Il mio intervento in aula:
"Grazie Presidente. Che dire? Mi ero ripromessa per certi versi di fare un intervento propositivo, però devo dire che accanto alla mia proposta è per certi versi necessario che ponga anche una critica a quello che è l’attuale bilancio. Ovviamente dai banchi dell’opposizione è facile riuscire a criticare, forse a volte risulta anche fin troppo semplice di fronte a determinate situazioni che questa Amministrazione ha creato.
Parto dal welfare, che per certi versi sembra essere un welfare da bollino verde, per altri versi invece mi viene da dire non è neanche da bollino rosso, bensì nero. Se è vero che da una parte il Comune di Bologna rispetto ad altri comuni a livello sia locale piuttosto che nazionale, fornisce una serie di servizi, ad esempio per i bambini dell’asilo nido, di quella fascia d’età, che sono sicuramente più ampi rispetto… si pensi solamente a Napoli, non ci sono gli asili nido che ci sono a Bologna. È anche vero che però non ci sono solamente i servizi di questo tipo, bensì abbiamo una storia legata, soprattutto in questo ultimo periodo, a sgomberi legati ad occupazione in ambito di emergenza abitativa, che dimostra come in realtà questo welfare forse funziona a due velocità. Cioè se da una parte riesce ad avere delle eccellenze per i più piccoli, dall’altra non si può di certo dire che abbia delle eccellenze per i più disagiati e sfortunati. Mi torna in mente tutto il discorso già in altri ambiti accennato, alla comprensione del Comune, dell’Amministrazione, di quella che e la reale dimensione dell’emergenza abitativa. Se l’Amministrazione sa esattamente quanti saranno i bambini che l’anno prossimo potenzialmente potrebbero iscriversi agli asili nido, non ha minimamente idea di quante siano le persone che potenzialmente potrebbero ritrovarsi senza un tetto, salvo avere i numeri degli sfratti esecutivi, che però danno la dimensione a livello macroscopico del problema, ma non danno sicuramente la dimensione a livello concreto e pratico.
Dico questo perché? Perché purtroppo per quanto ci si sia adoperati in estremo ritardo, devo dire, per riuscire a creare un percorso di transizione abitativa per coloro i quali si ritrovano in mezzo ad una strada, dall’altra parte non si ha la contezza ancora oggi di quante siano le persone che vivono in stabili attraverso un’occupazione e non si può quindi di certo pensare di avere il quadro per capire di quante persone abbiano bisogno effettivamente di un alloggio, ovvero quante effettivamente ne servano e quante occupano perché hanno trovato questa modalità di protesta per poter rivendicare il diritto alla casa, e quindi non abbiano una reale necessità. Non si può di certo parlare di un lavoro di welfare fatto in maniera capillare, io sono rimasta abbastanza stupita quando ci è stato riferito in Commissione che i servizi per l’abitare del Comune non sono potuti entrare nelle case sgomberate e hanno dovuto fare dei censimenti esternamente, cercando in una qualche maniera del tutto empirica di riuscire a capire chi c’era dentro. Questo che cosa significa? Significa che non c’è la benché minima fiducia da parte di queste persone nelle Istituzioni. La fiducia bisogna guadagnarsela, e bisogna guadagnarsela attraverso delle azioni concrete, è ovvio che se io credo una persona che è in disagio abitativo, che potenzialmente ha anche una situazione irregolare perché sta occupando, gli chiedo di presentarsi ad un ufficio dell’URP del Comune di Bologna, forse non è tanto contento di entrare lì dentro, perché la prima cosa che pensa è mi arrestano perché sto occupando. Bisognerebbe secondo me fare l’esatto contrario, cioè andare dove ci sono questi stabili occupati, mettersi con un banchetto, come si fa in maniera molto semplice, davanti agli stabili occupati con un bel cartello dicendo: ci possono essere soluzioni alternative all’occupazione, rivolgiti a noi, siamo in grado di creare un percorso per poterti garantire un alloggio dignitoso. Lo si scrive in diverse lingue, perché sappiamo perfettamente che all’interno delle occupazioni ci sono tantissime persone che provengono da tanti Paesi.
Io credo che utilizzando dei piccoli stratagemmi, che non sono quelli di dire gli uffici ci sono, se la gente non si rivolge non sappiamo come fare. Io credo che utilizzando questi tipi di, non stratagemmi, questi tipi di accorgimenti cercando di capire quali sono i bisogni delle persone e cercando di capire perché non trovano nel Comune un interlocutore adeguato. S loro non si sentono di venire in Comune, di rivolgersi presso gli Uffici dell’Amministrazione allora io credo che se la montagna non va da Maometto allora Maometto va alla montagna, e quindi debba essere il Comune a ripensare completamente una modalità di approccio nei confronti di queste persone, per non doversi ritrovare con sgomberi come quello dell’ex Telecom, con 200 – 300 persone in mezzo ad una strada. Credo che da questo punto di vista bisogna lavorare molto e bisogna lavorare molto anche di concerto con la Città Metropolitana.
