08 marzo 2013

Wu Ming: Grillismo: l'ennesimo culto di destra proveniente dall'Italia


La traduzione di un lungo articolo in inglese, che i Wu Ming hanno scritto per un'importante rivista, che evidenza il carattere autoritario e reazionario del M5S fondato da Beppe Grillo e Casaleggio.
Per alcuni disguidi l'articolo non è uscito in forma completa; puoi leggerlo qui in versione originale:



[La settimana scorsa una prestigiosa rivista britannica ci ha richiesto un lungo articolo sul Grillismo. Lo abbiamo scritto e inviato, ma c'è stata qualche incomprensione e l'hanno modificato troppo pesantemente per i nostri gusti. Abbiamo chiarito con loro il problema, ma a quel punto eravamo troppo in ritardo sulla data di consegna e il numero è uscito senza il nostro contributo. Peccato, ma nessun rancore. Il pezzo era troppo lungo - quasi 5000 parole - per proporlo a qualunque altra rivista o giornale, far fare loro l'editing da capo e averlo pubblicato in un tempo ragionevole. 
Da queste parti la situazione è pessima e le persone all'estero ne sono completamente disinformate. Ogni giorno leggiamo assurdità e stronzate su Grillo da parte di persone che ignorano completamente la natura autoritaria e reazionaria del suo movimento. La dura realtà ci sta mordendo le chiappe e dobbiamo mandare un messaggio in bottiglia proprio adesso.
Alla fine, non avendo altre possibilità, abbiamo deciso di pubblicare il pezzo su questo brutto, obsoleto e a lungo trascurato blog, a cui serve assolutamente una completa ricostruzione e un nuovo inizio, ma che anche nel suo stato attuale è meglio di niente. Chiaramente non è così autorevole come quella rivista londinese e la diffusione potenziale è ridicola al confronto, ma cosa altro possiamo fare? Per favore copiatela e diffondetela ovunque vogliate. Grazie.]


«Il matrimonio è un legame tra un uomo e una donna. Come puoi istituire il matrimonio tra due persone dello stesso sesso? Perché allora non sposare tre persone? Per non ti sposi col tuo animale? Alcune persone hanno un forte legame con i loro animali, perché non permetter loro di sposarli?»
(Francesco Perra, candidato M5S nelle recenti elezioni nazionali, 8 giugno 2012
C'è molta confusione negli altri paesi su cosa è successo in Italia negli ultimi cinque anni - l'era dell'ultimo Berlusconismo - e su cosa sta succedendo dopo le ultime elezioni. Mentre scriviamo, nessuno sa che governo avremo in Italia. Nessun governo stabile si può formare senza il voto di fiducia del Movimento 5 Stelle, l'organizzazione politica guidata dall'ex comico Beppe Grillo e dal guru del marketing web Gianroberto Casaleggio. Il M5S, che ha partecipato alle elezioni nazionali per la prima volta, ha raggiunto il 25.5% dei voti per la Camera dei Deputati e il 23.8% al Senato.


Dario Fo
Diversi commentatori di sinistra e progressisti tendono a guardare al M5S con una certa simpatia. Hanno sentito che addirittura Dario Fo, un famoso vincitore di sinistra del Premio Nobile, ha sostenuto Grillo durante la sua campagna. Loro pensano che i discorsi accesi e pieni di promesse esagerate sono solo un po' di teatro - era un comico dopo tutto.
Anzi, le notizie dall'Italia sono sconcertanti come sempre ma, alla fine, in tanti hanno l'impressione che il M5S sia un movimento populista che oscilla all'interno delle aree progressiste e radicali dell'arco politico. Un movimento con punti in comune con altri movimenti anti-austerità che ci sono nell'Europa meridionale (Portogallo, Grecia, Spagna, Slovenia).
Le persone che credono questo dovrebbero - letteralmente - saperne di più.
Il problema è che anche tanti italiani dovrebbe saperne di più.
Simone Di Stefano: «Lei è antifascista?»
Beppe Grillo: «Questa domanda non mi riguarda. Il M5S è un movimento ecumenico.»
(Conversazione tra Grillo e uno dei maggiori leader del partito neofascista CasaPound, 11 gennaio 2013 )
Molti di voi avranno amici italiani che si sentivano di sinistra e che recentemente hanno scelto di votare il M5S o addirittura diventarne attivisti. Scommettiamo che non vi hanno parlato degli aspetti più di destra del movimento, perché certamente avreste chiesto loro: «Scusa? Stai portando avanti un discorso politico a fianco dei fascisti? Sei entrato in un movimento che rifiuta il concetto di antifascismo? Un movimento che vuole abolire i sindacati? Hai votato per una persona che loda Ron Paul e il libertarismo all'americana? Amico, cosa ti è successo?», e avrebbero dovuto arrabattarsi cercando di auto-giustificarsi.
«Prima che degenerasse, il fascismo ha avuto un senso di comunità nazionale (che ha preso direttamente dal socialismo), il più alto senso dello Stato e il desiderio di proteggere [l'istituzione della] famiglia.»
(Roberta Lombardi, deputata del M5S, 21 gennaio 2013 )
I vostri amici probabilmente conoscono questi aspetti ma probabilmente li sottovalutano o li rimuovono all'istante, perché sono troppo inquietanti. E' cosi grande il disgusto verso «il vecchio sistema politico» che criticare un «nuovo» movimento è considerata una manifestazione di pedanteria o di snobismo intellettuale: «Prima di tutto diamo una spallata all'establishment politico marcio, poi parleremo degli errori di Grillo. Non possiamo parlarne adesso!»
Per noi, questo è un approccio molto pericoloso.

