18 novembre 2015

People Mover e penali in caso di sospensione temporanea o revoca dell'appalto

Secondo l'Assessore Colombo dire addio al People Mover costerebbe almeno 18 milioni di euro, ma è proprio così? Con una domanda di attualità ho chiesto ancora una volta spiegazioni.

Da notizie di stampa, l'Assessore Frascaroli spiega che è saggio portare a termine il People Mover per evitare di incappare in multe o penali milionarie.
Chiedo quale sia l'opinione del Sindaco in merito ad eventuali penali da pagare e chiedo a quanto ammonterebbero se oggi di decidesse di sospendere la realizzazione dell'opera.



La mia domanda di attualità:
"Grazie, Presidente. Io torno sempre a chiedere la solita domanda sulle eventuali penali che ci sarebbero da pagare sul People Mover nel caso in cui l'opera venisse sospesa. Ne abbiamo parlato ieri in Commissione e anche ieri in Commissione la risposta non è stata una risposta alla domanda nel senso che si parlava di sospensione in autotutela, non di recesso unilaterale dal contratto, ma di una sospensione in autotutela legata al fatto che ci sono delle indagini in corso. La domanda era legata
a questo: nel momento in cui il Comune, l'ente decide di soprassedere temporaneamente sull'opera in vista delle indagini che ci sono in corso, dei processi che ci sono in corso, sono o meno delle penali da pagare? L'Assessore ieri citava delle cifre pari a 18 milioni di euro che però erano comunque da considerarsi nel caso in cui si tornasse sui propri passi e si decidesse di non fare il People Mover. La domanda che io oggi reitero è ancora più importante alla luce delle dichiarazioni del Segretario generale Uguccioni che ha detto: in caso di condanna per turbativa d'asta, il contratto, l'appalto del People Mover risulta nullo e se l'appalto risulta nullo bisogna che i lavori vengano pagati per quanto realizzato fino a quel momento più una penale. Ora mi viene da dire: se da una parte c'è il concreto rischio che l'appalto possa essere reso nullo e il Comune comunque deve sborsare dei soldi - quanti non si sa perché ovviamente dipende dallo stato di realizzazione dell'opera e, dall'altra parte, ci sono delle penali da pagare - mi chiedo se l'Amministrazione abbia fatto una sorta di valutazioni un po' più accurata sul tipo di scelta da fare. C'è da chiedersi se non sia effettivamente la strada giusta quella di sospendere temporaneamente l'opera fino al momento in cui non sia chiarito il discorso della turbativa d'asta proprio per evitare poi la nullità dell'appalto, perché comunque questi soldi li dobbiamo tirare fuori e trattasi comunque di soldi pubblici, anche se un po' li danno le banche, un po' li mette il socio privato, però la maggior parte dei soldi sono soldi dei cittadini indipendentemente dal fatto che siano del Comune piuttosto che della Regione, piuttosto che di TPER, comunque sono soldi pubblici, allora bisognerebbe che il Comune valutasse in maniera estremamente attenta la richiesta che è stata reiterata più volte di sospensione dell'opera e che già precedentemente è stata bocciata in aula in sede di discussione del bilancio quando io proposi di temporaneamente sospendere l'opera, perché se il discorso della nullità dell'appalto è reale, è effettivo, ci ritroviamo a pagare un'opera che rimarrà comunque incompiuta. Chiedo ulteriormente sull'Amministrazione e chiedo all'Assessore quale sia innanzitutto l'opinione in merito ad eventuali penali da pagare e chiedo se hanno un'idea, un'ipotesi di questa cifra che il Comune andrebbe eventualmente a pagare, il Comune o i vari enti, cosa costerebbe riuscire a sospendere questa opera temporaneamente".