È ovvio che un comune delle dimensioni di Bologna ha per certi versi più risorse o riesce a fare più da cuscinetto nelle situazioni di emergenza abitativa piuttosto che comuni come possono essere quelli limitrofi, che sono più piccoli, o della montagna che hanno risorse più limitate. A questo punto bisogna cercare effettivamente di coordinarsi in maniera più stretta e stringente per poter far sì che non solamente il Comune di Bologna sia per certi versi il fulcro, il polo al quale rivolgersi in ultima spiaggia, perché tanto o di riffo o di raffa una soluzione la si trova, che sia un’occupazione, che sia un'altra cosa c, di riffo o di raffa qualcosa si trova. Bisogna veramente sensibilizzare, lavorare con gli altri sindaci in Città Metropolitana per creare una rete, una rete di supporto che non sia solo legata a risolvere i problemi in ambito comunale, ma bisogna risolverli in ambito metropolitano, perché molte persone, questo è emerso dai dati degli sgomberi, vengono non solo da fuori regione o da provenienze ignote, ma vengono anche dalla provincia. Significa quindi che se nella provincia ci sono disagi di questo tipo anche in provincia le amministrazioni di quei comuni non sono state in grado di intercettare questo tipo di bisogno e questo tipo di disagio, quindi a maggior ragione serve un’opera di sollecitazione da parte del Comune di Bologna, affinché si possa lavorare in maniera collegiale. È ovvio, le grandi città possono garantire più servizi, quindi sono più attrattive, però questo comporta anche che se sono più attrattive devono continuare ad erogare… se si innesca un volano o l’Amministrazione o il Comune è in grado di fornire più servizi proprio perché sono più attrattive, altrimenti si crea una collisione. Nel momento in cui c’è il miraggio che la grande città possa per certi versi garantire più servizi, dall’altra parte va in congestione perché poi in realtà non è attrezzata per poterlo fare.
Bisogna fare rete anche per quanto riguarda il trasporto pubblico. C’è stato uno sviluppo del territorio negli ultimi venti, venticinque, trenta anni del tutto incontrollato e del tutto miope, ovvero ogni comune appartenente all’allora provincia di Bologna e ora alla Città Metropolitana ha pensato al suo orticello, quindi ogni comune si è sviluppato in maniera estremamente veloce intorno agli anni ’90 – 2000, io sono stata una di quelle che negli anni ’90 quando si è sposata è andata fuori da Bologna, perché comprare casa a Bologna costava un botto di soldi, e quindi ho sfruttato quest’onda espansiva e mi sono trasferita in provincia, per poi rientrarci dopo qualche anno. Questo che cosa ha comportato? Ha comportato un estremo sviluppo di quello che è l’apparato residenziale a fronte di una rete di trasporti del tutto inadeguata, perché ripeto, ogni comune pensava a sviluppare da un punto di vista abitativo quella che era la sua zona per cercare di attirare più residenti nel suo comune, a fronte però di questo non sono state pensate delle politiche di trasporto pubblico effettivamente a rete. Ci si trova adesso, dopo venti – venticinque anni, a pagarne il dazio con un SFM che è del tutto insufficiente e inadeguato, se uno deve fare un trasporto punto a punto, e quindi non ha bisogno di cambiare tutti i santi aiutano, più o meno, se riesce ad avere gli orari che coincidono con le sue esigenze, diversamente se uno deve venire, non so, da Funo e deve uscire verso – mi viene da dire – Idice, San Lazzaro, da quelle parti, deve fare un cambio con la SFM ed è fregato perché ci mette più tempo ad aspettare fra un treno e l’altro che quello che impiegherebbe ad utilizzare l’auto.