1. Come il rancore verso «La Casta» ha aiutato a prevenire conflitti sociali


Molti fattori possono spiegare il successo di Grillo. Gli anni Zero sono stati una decade di devastazione sociale, in cui i movimenti sociali hanno subito tuonanti sconfitte, mentre l'ultimo Berlusconismo alimentava una bancarotta culturale e sociale con la complicità di un «centro-sinistra» da molto tempo screditato.
Poi, all'inizio della nuova decade, la crisi dell'Euro ci ha colpito tra gli occhi.
Durante l'estate del 2011, la classe capitalista e la Banca Centrale Europea decise che il governo Berlusconi era completamente inefficace e inadatto per mettere in atto le «necessarie» misure di austerità. Malgrado una larga maggioranza in entrambi i rami del Parlamento, con una sorta di colpo di stato legale il governo di «centro-destra» fu rimpiazzato da un governo «tecnico» guidato da Mario Monti, un economista neoliberista che è stato a lungo legato a Goldman Sachs e alla Commissione Trilaterale.
Il governo Monti era supportato, seppure a malincuore, sia dal centro-destra sia dal centro-sinistra. A dir la verità, il centro-sinistra dava l'impressione di sostenere Monti meno controvoglia del centro-destra. Alla fine, il Partito Democratico è apparso più responsabile di Berlusconi per le misure aggressive di austerità che hanno peggiorato la condizione della classe lavorativa e la piccola borghesia nel 2012. Qualcosa di simile è successo in Grecia, dove il Partito Socialista di Papandreou è stato associato ai tagli più del partito di destra di Nuova Democrazia.
La differenza è che la Grecia ha assistito a dimostrazioni di massa e scioperi generali contro l'austerità, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale Europea e così via, mentre in Italia il malcontento è stato indirizzato verso un nemico diverso: la cosiddetta «Casta».
«La Casta contro le Persone Oneste» è lo schema concettuale più potente nell'Italia di oggi.
La Casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili  è il titolo di un best-seller scritto da due giornalisti, Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Fu pubblicato nel 2007 e trattava dei modi i cui i politici nazionali e locali usavano i soldi dei contribuenti per diventare oligarchi parassiti. Il titolo del libro forniva la perfetta metafora per inquadrare il dibattito sulla politica all'interno di una nuova versione della classica dicotomia della destra: «le persone normali» sono «pulite», mentre «i politici» sono «sporchi». Di più, non sono solo sporchi, sono il problema più grande del paese. Sbarazziamocene e tutto andrà a posto!
Il fatto che i politici sono nei loro uffici proprio perché la buona cara gente normale li ha ripetutamente votati è citato raramente.


