un visionario"

Ieri sera ho partecipato alla presentazione del libro su Casaleggio, durante la quale abbiamo discusso dell'influenza dell'imprenditore sul movimento e delle prospettive future.



Andrea Bonzi mi ha chiesto di fare un quadro della mia esperienza nel movimento.

Federica Salsi: "Buonasera.
Io credo che il libro di Gioia sia importante perché dà la giusta dimensione a una figura che in realtà una dimensione non l'ha mai avuta.
Io faccio una brevissima premessa prima di parlare appunto di quello che è successo, perché in realtà quando io mi sono avvicinata al Movimento 5 Stelle in realtà, come quando si avvicinano tutte le persone, tendenzialmente non conoscono l'esistenza di Casaleggio, loro hanno come interfaccia e come interlocutore Grillo e pensano che sia lui il vero motore di tutto quanto.

In realtà lui è un testimonial, un testimonial prestato a una causa che appunto è stata messa in piedi a tavolino da Casaleggio; infatti uno dei primissimi meetup a Milano fu aperto da uno dei dipendenti della Casaleggio Associati e al primo incontro c'era Gianroberto, suo figlio, questo dipendente della Casaleggio, quindi proprio, come dire, presidiavano una cosa che in realtà doveva essere spontanea, stando a detta loro, in realtà c'era un disegno, un'architettura fin dall'inizio.
Questo è un po' un inganno, perché dal momento che uno si avvicina al Movimento 5 Stelle non ha la più pallida idea che in realtà dietro ci sia un'azienda di marketing che in realtà sta portando avanti un progetto appunto di marketing.
Io direi che siamo davanti forse al partito azienda per eccellenza senza che, probabilmente, le persone che, neanche tanto che lo votano ma che proprio ci hanno messo la faccia, siano consapevoli di questo, perché uno scopre dopo l'importanza del ruolo che riveste questa persona.
A me cos'è successo? a me è successo che, in quel momento ho pestato i calli, ho prestato i calli perché, in realtà, non prima di un anno, eravamo a cavallo delle elezioni comunali amministrative qui a Bologna, in un incontro qui a Bologna Grillo disse, ero seduta davanti a lui, disse proprio "vi chiameranno nei talk show, andateci, andateci decisi, cercheranno di mettervi in difficoltà, cercheranno di farvi uscire male, voi pensate che parlate al pubblico a casa e portate la vostra esperienza senza scendere in polemica senza rispondere agli attacchi che vi verranno fatti."
E noi sempre, devo dire, con estrema parsimonia quando si presentavano delle occasioni che potevano essere compatibili con quelli che erano i nostri impegni istituzionali e le tematiche proposte, abbiamo partecipato in diversi consiglieri a diverse trasmissioni televisive; cos'è cambiato? è cambiato che in quel momento ci si stava, da una parte, avvicinando alle elezioni nazionali e quindi tutte quelle che erano iniziative personali che potevano, in una qualche misura, dare una visibilità a un soggetto, sono diventate improvvisamente invise e assolutamente da censurare perché appunto c'era la necessità da parte di Grillo e di Casaleggio di portare avanti il percorso per le elezioni politiche in maniera unitaria e dall'alto. Mentre a livello locale ci siamo sempre gestiti in maniera relativamente autonoma, sempre proponendo noi i candidati, decidendo noi il programma insomma e come organizzarci, in quel momento si è andati alle elezioni nazionali e lì è stato preso tutto in mano da Casaleggio; quindi qualsiasi iniziativa personale era assolutamente fuori luogo, diciamo così.
Dall'altra parte c'ero io che evidentemente non facevo parte del cerchio magico, perché non ero evidentemente considerata da Casaleggio una persona affidabile; non ero mai stato una persona di quelle che dicevano sempre si o che erano adoranti nei confronti di Grillo e Casaleggio, io quando avevo delle cose da dire gliele ho sempre dette anche a loro in faccia in maniera molto diretta, per cui ho sempre avuto una posizione, come posso dire, critica nel momento in cui, ad esempio, quando si parlava del famosissimo portale mai messo on-line, pretendevo che ci fosse questa piattaforma orizzontale per scrivere progetti di legge insieme o per lavorare insieme; quindi a quel punto io sono diventata, come posso dire, non più controllabile, ero uscita dalla rete, avevo una identità mia che non era controllabile e sono stata fatta fuori; sono stata fatta fuori alla maniera di Casaleggio, nel momento in cui c'è una persona che non sta più nei ranghi si cerca di delegittimarla e come la si delegittima? sputtanandola, è un termine forse anche un po' troppo colorito però di fatto è questo che avveniva.
Il primo linciaggio mediatico io me lo ricordo a dicembre del 2011 con il consigliere regionale Defranceschi che fece una risoluzione per sostenere i lavoratori de l'Unità; in realtà li Grillo andò fuori dei gangheri, tempo tra secondi, aveva già pubblicato un post di scomunica della serie "se qualche consigliere pensa di sostenere la stampa asservita, i pennivendoli e compagnia cantante può andare nel PD tranquillamente".
E quella è la sua modalità, a quel punto, nel momento in cui viene deriso denigrato e messo sulla pubblica piazza parte il linciaggio e i casi sono due: o la persona china la testa, ritorna nei suoi ranghi e quatto quatto ricomincia a fare il suo lavoro o diversamente si ribella, rivendica quello che ha detto e quello che ha fatto perché ritiene che sia stato giusto e a quel punto la scomunica è quasi d'obbligo."