Io rimango basita di fronte a queste cose, perché di fatto in questi termini si disincentiva completamente l’utilizzo del mezzo pubblico, ma anche in città è così. Io purtroppo mi ritrovo costretta a portare i miei figli a scuola in macchina, perché mia figlia dal Sostegno al Copernico e dovrebbe prendere tre autobus diversi. Allora ditemi voi se è possibile un trasferimento che in auto, prendendo la tangenziale, pure intasata, si fa in dieci minuti, se è normale che uno debba farlo prendendo tre autobus impiegandoci più di un’ora. Evidentemente c’è qualcosa che non funziona, c’è qualcosa che non funziona soprattutto perché questo tipo di trasporti schizofrenico e frazionato comporta una serie di rotture di carico e di ritardi che sono disincentivanti. L’altro giorno, sempre per fare un esempio, in Piazza Malpighi ho aspettato venticinque minuti un autobus, che fosse l’11 o il 30 a me non cambiava niente, però non può per venticinque minuti, alle 17.00, quindi in un orario di punta, non passare un autobus quando in realtà ne sarebbero dovuti passare almeno quattro stando alla tabella degli orari. Questo cosa significa? Che bisogna lavorare molto, e purtroppo l’Assessore Colombo in questi termini secondo me ha lavorato poco e male, perché se da una parte bisogna onestamente dire che è aumentato il numero di piste ciclabili, poi lasciamo perdere come sono state realizzate, perché alcune effettivamente sono molto problematiche. Se da una parte si è implementata di molto la mobilità ciclabile, e qui bisognerebbe fare un po’ di scuola guida a ciclisti, pedoni e automobilisti, perché nessuno ha ancora capito o si ricorda come funziona la segnaletica ciclabile, e c’era un mio ordine del giorno nel precedente bilancio che era stato approvato, ma evidentemente ancora non è stato fatto nulla per sensibilizzare delle opere di istruzione su come si usano le piste ciclabili. Non si può pensare di favorire solo un tipo di mobilità a scapito delle altre, non è rendendo la vita impossibile agli automobilisti che si disincentiva di fatto l’utilizzo della macchina, semplicemente uno si incattivisce, anche perché tutta una serie di automobilisti non è che prendono la macchina perché gli piace andare a sgasare sui viali, utilizzano la macchina perché non hanno alternative. Io stessa quando mi muovo per lavoro mi muovo con pacchi grossi, ingombranti, non posso pensare di muovermi con un treno o con un autobus, ho bisogno di muovermi con la macchina, ma un qualunque professionista che faccia assistenza ad un computer, che faccia l’idraulico, che faccia la manutenzione alle canne fumarie o che faccia l’installatore di una qualsiasi cosa, è tutta gente durante il giorno si muove con auto, con furgoncini, e ha bisogno di poter trovare delle strade deve potersi muovere agevolmente semplicemente per svolgere il suo lavoro, non perché è appassionato e pensa di essere ad Indianapolis e vuole fare le corse sui circuiti cittadini.
A questo punto mi viene da dire che ci sono una serie di problemi legati proprio alla struttura di quella che è la Città Metropolitana che non sono stati minimamente presi in considerazione e che se è vero che nei bilanci, nei cinque bilanci che abbiamo guardato dall’inizio del mandato ad oggi, si è sempre parlato dell’implementazione della SFM, è anche vero che in questi cinque anni non è che le cose siano cambiate molte. Sono stati acquistati ultimamente dei treni, ma ragazzi… [brusii di sottofondo, interviene la Presidente] ... Io ormai sono abituata ai brusii di sottofondo, comunque grazie.
Dicevo, quindi c’è un discorso in ambito metropolitano che va gestito in maniera assolutamente più veloce, cioè i problemi di trasporto sono adesso, mi viene da dire ben venga la volontà del Sindaco, e qui ho presentato un ordine del giorno a riguardo di questo, di retrocedere sulla realizzazione del Passante Nord, perché quel tipo di opera oggettivamente non risolveva i problemi di traffico in ambito locale, per risolvere i problemi di traffico in ambito locale bisogna intervenire su due fronti, l’implementazione del potenziamento dell’attuale sede autostrada – tangenziale del nodo bolognese e delle opere adduttorie e l’implementazione assolutamente del trasporto pubblico, per garantire a tutti quei pendolari che potrebbero utilizzare il mezzo pubblico perché hanno bisogno di fare dei trasferimenti giornalieri da un posto ad un altro, e solamente in questa maniera, implementando il trasporto pubblico si può ridurre quello che è il carico di traffico. Finché noi abbiamo dei treni o congelati, come è successo con il treno a Porretta qualche giorno fa, o rotti o in ritardo o con degli orari assolutamente poco frequenti, la gente giustamente usa l’auto perché non ha voglia di perdere tempo con un trasporto pubblico che invece di essere a favore e a servizio dell’utenza di fatto è una caccia al tesoro che gli complica solamente la vita. Un altro tema sempre legato al trasporto pubblico, sul Passante Nord. Io ho presentato un ordine del giorno collegato al bilancio, in seguito alle dichiarazioni del Sindaco di voler retrocedere sul discorso Passante Nord, per chiedere al Sindaco e alla Giunta di potersi attivare in maniera da poter modificare quello che è l’accordo che prevedeva la realizzazione del Passante Nord. Ovvero, noi sappiamo – questo è emerso dalla Commissione che è stata fatta in Città Metropolitana non più di una settimana – che i soldi destinati al Passante non erano destinati al Passante in sé e per sé, semplicemente c’erano dei fondi stanziati che tramite un accordo, quello di luglio del 2014, sono stati destinati alla realizzazione del Passante, volendo retrocedere sulla realizzazione di questo Passante è assolutamente necessario modificare quell’accordo, per far sì che quei fondi vengano destinati al potenziamento in sede dell’attuale nodo tangenziale e autostrada. Ho presentato quindi un ordine del giorno per invitare il Sindaco e la Giunta ad operare in questo ambito presso il Ministero competente, in maniera tale che possa essere accelerato l’iter poter modificare l’accordo di luglio del 2014 e quindi consentire la riallocazione di quei fondi in ambito locale per il potenziamento della sede autostradale e tangenziale.