La risposte dell'Assessore COLOMBO:
Grazie, Presidente. Si tratta di due domande che pongono temi che nel frattempo abbiamo diffusamente trattato ieri in Commissione, ma ci ritorno volentieri.
Innanzitutto è bene chiarire una cosa per non giocare con le parole: non mi risulta che nell'attuale contratto in essere tra il Comune di Bologna e la Marconi Express siano previste fattispecie, ipotesi, facoltà di sospensione del contratto, bensì soltanto facoltà, possibilità di revoca da parte del Comune per sopravvenuti motivi di interesse pubblico oppure, che è un'ipotesi più generale, per semplice inadempimento da parte del Comune di un contratto che ha in essere.
Aggiungo inoltre che la sospensione, oltre a non essere una facoltà prevista dal contratto, equivarrebbe – bisogna che ce lo diciamo in maniera trasparente - non ad un temporaneo blocco dell'opera, ma si tradurrebbe nei fatti in un definitivo accantonamento di essa. Per quale motivo? Per un semplice motivo: perché lo stesso contratto ha previsto tra gli elementi fondamentali dell'equilibrio economico-finanziario dell'opera il rispetto dei tempi del cronoprogramma ed è quindi evidente che il nuovo cronoprogramma, che è stato approvato e sottoscritto tra le parti lo scorso 30 ottobre, se dovesse subire delle battute d'arresto, porterebbe nuovamente ad una situazione di disequilibrio economico-finanziario a causa del mancato rispetto dei tempi in esso previsti e quindi alla necessità quantomeno di un nuovo oneroso riequilibrio economico-finanziario in quanto il fattore tempo, come potete immaginare, in un contratto di project financing è una delle variabili determinanti. La sospensione, quindi, non è una facoltà che è data all'Amministrazione dal contratto e in ogni caso si tradurrebbe nei fatti in una mancata realizzazione dell'opera oppure nell'eventuale possibilità di realizzarla a fronte di un nuovo oneroso riequilibrio economico-finanziario per le condizioni temporali modificate, che però potrebbero anche portare all'impossibilità di realizzarla.
L'ipotesi, quindi, di cui stiamo parlando è quella di un'eventuale revoca da parte del Comune, per motivi di interesse pubblico, dell'opera. La revoca, che è la fattispecie prevista, per disposizione generale prevede sempre un indennizzo da parte dell'Amministrazione pubblica nei confronti del soggetto privato in base alla legge sul procedimento amministrativo, la n. 241/1990. Questo principio generale è stato specificato nella concessione del People Mover indicando in maniera precisa quali sono i costi, le penali e gli indennizzi che il Comune deve in caso di revoca. Aggiungo che le penali, gli oneri e gli indennizzi sono dovuti, in base all'articolo 47 del contratto, sia in caso di revoca per motivi di interesse pubblico, sia in caso di inadempimento volontario del Comune. In questo caso spetta al concessionario, cioè alla Marconi Express, il rimborso del valore delle opere realizzare oppure dei costi fino a quel momento sostenuti, sulla base delle scritture contabili, che ad oggi, nel bilancio della Marconi Express, corrispondono a 8 milioni di euro, più quelli che si aggiungono da ora in poi con l'avvio dei cantieri, quindi la parte di valore delle opere realizzate; in secondo luogo spetta al concessionario il rimborso di un indennizzo a titolo di risarcimento del mancato guadagno pari al 10 per cento del valore delle opere ancora da eseguire (quindi, ponendo che ad oggi non siano ancora state realizzate, stiamo parlando di circa 10 milioni di euro) nonché ogni altro costo sostenuto o da sostenere in conseguenza della risoluzione del contratto per risarcire il concessionario dei costi sostenuti per contratti che ha già stipulato.
Detto questo, credo sia importante anche rispondere ad alcune affermazioni che non corrispondono al vero. E' stato dichiarato, nella presentazione della domanda, da parte della consigliera Salsi, che la maggior parte dei soldi è di fonte pubblica: questa è una cosa semplicemente non corrispondente alla realtà, in quanto, com'è noto, il contributo pubblico è in totale di 30 milioni, di cui 27 dalla Regione Emilia-Romagna e i restanti 3 milioni da Aeroporto, mentre il restante valore dei 115 milioni di euro di costo del quadro economico è formato da finanziamenti che non sono pubblici, né del Comune, né della Regione, né di SAB, in quanto stiamo parlando di finanziamenti sotto forma di prestito delle banche, stiamo parlando di equity, cioè di capitale direttamente investito dai soci e così via. Quindi, semplicemente guardando il piano economico-finanziario, il quadro economico, non corrisponde al vero che la maggior parte dei soldi sia pubblica, è vero il contrario, cioè la maggior parte dei finanziamenti è dei soci o delle banche che li prestano.
La seconda affermazione che non mi risulta corrispondere al vero è che in ogni caso il Comune dovrebbe pagare, sia in caso di risoluzione per inadempimento o di revoca in questo momento, sia nel caso successivamente il contratto fosse dichiarato nullo. Queste due ipotesi, come è evidente, non coincidono in alcun modo e quindi anche le conseguenze per il Comune sono ben diverse. Nel caso in cui Comune unilateralmente decidesse di non adempiere questo contratto (e per inadempimento si intende anche non consentire la prosecuzione dei lavori quando invece tutti gli elementi formali consentono al concessionario di farlo), quindi in caso di risoluzione per inadempimento unilaterale o in caso di revoca altrettanto unilaterale, in questo caso essendo la mancata realizzazione dell'opera imputabile ad una scelta volontaria e unilaterale del Comune, il Comune dovrebbe riconoscere quegli indennizzi, quelle penali e quei risarcimenti che prima ricordavo; viceversa, qualora il contratto fosse dichiarato nullo per motivi indipendenti dalla volontà del Comune, ovviamente nulla il Comune dovrebbe nei confronti del concessionario. Questo è ad una prima sommaria valutazione considerato che questa parte di domanda in realtà è stata posta in forma orale in questo momento e non era stata posta in forma scritta, quindi questa è una valutazione che credo ovviamente vada approfondita, ma secondo i principi generali dell'ordinamento mi sento di poter, in prima battuta, rispondere in tal senso.
Per quanto riguarda invece la richiesta della consigliera Cocconcelli rispetto alla recente visita della Guardia di Finanza, che si ricollega alle indagini in corso da parte della Procura, non posso che limitarmi a confermare che rispettiamo il doveroso lavoro di indagine della Magistratura e che nello stesso tempo onoriamo gli impegni contrattuali che attualmente legano l'Amministrazione comunale, tramite la convenzione del 2009, alla Marconi Express in quanto non si sono VERIFICAati motivi formali che imponevano o richiedevano il blocco dei lavori e la revoca che citavo prima, al di là della sua onerosità che ho ricostruito. Grazie".

