04 marzo 2013

O.D.G. N. 98: MODIFICA DELLO STATUTO COMUNALE IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE N. 215/2012 - P.G. N. 49100/2013

Grazie Presidente. Non ne faccio mistero che le quote non mi piacciono e non mi sono mai piaciute, che siano rosa o di qualsiasi altro colore o natura. In un paese civile non ci dovrebbe bisogno di quote e penso che le persone dovrebbero essere in grado di scegliere i propri rappresentanti in base al merito e non credo che il genere di appartenenza sia appunto un merito ma è semplicemente una caratteristica importante.
Tuttavia temo, e anzi ne ho quasi la certezza, di non essere in un paese particolarmente civile e quindi a questo punto le valutazioni diventano diverse. Credo che tutti i generi siano rappresentanti in maniera equilibrata, che siano uomini o donne, giovani o anziani, operai o imprenditori, omosessuali o eterosessuali, studenti o insegnanti. È importante che ci siano tutte le rappresentazioni possibili perché solamente attraverso un confronto tra diversi punti di vista si può trovare la migliore soluzione. Questa legge e questo adeguamento dello Statuto non risolvono il problema delle pari opportunità ma serve un cambiamento culturale molto più radicato, un cambiamento vero e proprio della cultura, serve che le donne stesse, in primis, acquisiscano più fiducia e non si pongano sempre in una condizione di inferiorità e in una condizione per cui hanno bisogno di protezione. Queste leggi sono una sorta di protezione per il genere femminile, però bisognerebbe partire da molto lontano, e questo non è luogo e neanche l’oggetto della discussione, per ripercorrere le storie degli ultimi decenni al fine di capire come mai, nonostante tutte le battaglie femministe che ci sono state, a tutt’oggi non si sia ancora giunti a un equilibrio vero e proprio tra i generi. Queste norme non vogliono quindi dire che c’è una parità di genere, perché se ci fosse non servirebbero quote e norme per garantirle, ma servono solo per garantire un ingresso più ampio del genere femminile nelle stanze del potere. Una volta che noi donne saremo dentro le stanze del potere, possiamo solo sperare che il nostro lavoro sia un buon lavoro e che serva da esempio per arrivare in un secondo momento a una vera e propria parità di genere.

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