Sempre riferito al discorso del potenziamento della SFM, a gennaio avremo una Commissione, se non sbaglio, sempre sul discorso dell’interramento dell’ex Veneta. Io avevo chiesto a novembre 2014 un’udienza conoscitiva dove avevo invitato Legambiente a spiegare quale era la loro proposta alternativa all’interramento della Veneta. Sappiamo che l’interramento di questa ferrovia, così per come è strutturata, non consente il raddoppio del binario perché sottoterra non c’è lo spazio per scavare due binari e se ci fosse da un punto di vista strutturale per poter mettere in sicurezza tutto quanto costerebbe un botto di soldi, Legambiente ha quindi presentato un progetto in superficie, dove poter mettere anche il doppio binario.
Io credo che sia ridicolo che da novembre 2014 ad oggi non si sia trovato un attimo per calendarizzare quell’udienza conoscitiva, è una vergogna. Questo significa che non c’è nessuna intenzione, da parte di questa Amministrazione, neanche di verificare le ipotesi alternative. Allora mi viene da dire, visto e considerato che sul Passante Nord anche lì è stato fatto ostruzionismo, anche lì fino a ventiquattro ore prima veniva detto che era un’opera strategica e andava fatta, poi improvvisamente il Sindaco è stato folgorato sulla Via di Damasco e ha detto che il Passante Nord non si faceva più e che le opere di potenziamento in sede erano ostruzione, mi viene da dire vogliamo fare come il Passante Nord? Vogliamo aspettare di essere folgorati sulla Via di Damasco quando ormai i cantieri stanno per aprire? Non sarebbe il caso di verificare prima questa ipotesi? Io quindi presento un ordine del giorno per chiedere che venga se non altro presa in considerazione questo tipo di ipotesi, ma da un punto di vista istituzionale, ovvero la si guarda, la si vaglia e se non va bene lo si scrive nero su bianco ce si dice no, non che ce lo si dice attraverso i titoli del giornale.
Tornando sempre in ambito di trasporto pubblico, mi riferisco al discorso degli abbonamenti. Un altro sistema per incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico o per sostenere l’utilizzo del trasporto pubblico, perché in questo caso si parla di sostenere, è quello di aiutare le persone che versano in stato di difficoltà. Io sono rimasta abbastanza colpita, perché in realtà davo per scontato che delle agevolazioni ci fossero, da una storia accaduta al Quartiere Navile dove alcuni ragazzi che frequentano le scuole medie, quindi scuole dell’obbligo, sono stati ripetutamente multati dagli accertatori TPER in quanto sprovvisti di biglietto. Ma non è tanto il fatto che siano stati multati ripetutamente perché erano sprovvisti di biglietto, ma è la motivazione che hanno addotto questi ragazzi perché erano sprovvisti di biglietto, le famiglie non hanno i soldi per acquistare l’abbonamento, oggettivamente l’abbonamento al trasporto pubblico ha un costo, e se uno ha più di un figlio è un investimento di un certo tipo.
Al di là del fatto che ci possano essere agevolazioni per i minori, ad esempio ai bambini delle elementari viene regalato l’abbonamento, però i bambini delle elementari difficilmente utilizzano l’autobus per andare a scuola, per cui è più un incentivo ad utilizzare l’autobus piuttosto che, ma non si può parlare di un reale servizio perché ne abbiano bisogno. È vero che ci sono delle agevolazioni per l’acquisto degli abbonamenti per i minori, se i genitori hanno già acquistato un abbonamento, ma se il genitore non ha bisogno di un abbonamento perché o è a casa a lavorare e quindi non si sposta o perché per andare a lavorare ci va a piedi, in bicicletta piuttosto che con qualsiasi altro mezzo, è anche vero che se versa in stato di povertà non ha i soldi per acquistare l’abbonamento per i figli e lo deve acquistare a prezzo pieno. Io ho presentato un ordine del giorno per invitare il Sindaco e la Giunta a valutare l’opportunità di prevedere degli sgravi, degli sconti o delle gratuità per gli abbonamenti al trasporto pubblico per i ragazzi minori, di età però superare agli 11 anni, perché abbiamo detto che quelli sotto gli 11 anni delle elementari hanno già l’abbonamento gratuito, e frequentanti la scuola dell’obbligo le cui famiglie versano in stato di indigenza. Questo per quale motivo? Da una parte lo Stato non può obbligare i ragazzi ad andare a scuola, ma se questi hanno bisogno di arrivarci con l’autobus perché abitano lontano e non hanno i soldi per comprarsi il biglietto, di fatto si ritrovano costretti a prendere delle gran multe.
Io credo, a proposito di welfare e di attenzione ai più deboli, che un’attenzione in questo senso sia doverosa. Io ovviamente ho dato solo un indirizzo di tipo politico, ovvero valutiamo il caso, lascio poi ovviamente agli Uffici, nell’ipotesi in cui questo tipo di ordine del giorno sarà votato positivamente come spero, le varie valutazioni sul tipo di soglia economica al di sotto della quale poter dare un contributo e in che misura.
