Qualche anno fa lessi questo libro di Thomas Benedikter, un saggio che partendo dalla spiegazione di cosa sia la democrazia diretta, la quale "non è ideologicamente contrapposta alla
democrazia rappresentativa ma ne costituisce un complemento essenziale e
decisivo per poter esprimere compiutamente la sovranità popolare e la
più ampia partecipazione dei cittadini ai processi decisionali: non
sulla scelta delle persone (a cui sono demandate le elezioni), ma sulle
questioni concrete più rilevanti per la comunità nazionale o per le
comunità regionali, provinciali e comunali", analizza i vari strumenti già a disposizione per attuarla come petizioni, referendum, iniziative popolari e propone migliorie e nuovi sistemi.
Attraverso la storia dei referendum italiani, il libro è del 2008 quindi manca l'ultima grande esperienza referendaria italiana del 2011 come manca quella del 2009, e delle esperienze in altri paesi come Svizzera e California propone un quadro preciso e dettagliato utilissimo per chi vuole approfondire l'argomento, analizzandone i pro e i contro, le ragioni, il funzionamento, le regole, gli effetti, il mito del cittadino incompetente, per arrivare infine ad una proposta concreta per l'Italia.
Da Macrolibrarsi
" "La sovranità appartiene al popolo, che
la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione" recita il
primo articolo della Costituzione in vigore da 60 anni.
Ma come
può esprimersi compiutamente questa 'sovranità popolare' quando i
meccanismi della democrazia rappresentativa sono bloccati da un sistema
elettorale che consegna ai segretari nazionali dei partiti la "nomina"
dei parlamentari, afferma Marco Boato nella prefazione, che da decenni
come senatore e deputato della Repubblica si impegna per l'ampliamento
dei diritti referendari, "e c'è ancora da chiedersi come questa
'sovranità popolare' possa pienamente esprimersi, se anche il principale
strumento costituzionale della democrazia diretta, il referendum
previsto dall'art. 75 della Costituzione, ormai è svuotato e vanificato
dal venir meno sistematico del quorum di validità, a causa delle
campagne astensioniste degli avversari dei referendum."
Questa
situazione è dovuta al concetto limitativo della democrazia diretta che
regna in Italia dalla nascita della Repubblica. Da una parte mancano gli
strumenti più importanti - l'iniziativa popolare (referendum
propositivo) e il referendum confermativo; dall'altra parte esistono
regole di applicazione troppo restrittive - il quorum di partecipazione
valga come l'esempio più eclatante.
In Italia apparentemente non
si percepisce bene il ricco potenziale che la democrazia diretta
racchiude in se e sta sviluppando in un numero crescente di paesi. La
democrazia diretta, complemento integrativo della democrazia
rappresentativa, in Italia si trova in ritardo non solo rispetto la
Svizzera, culla della democrazia diretta, ma anche rispetto ad altri
paesi europei e agli Stati Uniti."
Libril
Nessun commento :
Posta un commento