La mia replica:
"La risposta dell'Assessore devo dire che mi lascia stupefatta perché asserisce che il contratto prevede solamente la revoca e quindi non c'è la possibilità della sospensione. Ma allora se il contratto prevede solamente la revoca, non ci sono penali in caso di sospensione e la conferma viene dallo stesso intervento dell'Assessore che spiega che nel caso in cui ci fossero ritardi, si andrebbe ad un nuovo ed eventualmente più oneroso riequilibrio del PEF, che è la stessa risposta che mi fu data nel 2011 dal direttore del settore proprio quando chiedevo, in caso di ritardi, quale sarebbe stata la conseguenza. Quindi a tutti gli effetti la penale, in caso di sospensione temporanea, non ci sarebbe. Oltretutto non è che perché non è prevista dal contratto, allora non si può fare; se non c'è scritto non è detto che non si possa fare, semplicemente non è normata all'interno di quel contratto, ma le possibilità possono essere diverse.
Mi permetto solo un ultimo e velocissimo appunto sul discorso dei soldi pubblici: un conto sono quelli che vengono sborsati adesso, un conto sono quelli che nel futuro saranno spesi per poter sostenere quest'opera".

Di seguito le agenzie di stampa

Dire 14:16 (ER) BOLOGNA. COMUNE: ADDIO AL P.MOVER? COSTEREBBE ALMENO 18 MLN
COLOMBO: 250 MQ DI CONSUMO SUOLO; FINZI: RFI DARÀ AREA FRA 9 MESI (DIRE)
Bologna, 12 nov. - Dire addio al progetto People mover costerebbe come minimo 18 milioni di euro. E' la cifra fornita oggi in commissione dall'assessore alla Mobilita' del Comune di Bologna, Andrea Colombo. Per la precisione, l'assessore si riferisce agli "effetti di un'eventuale scelta unilaterale del Comune di recedere dal contratto, senza che ad oggi ci siano motivi formali ostativi che lo richiedano o lo impongano".
In merito ad uno scenario del genere, "segnalo che i costi di un eventuale inadempimento da parte del Comune sono previsti da contratto e sono pari al valore dei costi sostenuti dal concessionario al momento dell'eventuale revoca- spiega Colombo- in base alle scritture contabili e, ad oggi, sono inseriti nelle scritture contabili, ci risulta, otto milioni di euro". In secondo luogo, scatterebbe "un indennizzo a titolo di risarcimento del mancato guadagno pari al 10% del valore dell'opera - continua Colombo- e quindi stiamo parlando di circa 10 milioni". Si arriva cosi' a quota 18, ma non sarebbe tutto perche' ci sarebbero anche "tutte le penali e gli altri costi sostenuti o da sostenere da parte del
concessionario in caso di risoluzione", continua Colombo, per i contratti gia' stipulati.
Infine, "aggiungo anche che c'e' il tema del contributo che dovrebbe essere restituito alla Regione", sottolinea Colombo.
Questo e' il quadro e "io metto doverosamente sul tavolo per una valutazione di cos'e' l'interesse pubblico per l'amministrazione", dichiara l'assessore. Detto questo, "rivendichiamo di aver lavorato in questi quattro anni, in modo rigoroso e trasparente- continua Colombo- a fronte di contratto gia' firmato per realizzare l'opera ma bene, con alcuni importanti correttivi e miglioramenti ad esclusiva garanzia dell'interesse pubblico e della citta'".
Del resto, nel programma approvato "da tutti i gruppi della maggioranza, quindi Pd, Sel e Cd- ricorda Colombo- il People mover era espressamente inserito tra le opere del mandato", con l'impegno a