Un ultimo ordine del giorno è legato sempre al trasporto pubblico e agli abbonamenti. Mi è venuto in mente proprio perché mi stavo occupando degli abbonamenti per i minori, e vito che erano previsti per i disabili e gli anziani è saltato fuori che adesso con la nuova Legge Regionale probabilmente gli abbonamenti per i disabili e gli anziani rischiano di non poter essere rinnovati maniera agevole e comunque nei tempi che servono agli abbonati perché devono presentare l’ISEE. Credo che il percorso che la Regione abbia intrapreso sia un percorso corretto, il problema qual è? Che nel momento in cui uno cambia la Legge deve prevedere un periodo di transizione, allora i sindacati, lo SPI e la CGIL segnalavano questa cosa, si rischia e allo scadere dell’abbonamento e all’entrata in vigore della nuova Legge ci sia un lasso di tempo in cui uno non riesce a presentare l’ISEE e quindi a beneficiare delle agevolazioni che gli spetterebbero proprio perché non è previsto un lasso di tempo di transizione.
L’Assessore Rizzo Nervo si era già espresso in questi termini in un’agenzia di stampa, che avrebbero valutato il da farsi, quindi io a questo punto propongo un invito alla Giunta proprio ad attivarsi affinché gli anziani e i disabili che fino al 31/12 di quest’anno hanno l’abbonamento e avrebbero i requisiti per rinnovare l’abbonamento alle stesse condizioni agevolate, ma non vanno in tempo a presentare l’ISEE, abbiano un lasso di tempo entro il quale poter regolarizzare la loro posizione, in modo che non si trovino a dover o non acquistare l’abbonamento e quindi non potersi muovere, oppure peggio, doverlo acquistare ad un pezzo maggiorato quando magari avrebbero diritto ad una agevolazione, ed è solamente una questione burocratica che non gli consente di poterne usufruire.
Un altro ordine del giorno, sempre collegato al discorso delle fasce più deboli è quello che io avevo già presentato a suo tempo per liberare i parcheggi dei disabili dalla neve. Questo ordine del giorno io lo avevo presentato direttamente in Consiglio Comunale a febbraio, quando si verificò questo problema, fu rimandato in Commissione, in Commissione l’Assessore Malagoli si espresse in maniera positiva e favorevole, dicendo che se da una parte non ci sono i soldi per poter implementare il Piano Neve, per poter liberar il parcheggio dei disabili, dall’altra si può comunque lavorare di concerto con i quartieri e con i volontari spalatori che ci sono nei quartieri, per poter garantire a chi ne avesse bisogno un servizio di questo tipo.
Il problema quale era? Nel momento in cui gli spazzaneve passano con le pale accumulano neve ai lati, se la neve si accumula in un parcheggio per disabili difficilmente un disabile è in grado di spalarsi la neve dal parcheggio, per ovvi motivi che non sto a spiegare. Purtroppo quello che io ho visto… perché il problema poi quale è stato? Che questo ordine del giorno quando è stato discusso in Commissione a maggio io sapevo perfettamente che non sarebbe stato votato in tempo utile per il piano neve di quest’anno in Consiglio Comunale, tanto è vero che è ancora iscritto ai lavori del giorno, per l’Assessore Malagoli, a cui una volta avevo segnalato questa cosa qua in Commissione, disse non c’è problema, è comunque mia intenzione procedere in questi termini per cui a settembre ci ritroviamo in Commissione, vi spiego come pensiamo di procedere e quindi lo inseriamo nel piano neve. A settembre in Commissione l’Assessore Malagoli non è venuto a raccontarci niente, a novembre è uscito il piano neve e io cercando nel piano neve purtroppo non ho trovato nulla, nulla, nulla riferito alla rimozione della neve dai parcheggi dei disabili. A questo punto io ripresento l’ordine del giorno collegandolo al bilancio, chiedendo che venga inserito in questo piano neve, anche se è già in corso, però nulla vieta che si possano inserire delle procedure per poter gestire questo discorso del piano neve. Dicevo, presento un ordine del giorno per poter inserire nel piano neve già in corso la rimozione della neve dagli stalli dei disabili e per prevederlo anche in quelli che sono i piani neve futuri, ovvero deve rimanere una traccia che il piano neve non deve prevedere solamente la pulizia della neve dalle strade, ma deve porre attenzione anche a quelli che sono gli stabili dei disabili.
Avevamo proposto in Commissione, semplicemente il Comune sa perfettamente quali sono i disabili perché rilascia il pass h, basta che mandi una lettera a tutti i disabili dicendo in caso di neve se hai bisogno contatta il tuo quartiere a tal numero e un volontario sarà disponibile a venirti a spalare la neve, cioè non era una cosa complicata, era una cosa molto semplice e si può fare anche adesso, le previsioni del tempo non hanno messo neve a breve, quindi se si lavora in maniera celere secondo me si riesce a mettere in pista questo tipo di iniziativa.