[...]

Andrea Bonzi chiede se secondo me si sta incrinando qualcosa nel movimento e se mi sono mai pentita di essermi messa in questa avventura.

Federica Salsi: "Parto dall'ultima domanda che è la più facile.
No io non mi sono mai pentita, io quando ho scelto di avvicinarmi alla politica, ho scelto di avvicinarmi agli amici di Beppe Grillo di Bologna perché da un punto di vista di contenuti, di metodo di lavoro condividevo quello che veniva fatto. Al netto di tutto quello che è successo e di quello che succederà io sono comunque convinta che sia un'esperienza positiva, io comunque adesso continuo a fare il consigliere comunale a Bologna, continuo comunque ad essere un organo di controllo all'interno della macchina comunale, per quanto possa essere difficoltoso, cerco comunque insomma di fare quell'operazione di controllo che i partiti all'opposizione, le forze politiche all'opposizione normalmente dovrebbero fare, con tutte insomma le problematiche del caso; quindi io credo che dal punto di vista politico sia stato comunque positivo come esperienza.
Dal punto di vista personale pure, perché ho imparato tantissime cose, ho imparato innanzitutto qual è il mondo della politica, perché è vero che dal momento che uno si avvicina da cittadino alla politica non sa niente; siamo tutti, come posso dire, allenatori in casa degli altri poi quando ci troviamo a giocare ci rendiamo conto che le scarpe non vanno bene, che manca il parastinco piuttosto che qualcos'altro.
Quindi ci si ritrova che la buona volontà non è sufficiente, ovviamente imparare a fare il consigliere comunale è molto più semplice che fare il parlamentare, però c'è da chiedersi nel momento in cui uno si avvicina a digiuno a quello che è un discorso politico, che beneficio può dare comunque agli elettori e ai cittadini perché sei un costo passivo per la società, se non sai fare un lavoro e devi imparare mentre stai lavorando e intanto ti pagano, ti pagano perché tu stia imparando e quindi insomma, io credo, una critica che feci all'epoca ai parlamentari era proprio questa, a prescindere dal fatto che ci possano essere persone che magari hanno anche due o tre lauree, per cui da un punto di vista di competenze magari non sono dei perfetti ignoranti anzi le hanno, però non hanno tutto quello che è un background di come funziona un istituzione e soprattutto un'istituzione complessa come il Parlamento e questo è un grosso problema perché ci si ritrova poi a dover imparare a fare strategie, imparare a comunicare, se faccio così succede cosà, quali strumenti posso avere a disposizione per ottenere un risultato; nel momento in cui questo studio lo fai a livello parlamentare e non hai nessuno che ti aiuta, perché parliamoci chiaro: Grillo e Casaleggio hanno sempre detto "vi faremo fare dei corsi, vi forniremo le informazioni, vi faremo da supporto" non è mai stato fatto nulla di tutto questo, e i parlamentari sono andati dentro senza aver fatto nulla di tutto questo, ed è un grosso problema, per cui paghiamo poi le conseguenze a volte anche delle boiate stratosferiche che dicono e mi vien da dire, quelli che in realtà sono forse più preparati sono quelli che stanno forse un po' più in silenzio proprio per evitare di bruciarsi perché in un contesto così è estremamente facile bruciarsi, soprattutto con la consapevolezza che appena fai qualcosa di sbagliato vieni comunque messo alla berlina da tutti quanti.
Per cui i parlamentari che ci sono adesso, si parlava di un eventuale spaccatura...ci sono senatori ci sono deputati che non sono assolutamente in linea con le politiche di gestione del movimento e che vorrebbero poter avere le mani più libere; però da qui a riuscire a capire se saranno in grado di, come posso dire, di strutturarsi, di fare dell'attività, di contrastare quello che è lo strapotere di Casaleggio io non lo so.
Quello che è certo è che ci sono un discreto numero di persone là dentro che non sono così disponibili ad obbedire in maniera silenziosa; se riusciranno ad alzare la testa credo che ne beneficeremo tutti quanti, diversamente avremo purtroppo dei parlamentari imbavagliati e con le manette alle mani."

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