verificare "fino in fondo" gli aspetti economico-finanziari, trasportistici ed economici: "Ed e' esattamente questo- scandisce Colombo- che abbiamo fatto negli anni che abbiamo alle spalle". Questo anche con "supporti esterni di carattere specialistico", precisa Colombo: il Comune su questo
ha sostenuto dei costi ma "e' stato un buon modo di spendere i soldi pubblici, per verificare fino in fondo che il progetto corrispondesse all'interesse pubblico".
   In particolare, l'assessore ricorda che c'e' stata una "revisione dei patti parasociali netta e il cambio di rotta impresso da questa amministrazione e' stato radicale", con il "blocco della quota di Tper
all'attuale 25% e senza la possibilita' ne' l'obbligo di acqisire ulteriori quote in futuro". E l'impatto ambientale? I 125 piloni previsti per il sostegno della monorotaia "aumenteranno il consumo di suolo in citta' di ben 250 metri quadri", manda a dire Colombo con un pizzico di sarcasmo. E ancora: "Il People mover non e' in contraddizione con il Sistema ferroviario metropolitano ne' dal punto di vista trasportistico ne' da quello economico", perche' "non sono due sistemi comparabili" tra loro.
Invece di fare il "tifo ideologico pro o contro un'opera", per Colombo bisognerebbe guardare "agli aspetti di merito per concludere che gni mezzo di trasporto e' adatto ad esigenze diverse". Il People mover, ad esempio, "non e' adatto a svolgere altri ruoli che non ha, come ad esempio- continua
l'assessore- connettere una serie di poli attrattori come Tecnopolo, Regione, Fiera, Fico e Caab, i nuovi insediamenti urbanistici previsti a San Donato".
L'allungamento della monorotaia, in realta', solo una decina di giorni fa (all'avvio dei cantieri) non era data per esclusa: ieri, poi, il sindaco Virginio Merola ha sparigliato annunciando il ritorno del tram. Per quanto riguarda le risorse, "cerchiamo di dare un quadro onesto della realta'", dichiara Colombo: "Non c'e' un euro del Comune per costruire il People mover". Impossibile, pero', non pensare alle inchieste di Procura e Corte dei conti. "Da parte dell'amministrazione c'e' pieno rispetto per il lavoro in corso da parte della magistratura sia penale che contabile e, nello stesso tempo- afferma Colombo- responsabilta' nell'onorare impegni contattuali validi ed efficaci, garantendo con tutti i miglioramenti e i correttivi necessari, con rigore e trasparenza, l'interesse pubblico. Questa e' stata fin dall'iinizio e continua ad essere la nostra posizione". Infine, Colombo respinge gli attacchi
dell'opposizione sui tempi lunghi per la discussione degli odg: "Non c'e' stata una programmazione ambigua delle commissioni", assicura l'assessore.
La presidente di Marconi Express, Rita Finzi, si limita ad un intervento strettamente tecnico sui lavori avviati a inizio mese. Si tratta di un "cantiere lineare" di cinque chilometri, spiega Finzi, dall'organizzazione "abbastanza semplice" perche' tutto sara' "preconfezionato fuori" e poi portato sul posto, con "bassissimi livelli di scavo". Ad oggi (partendo dalla tratta tra aeroporto e Lazzaretto) sono
iniziate le attivita' di topografia, tracciamento e bonifica dagli ordigni bellici. Per intervenire sull'ultimo dei cinque chilometri di tracciato, pero', bisognera' attendere Rfi che "ci consegnera' l'area tra circa nove mesi- spiega Finzi- per completare i lavori avviati per lo spostamento di canalette e altri impianti interferenti".   (Pam/ Dire) 14:16 12-11-15 NNNN