Si tratta sempre di mobilità, torno al discorso kiss&ride, utilizzo dei mezzi pubblici, viabilità e tutto quello che ne consegue. Io credo di averlo ripetuto almeno in tre o quattro commissioni, di fronte sia all’Assessore Colombo, sia ai funzionari del Comune, sia ai funzionari di RFI, la mobilità intorno a Via Carracci è delirante. I cittadini che accompagnano le persone, che accompagnano i passeggeri in stazione o non conoscono l’esistenza del Kiss&ride o non sanno da dove si entra. Io girando, girando mi sono fatta questa idea, è utile che a ridosso del Kiss&ride ci siano le segnalazioni per potervi accedere, però se io non metto delle segnalazioni prima la gente non è che arriva lì e sa esattamente dov’è, e dov’è che la gente arriva? La gente arriva in Via Carracci, si ferma in divieto di sosta, in divieto di fermata, in doppia fila, intralciando, facendo file, code e tutto il resto per scaricare o caricare passeggeri. Io dico, visto che la gente per abitudine, per tradizione, per pigrizia, per ignoranza, perché non sa dove si arriva al Kiss&ride, si ferma in Via Carracci, mettiamo in Via Carracci poco prima dell’accesso alla stazione un cartello, come quelli che ci sono in Via Fioravanti piuttosto che… con l’indicazione Kiss&ride, gira per Via Nicolò dall’Arca, poi vai giù e ci arrivi. Basterebbe quello per spiegare agli automobilisti che arrivano in Via Carracci che hanno un'altra possibilità, poi è ovvio che l’accesso al Kiss&ride è più comodo su uno arriva da Via Gobetti, però una volta che uno ha imparato dov’è perché davanti alla stazione gli diciamo di andare là, forse la volta successiva invece di arrivare da Via Carracci fa direttamente il giro dalla Bolognina e passa da Via Gobetti. Io ho presentato un ordine del giorno per invitare la Giunta, di concerto con gli altri attori competenti, gli enti competenti, per poter montare quello che è un pannello, un cartello stradale prima dell’imbocco con Via Nicolò dall’Arca che indichi il percorso da fare per entrare nel kiss&ride. Un'altra indicazione che do dell’ordine del giorno, ho messo anche dei file allegati con delle foto per cercare di spiegare un pochino meglio, perché a parole a volte si fa fatica ed è molto più semplice un’immagine. Bisogna implementare anche quelli che sono gli interventi della Polizia Municipale, in modo che la Polizia Municipale spieghi dove poter entrare nel kiss&ride, quindi io non chiedo di mettere un presidio che faccia multe tutti i giorni, vi dico solo se lì ci mettete i vigili che dicono guardate vai avanti, gir per di là, però forse la gente è anche più incentivata ad andare a parcheggiare al kiss&ride. Poi si può, di concerto con RFI, ragionare per poter installare un pannello informativo sulle pareti di ingresso, scusate io faccio fatica però… [brusii di fondo, interviene la Presidente] ...
Poi dicevo un'altra cosa che può essere utile e immediata, quella di utilizzare quelle che sono le pareti di ingresso della stazione in Via Carracci per poter sistemare dei pannelli informativi. Questo ovviamente sarebbe da fare di concerto con RFI, però lì ci sono delle pareti bianche gigantesche, si può tranquillamente mettere un pannello di tre metri per due con scritto: devi portare qualcuno in stazione? Vai al Kiss&ride, è gratuito per quindici minuti, gira giù per di là che ci arrivi. Basta veramente poco per creare un minimo di informazione che sia utile e che di conseguenza risolva il problema del traffico che si genera in Via Carracci.
Io sono passata venerdì, che fosse pomeriggio o che fosse sera era sempre estremamente complicato e c’era sempre costantemente una fila di macchine che caricava o scaricava passeggeri. Visto e considerato che sono stati spesi un sacco di soldi per fare quel tipo di parcheggio, che è assolutamente sottoutilizzato, credo che sia come minimo doveroso, da parte dell’Amministrazione, cercare di fare qualcosa per disabituare gli accompagnatori dei passeggeri della stazione a fermarsi in maniera irregolare su Via Carracci, creando tutta una serie di problematiche poi al traffico, e utilizzare gli strumenti che sono stati creati apposta per poter far tutto in assoluta comodità e soprattutto sicurezza. Sentivo di voci di persone che hanno paura di andare nei parcheggi sotterranei perché… il kiss&ride è illuminato a giorno, praticamente sono le scale mobili, il kiss&ride attraversa le scale mobili che accedono ai binari dell’alta velocità, quindi se uno deve prendere un treno ad alta velocità attraversa per forza il kiss&ride, quindi da un punto di vista di sicurezza e illuminazione a meno che uno non abbia paura anche a prendere un treno, a questo punto mi viene da rassicurare sull’accessibilità e sicurezza di questo parcheggio.
