Per capire l’entità di quanto andremo ad approfindire è importante ricordare che abbiamo 26 enti tra Comune di Bologna, Società partecipate, Enti Pubblici Vigilati e Enti di Diritto Privato Controllati
In merito alla faccenda dei derivati ho fatto un’interpellanza per chiedere (vedi documento):
se il Comune di Bologna abbia contratto dei Derivati di qualunque natura e per quale importo, in quale periodo storico e in quale anno, per quale motivo, e quali siano i dirigenti che li hanno sottoscritti;
se i Derivati siano in essere o conclusi e quale importo sia stato versato dall'Ente per ogni contratto;
se il Comune, appurato che i Derivati non vengono citati in bilancio, abbia dei contratti con Derivati, se questi siano di legislazione anglosassone o altro, quali siano, in che periodo siano stati contratti, per quale motivo e firmati da quali Dirigenti;
se ritiene tale strumento (i Derivati) sicuro e proficuo per una corretta gestione dell'Ente;
a cosa serve la linea di credito del Comune presso Unicredit di 149 milioni di euro;
La Vice sindaco mi risponde, risposta che è un copia incolla della risposta data al collega Tomassini in question-time, che (vedi documento):
Il Comune di Bologna non ha derivati e non ne ha mai avuti perché si ritiene che non siano uno strumento adatto ad una pubblica amministrazione. In merito all'apertura di credito ignoriamo di che cosa si tratti. Unicredit in quanto istituto tesoriere è tenuto per legge alla concessione dell'anticipazione di tesoreria per un importo massimo di 131,3 mil che per l'anno 2013 è stata autorizzata con delibera di Giunta pgn 236216/2012. Si segnala comunque che non ci siamo mai avvalsi dell'anticipazione di tesoreria almeno negli anni di cui abbiamo memoria".
Ma l’articolo di Amorosi riporta che “Nella pancia del comune ci sono possibili derivati della Dexia da 9 milioni “ che sono derivati di legislazione anglosassone e che possono non apparire nel documento della cetrale dei Rischi redatto da Bankitalia. Allora io qui sono un po’ confusa, dopo un’affermazione del genere nell’articolo, mi sarei come minimo aspettata da parte del Comune le solite minacce di querela per diffamazione di rito. Quindi vorrei che la Vicesindaco e i dirigenti di settore spiegassero un po’ meglio.
Sempre nell’interpellanza chiedo lumi sugli enti partecipati:
se le Società ed Enti partecipati (tutti), vigilati e controllati dal Comune abbiano contratto dei derivati, in quale misura, in che periodo e da chi siano stati sottoscritti;
se l’amministrazione era a conoscenza della presenza di derivati in Interporto e della sua reale esposizione con le banche;
se la presenza di derivati in Interporto non abbia inficiato il buon esito del bando;
se l'aumento di capitale di Interporto non sia servito a supportare i flussi in perdita dei derivati, perché l’importo dell'aumento di capitale coincide con il pagamento delle cedole dei derivati in essere.
La Vicesindaco risponde:
Per quanto riguarda la presenza di derivati in società ed enti partecipati risultano le due seguenti operazioni:
Tper, Atc hanno dei derivati, ereditati dalla fusione
Interporto ha dei derivati
Ma dall’articolo sappiamo che ha derivati anche Acer. Sempre da Affaritaliani che pubblica su richiesta di Hera una sua lettera impariamo che la stessa fa “ricorso a strumenti derivati”.
Che fine hanno fatto? Ce li ha o no? Chi la racconta giusta? Come mai queste operazioni non risultano all’amministrazione? La risposta che mi ha dato è a dir poco lacunosa e imprecisa e lo dimostrano queste due omissioni. Come possiamo essere certi che non saltino fuori altre sorprese?
Da luglio sappiamo che ACER ha un buco da 2,2 milioni di Euro e vuole più soldi dal Comune. Infatti incasserà 1,5 milioni di Euro in più da gennaio 2014.
Non sarà mica che il buco dipende anche dall'uso di strumenti finanziari che il Comune stesso "ritiene che non siano uno strumento adatto ad una pubblica amministrazione"? E poi perchè il Comune dice di non usarli ma poi li usano gli enti da lui partecipato? per loro vanno bene?
Sappiamo che Atc assomiglia ad un groviera in fatto di buchi …
Sappiamo che Comuni come Firenze, Ferrara, Milano, Torino, Venezia, Roma, Verona solo per citarne alcuni hanno dei derivati, i loro bilanci sono stati messi a dura prova, e le banche che hanno operato in derivati con quei comuni non hanno rispettato le norme e i principi di corretta condotta finanziaria previsti a protezione del cliente.
E purtroppo sappiamo anche che "gli amministratori di Comuni grandi e piccoli, compresi paesini di poche migliaia di abitanti, hanno sottoscritto contratti derivati ad alto rischio, nella speranza di ottenere facili guadagni con i quali risanare bilanci in crisi o finanziare servizi per i cittadini". Non si può giocare alla roulette russa con i soldi dei cittadini.
Ora, io vorrei che in questa commissione fosse fatta chiarezza, cosa c’è nelle pance dei 26 enti e che rischi corriamo.
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