Dire 16:24 (ER) BOLOGNA. COMUNE: SE ASTA 'TURBATA' CONTRATTO P.MOVER È NULLO
PARERE SEGRETARIO GENERALE: "SONO TEMI CHE STIAMO ANALIZZANDO" (DIRE)
Bologna, 12 nov. - "Se la magistratura accerta un vizio di volonta', cioe' di turbativa di gara, e' ovvio che civilisticamente direi che l'elemento di una formazione della volonta' e' viziato e il contratto quindi sarebbe nullo". Lo afferma il segretario generale del Comune di Bologna, Luca Uguccioni, intervenendo oggi in commissione sulla vicenda People mover. In un caso come quello prospettato "ci troveremmo con un'opera magari anche realizzata, in tutto o in parte- continua Uguccioni- con un vizio a monte che va valutato". Questo sapendo che "ai sensi del nostro ordinamento i gradi di giudizio sono tre", precisa il segretario, "quindi la situazione non e' molto chiara e pacifica". Su questa tematica, dunque, "una serie di problemi si devono porre e si pongono": infatti "li stiamo analizzando e verificando", aggiunge Uguccioni, "e' un tema su cui si deve riflettere".
Questa la risposta fornita dal segretario alle domande sul nodo specifico riguardante l'inchiesta. Uguccioni, pero', a fronte delle altre sollecitazioni arrivate dai consiglieri comunali, ha fatto una
ricostruzione piu' generale della situazione conseguente al contratto stipulato dall'amministrazione nel giugno 2009. "A prescindere dalle valutazioni in merito alla sua genesi", afferma il dirigente di Palazzo D'Accursio, "siamo obbligati, e' nostro dovere contrattuale avere a che fare e gestire dinamicamente un contratto". E quello del People mover "non e' un contratto normale, non e'- precisa Uguccioni- un mero contratto d'appalto con obbligazioni e capitolati".
Il contratto per la monorotaia invece e' "una concessione di un'opera pubblica che ha un rilievo tale per cui per la sua realizzazione- continua Uguccioni- si ritiene non sia possibile soltanto la provvista di denaro, ma si combinano due elementi": cioe' il denaro per la realizzazione e poi il capitolo della gestione dell'opera nel tempo. In questo contesto, per il Comune ci sono "due fronti differenti" su cui
muoversi. Da un lato l'amministrazione e' "un soggetto che ha stipulato un contratto con una controparte", spiega il segretario. Dall'altro lato, la controparte "e' tenuta a realizzare un'opera- continua il segretario- e l'amministrazione e' tenuta a rispettare tutti quegli obblighi che consentano alla controparte di farlo".     In questa prospettiva, "ogni elemento che puo' incidere negativamente sulla realizzazione dell'opera", afferma Uguccioni, "va valutato secondo i canoni della correttezza, della buona fede contrattuale e del Codice civile". Norme alla mano, "per motivi di interesse pubblico- continua il segretario- si puo' revocare l'opera", ma "con un prezzo": in questo caso, si tratterebbe dei 18 milioni di euro conteggiati nella stessa commissione dall'assessore alla Mobilita', Andrea Colombo. E la possibilita' di una sospensione, chiesta ad esempio da Sel?
Per Uguccioni la "valutazione" da fare e': un eventuale ritardo sulla realizzazione dell'opera "e' un onere che pesa su chi l'ha determinato".
Secondo l'articolo 6 del contratto di concessione, ma anche secondo le regole generali, "rispettare i tempi stimati dal piano economico-finanziario e' un elemento fondamentale dell'equilibrio economico-finanziario" del progetto. "Se allungo l'opera per mia colpa e' evidente che devo risponderne civilmente", spiega il segretario, "mentre invece se l'allungamento dei tempi non e' determinato da me ma dalla controparte, e' un onere che la controparte sa che si deve accollare".     Il parere di Uguccioni prosegue sottolineando che "la revoca e' una misura che le amministrazioni adottato se ritengono che cia' che avevano deciso prima non e' piu' di interesse", ma ovviamente questo "ha un controvalore" e nella legge 241 "si parla di indennizzo". Una diversa possibilita' "e'
l'annullamento degli atti del provvedimento in autotutela, allorche' ci si renda conto- continua Uguccioni- che sono stati commessi degli errori dell'amministrazione". Insomma "strumenti teorici ce ne sono, ma richiedono delle valutazioni- sottolinea il dirigente- perche' hanno delle conseguenze". Di sicuro, "il povero" Responsabile unico del procedimento "non puo' dire 'sospendo, annullo o revoco'. E' una decisione- mette in chiaro il segretario generale- che puo' spettare solo ad un ambito molto piu' alto", che nell'amministrazione abbia potere di indirizzo politico.
  (Pam/ Dire) 16:24 12-11-15 NNNN

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