L’ultimo ordine del giorno che presento è quello sul People Mover, ritenta e sarai più fortunata, l’ho battezzato così. Al di là della mia totale contrarietà alla realizzazione di quest’opera perché la trovo economicamente non sostenibile e dopo si riverserà l’ammanco sulle casse comunali e la trovo da un punto di vista trasportistico non adeguata alle esigenze per le quali si propone di essere costruita. Per cui fermo restando questa mia idea politica, c’è un altro tema che abbiamo dibattuto in Commissione, per il quale avevo già presentato un ordine del giorno nella precedente sessione di bilancio, che era stato bocciato, e per il quale anche tanti altri colleghi hanno presentato degli ordini del giorno. Noi abbiamo un problema che non è grande come una casa, è grande come l’intero People Mover. Ci sono dei processi in corso, ci sono una serie di persone rinviate giudizio, tra i reati contestati c’è la turbativa d’asta, noi sappiamo perfettamente che questo potrebbe portare, in caso di condanna degli imputati, allo stop dell’opera, ce lo ha detto anche il nostro Segretario Generale, e questo cosa comporterebbe? Che noi apriamo un cantiere, costruiamo qualche pilone, poi ciao ciao, saluti a tutti quanti perché l’appalto era truccato e chi si è visto si è visto, non lo si può più costruire. Mi sembrerebbe doveroso, da parte dell’Ente, pensare a tutelarsi in questi termini, quindi io presento un ordine del giorno per chiedere la sospensione dei lavori del People Mover in autotutela, cioè fino a quando non sarà chiaro l’esito del processo, questo per non esporre l’Ente poi a quelle che sono spese o ad avere – peggio ancora – un cantiere aperto che non terminerà mai o con il rischio che possa rimanere aperto per un sacco di tempo, bisognerà riappaltare, rifare, ribrigare.
Io credo che sia veramente un atto dovuto e di rispetto nei confronti dei cittadini, che con le loro tasse stanno sovvenzionando quest’opera, perché ricordiamoci, è vero che per certi versi ci sono dei finanziamenti privati, ma i soldi li ha messi anche la Regione, e sono soldi nostri, i soldi li ha messi anche l’Aeroporto e l’Aeroporto ha delle partecipazioni pubbliche, i soldi ce li mette TPER, sono tutti enti ai quali noi cittadini con le nostre tasse forniamo dei soldi. Sarebbe rispettoso nei confronti di chi paga le tasse di farne un uso corretto, e secondo me procedere, andare avanti con un’opera dove ci sono delle criticità di questo tipo è particolarmente avventato. Io non sto parlando di uno stop all’opera tout court, che è un altro tema, io sto dicendo sospendiamo fino a quando non è chiaro l’esito dei processi, in maniera tale da tutelare l’Ente nel caso in cui questi processi si debbano risolvere con delle condanne per turbativa d’asta. Grazie."
Dichiarazione di voto:
"Grazie. Faccio una dichiarazione a nome del Gruppo Misto, i linea di massima le votazioni sulle deliberazioni di questo primo blocco ci vedono tendenzialmente d’accordo in tutto il gruppo, salvo alcune piccole sfumature, però in linea di massima l’intervento verte su una comunicazione di intenti. Per quanto riguarda le delibere sul bilancio, avevo già avuto modo precedentemente di apprezzare la modifica del regolamento sulle imposte comunali per la pubblicità e le affissioni, legata appunto a delle restrizioni per quanto riguarda la pubblicità sul gioco di azzardo, era una cosa alla quale devo dire avevo lavorato e ho apprezzato molto che l’Assessore Monti abbia raccolto questo mio suggerimento, questa mia sollecitazione e quindi questa sarà l’unica delibera di bilancio che vedrà il voto positivo. Riguardo agli ordini del giorno collegati alla delibera 339, ci sono alcune cose che, per quanto riguarda la mia storia e le mie idee, non troveranno l’appoggio del mio voto, nonostante sia nei banchi dell’Opposizione, mi riferisco in particolar modo alle delibere, alle proposte di ordine del giorno legate all’accoglienza dei profughi, legate ai fondi da destinare agli immigrati. Credo che questo tipo di delibera, in questo tipo di delibera il mio voto sarà negativo o di astensione, perché in alcuni casi credo che non sia assolutamente corretto togliere dal bilancio i fondi legati a questi tipi di capitoli di spesa, in quanto servono fondi per creare progetti di integrazione, per creare dei ponti, delle intermediazioni culturali che, diversamente, vedrebbero sempre e solo, io scusate faccio una fatica terribile ad intervenire, abbiate pazienza, è che siete proprio qua sotto, quindi ho delle serie difficoltà, faccio fatica a sentire la mia voce.
