09 dicembre 2015

Il mio intervento in consiglio sulle occupazioni in via Agucchi

A Bologna una nuova occupazione di uno stabile con appartamenti dismesso da anni delle Poste torna a mettere sotto i riflettori il problema dell'emergenza abitativa e il fatto che vi siano numerosi beni comuni, pagati con i soldi dei contribuenti, lasciati andare in malora. Di seguito il mio intervento in aula.


Grazie Presidente. Devo dire che quando ho letto le notizie dell’occupazione dello stabile di via Agucchi mi sono cadute le braccia perché è stata l’ennesima conferma che questa Amministrazione non ha la più pallida idea di quale sia la dimensione del reale problema dell’emergenza abitativa! È stata l’ennesima conferma del fallimento delle politiche abitative di questo Comune! Il Comune non riesce ancora ad essere un interlocutore credibile, tanto che il Social Log ha di nuovo raccolto intorno a sé famiglie che sembra stiano occupando per ragioni di bisogni e disagi legati al fatto di non avere una casa.
L’aspetto ancora più drammatico del fatto che il Comune sta completamente fallendo in questo senso
è che, nonostante abbia fatto un Protocollo per le politiche abitative che serve a toglierle dal percorso di illegalità nel quale sono state inserite - volenti o nolenti - e inserirle in un percorso di legalità; ci siamo ritrovati ad avere una situazione in cui le persone già inserite in un percorso di legalità, che uscivano dall’ex Telecom, sono state sistemate al Galaxy, sono andate a dar mar forte i centri sociali con i nuovi occupanti in via Agucchi. Credo che questo mostri quanto sia inesistente l’Amministrazione Comunale in ambito di politiche abitative! Non è un interlocutore considerato credibile e nonostante da anni ci siano occupazioni ad uso abitativo sul territorio comunale, nonostante ci sia una continua sollecitazione in questo senso, nonostante le occupazioni non cessino, l’Amministrazione continua a non riuscire ad intercettare questo bisogno.
Lo dimostra anche il fatto che io non più di un mese fa ho fatto una interrogazione per chiedere quanti immobili del Comune erano occupati ad uso abitativo - non sto parlando di altre forme di occupazione - e il Comune mi risponde che gli immobili occupati sono solo quelli dell’Acer. Nessuno sa nulla sul sommerso occupato privato, quindi il Comune non ha la più pallida idea della reale dimensione, lo sa soltanto per quanto riguarda le sue abitazioni. Tutto quello che è al di fuori delle sue abitazioni non è a conoscenza del Comune, non sa che cosa sta accadendo.
L’ aspetto drammatico è che in quell’interrogazione chiedevo anche se queste persone che ora stanno occupando avessero prima fatto richiesta di un alloggio pubblico, se fossero state prima inserite all’interno dei percorsi di transizione.
Su 92 persone solamente 11 - quindi stiamo parlando di un 9-10 percento - aveva fatto richiesta agli alloggi popolari, salvo poi vederseli rifiutati - sto ancora aspettando la risposta del perché sono stati rifiutati!
Questo significa che chi occupa in questo momento non ha neanche provato a rivolgersi al Comune, chi occupa in questo momento non considera minimamente il Comune come potenziale interlocutore, si rivolge direttamente ai centri sociali, come mostrano i drammatici risultati di questo weekend dove per l’ennesima volta, a fronte di una sacrosanta battaglia per il diritto alla casa, sono stati utilizzati i minori come soldati che sono stati mandati in prima linea.
Allora, io credo che un conto è fare la battaglia per il diritto alla casa e un conto è farla usando e strumentalizzando minori e bambini sotto il periodo natalizio, periodo in cui tutti sappiamo vi è una certa valenza emotiva sulla quale sicuramente si è giocato molto.
Allora, ben venga che ora l’Amministrazione dica che i centri sociali non sono più i loro interlocutori, ma i centri sociali non hanno inventato oggi l’occupazione ad uso abitativo mettendoci dentro i bambini ed utilizzandoli come scudo, non lo hanno inventato oggi! La cosa drammatica è che i centri sociali riescono a fare quello che il Comune non riesce a realizzare perché non riesce ad intercettare le famiglie a disagio abitativo e a dargli una risposta! Lasciamo perdere che tipo di risposta dare però penso che l’alternativa tra stare in strada, sotto un ponte ed in macchina e quella offerta che prevede di stare in un immobile, magari anche freddo, sporco e abusivo, risulta tuttavia migliore rispetto a stare in mezzo alla strada. Credo che il Comune dovrebbe riflettere molto sulle sue reali capacità perché non più tardi di qualche settimana fa in quest’Aula veniva detto che la lista per le emergenze abitative era azzerata, ma il fatto che una lista per le emergenze abitativa sia azzerata non vuol dire che si è azzerata la reale emergenza abitativa che c’è in questa Città! Questa nuova occupazione lo dimostra!

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