Per quanto riguarda gli ordini del giorno relativi a quelle che sono le dismissioni dei campi nomadi, se da una parte sono favorevole alla dismissione dei campi, perché sono delle soluzioni che adesso non funzionano, sono superate, vanno risolte, è anche vero che non si può pensare di chiuderle tout court senza ragionare nei termini di come superare questo tipo di realtà. Sarebbe a mio avviso opportuno nel momento in cui si decide di procedere in questi termini, termini in cui bisogna procedere, perché purtroppo vivono in situazioni devo dire decisamente poco accettabili, bisogna però assolutamente trovare una uscita diversa, se no ci si ritrova sempre con il solito problema che sgombri da una parte, ma poi il problema lo sposti da un’altra. Sul discorso del Piano Sosta al Navile, la collega Borgonzoni aveva rappresentato un ordine del giorno relativo alla modifica degli orari per poter sostare gratuitamente. Ora, premesso che secondo me quel Piano Sosta andrebbe rivisto da capo a piedi, perché così come è fatto non assolve al compito per il quale è stato preposto, che sarebbe quello di impedire che la zona venga utilizzata come parcheggio scambiatore, ovvero non è che impedendo di pagare la sosta lì risolvi il problema. Semplicemente lo sposti da un’altra parte, oltretutto c’è tutto il tema legato al fatto che il Piano Sosta è stato fatto a macchia di leopardo, per cui paradossalmente ci sono alcuni residenti che non rientrano nel Piano Sosta e si trovano a dover pagare il parcheggio, se non trovano nelle zone libere, mentre altri possono sostare gratuitamente, quindi secondo me è proprio stato fatto male. Se si vuole effettivamente evitare che quella zona venga utilizzata come un parcheggio scambiatore, si realizza un parcheggio scambiatore, poi si provvede a mettere la sosta a pagamento per chi non vuole utilizzare il parcheggio scambiatore e gratuita invece per i residenti che hanno tutto il diritto di potersi spostare all’interno dell’area dove abitano, senza dover per forza pagare una tariffa per la sosta. Voterò favorevolmente a tutta una seri di ordini del giorno, che ci tengo a sottolinearlo, presentati dai vari colleghi di Opposizione, legati al gioco di azzardo, a quelle che sono le limitazioni per poter inserire le slot machine in alcuni locali, a tutto quello che, insomma continua ad andare avanti in una direzione che volge a cercare di contrastare i problemi legati alle ludopatie. C’è un altro ordine del giorno presentato dal collega Facci e altri legato al rispetto dell’articolo 5 de Decreto Lupi sulle occupazioni, io purtroppo se da una parte riconosco che, la normativa nazionale ha la sua valenza e deve essere rispettata, è anche vero che nella misura in cui si creano dei problemi di salute pubblica legati alla mancanza dell’acqua potabile, io credo che sia doveroso fare fronte, anche assumendosi il rischio e l’onere di violare una legge, credo che sia doveroso fare fronte a questo tipo di problematica. La salute credo che venga prima di qualsiasi tipo di legge, evidentemente insomma ci sono una serie di problematiche a monte, nel senso che, ho già avuto modo ieri di intervenire sulle occupazioni abusive legate all’uso abitativo, se ci sono questi tipi di problemi, è perché c’è una mancanza di offerta e di gestione del problema a monte da parte delle Amministrazioni, quindi sicuramente c’è una grossa responsabilità anche da parte della Pubblica Amministrazione, nel momento in cui si verificano queste situazioni, quindi come minimo l’acqua gliela si può dare, per cercare di non peggiorare ulteriormente una situazione sbagliata, generata da una inefficienza, chiamiamola così, della Pubblica Amministrazione. Ringrazio il collega Faccio, stoico per avere ripresentato l’ordine del giorno sul Museo Pelagalli,ordine del giorno che fu votato a gran voce ormai tre anni fa e che è rimasto lettera morta. Nel passato bilancio l’ho ripresentai, le forze di Maggioranza che prima avevano votato alla unanimità per dare una casa al Museo Pelagalli, in quella occasione si astennero, l’ordine del giorno che io ripresentai passò ugualmente, ma semplicemente perché la Maggioranza si astenne. Ringrazio il collega per averlo riproposto e vediamo se adesso con un nuovo Assessore alla Cultura la storia di questo museo cambia. Un altro ordine del giorno legato alle infrastrutture che dovranno essere, si presume, preparate per poter accedere a Fico. Non sono una grande amante della cementificazione delle strade fatte perché tutti debbano girare in maniera così assolutamente caotica, però pur non credendo che Fico avrà tutto il successo che viene decantato, pur non credendo che Fico sia effettivamente tutta questa gran cosa, anzi a me personalmente non appassiona per nulla questo tipo di intervento, è vero che, se le previsioni di visitatori che sono state millantate si dovessero rivelare corrette, abbiamo un oggettivo problema di accessibilità di quell’area. ne avevamo già parlato in Commissione, avevo già espresso tutta una serie di perplessità, dicendo che non si può pensare di arrivare con il parco alimentare e aperto e poi vedere in quel momento quali sono le necessità trasportistiche e farvi fronte, perché questo genererà sicuramente dei grossi problemi, che poi disincentiveranno le persone ad accedere al parco. Quindi è fondamentale che prima che questo parco venga aperto, venga studiato un sistema di infrastrutture e di mobilità mi viene da dire pubblica, che possa consentire alle persone di accedere al parco. L’ultima osservazione la faccio ad un ordine del giorno dei colleghi del Movimento 5 Stelle, legato all’abbonamento, alla proposta di abbonamento al trasporto pubblico per i minori che frequentano la scuola dell’obbligo e le cui famiglie abbiano un reddito estremamente basso, perché è una fotocopia dell’ordine del giorno che ho presentato io a seguito di una interrogazione che feci, quindi incontrerà il mio voto favorevole e insomma mi fa piacere che di tanto in tanto le buone idee vengano copiate. Grazie."
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