Flavio Briatore
«La Casta contro le Persone Oneste» si è dimostrata essere la perfettae fuorviante narrativa. La rabbia e la frustrazione sono stati incanalati contro i parlamentari, i loro stipendi, il finanziamento pubblico ai partiti ecc., i quali sono tutti veri ma sono problemi minori del sistema. Contemporaneamente, le misure di austerità e le politiche neoliberiste eurocratiche stavano devastando la società, senza trovare opposizione. A differenza della Grecia, Spagna e Portogallo, non c'era nessun movimento di massa a contrastarle.
Non serve aggiungere che la «casta» vera – la casta dei milionari, dei top manager, degli speculatori finanziari e cosi via - non hanno pagato alcun prezzo per la situazione che hanno creato. Abbiamo addirittura sentito dei tycoon come Flavio Briatore fare affermazioni anti-casta, insultare i politici e cosi via.
Per citare una sola ma concreta conseguenza dello schema «Casta contro le Persone», questi racconti depoliticizzanti hanno reso accettabile, se non addirittura desiderabile, l'idea di un governo «tecnico». L'opinione pubblica è stata portata a credere che un governo senza politici sarebbe stato meglio di qualunque governo tradizionale. Ecco perché Mario Monti ha approfittato della prolungata «luna di miele» riuscendo a fare passare atti draconiani che hanno impoverito la maggior parte delle persone.
Lo schema «Casta contro Persone» venne acceso nel dibattito politico appena prima che il M5S venne creato, e ne ha spianato la strada.
Quello che Grillo e Casaleggio hanno fatto da parte loro è stato di estendere il concetto di «Casta» fino a includere quasi tutti i dipendenti pubblici, che la retorica del M5S trasforma in semplici parassiti. In uno dei suoi post più infami, Grillo richiese che «decine di migliaia di dipendenti pubblici fossero licenziati». Come Rossana Dettori – una leader del sindacato CGIL – ha fatto correttamente notare, dietro alle frasi che Grillo usa astrattamente (ad esempio «dipendenti pubblici») ci sono ospedali e pronto soccorsi, vigili del fuoco, scuole ed asili, servizi per gli anziani e i malati gravi, «così come istituzioni democratiche che assicurano che tali servizi continuino a funzionare».
La verità è che nel settore pubblico italiano c'è la percentuale maggiore di adesione e di attività sindacale. Il 78.79% dei dipendenti pubblici partecipano all'elezione dei loro rappresentanti sindacali (RSU). Quindi, i veri obiettivi dell'invettiva di Grillo contro i dipendenti pubblici sono i sindacati. Ha richiesto la totale «eliminazione» dei sindacati più volte.

2. Finta «anti-austerità», finto radicalismo
Non è che Grillo non citi il capitalismo, gli errori dei banchieri ecc. Lo fa. 
D'altra parte, non c'è niente di originale in quella parte dei suoi discorsi, semplicemente rivede tutti i clichè del populismo europeo di destra. Il problema è schematizzato in una maniera semplicisticamente neo-nazionalista: «il vero» capitalismo (cioè il capitalismo produttivo) è descritto come buono perché radicato nel territorio, mentre l'economia finanziaria è degenerata perché è nelle mani delle demoniache clique transnazionali e delle lobby. Poiché l'Euro è la causa principale della crisi attuale, se l'Italia lascia l'Eurozona e si libera dei politici e caccia «decine di migliaia» di dipendenti (sindacalizzati) fuori dal settore pubblico, allora avremo le condizioni per entrare in una nuova età dell'oro.
 
Gad Lerner
Sappiamo tutti che c'è spesso un tratto di antisemitismo in questo tipo di discorsi su nemici «senza nazione». 
E' una coincidenza che filippiche e insulti antisemiti sono frequenti nelle sezioni del blog di Grillo? Nel novembre 2012 un blogger ospite su beppegrillo.it attaccò Gad Lerner, un giornalista Ebreo che ha osato criticare Grillo, chiamandolo «Gad Vermer». Verme è un insulto classico nel repertorio antisemita.

La cosa più importante da dire sulle prese di posizione «anti-austerity» e contro la finanza è che è solo una facciata. E' uno scherzo. Alla fine Grillo è un multi milionario, Cristo!
Ogni volta che un movimento conservatore e populista è votato ed entra nel palazzo, la sua retorica «anticapitalista», e antifinanziaria evapora in fretta e finiscono per amministrare lo stato delle cose, compreso il capitalismo finanziario.
Forse è per questo che Jim O’Neill, il direttore dimissionario di Goldman Sachs Asset Management, ha scritto di recente:
«Trovo che il risultato delle elezioni italiane sia piuttosto eccitante perché mi pare che per una nazione il cui PIL non è sostanzialmente cambiato da quando l'Unione Monetaria è nata nel 1999, qualcosa di importante serve che cambi. Magari questo risultato e l'appeal di massa del Movimento Cinque Stelle possono essere il segnale di qualcosa di nuovo?»
Abbiamo detto «Goldman Sachs»? Pochi giorni fa, Grillo ha dichiarato che il gruppo parlamentare del M5S voleva votare per un nuovo governo «tecnico» che includesse non politici, perché non avrebbero mai votato la fiducia ad alcun governo politico. Avrebbero addirittura appoggiato un «Monti Bis», un secondo governo Monti, anche se con un mandato limitato e controllato strettamente dal nuovo parlamento. Dopo mesi passati a chiamare il premier «Rigor Montis», Grillo ha implicitamente detto che l'ex advisor internazionale per Goldman Sachs era il «male minore» in confronto ai partiti politici.

E' stato solo un assaggio fugace della nuda verità, poi l'ex comico ha cambiato posizione di nuovo. Adesso dice che vuole conquistare il «100% del parlamento» così «i cittadini diventano lo stato» e il movimento «non servirà più», il che ovviamente non significa niente ma serve a fare sensazione.
[N.B. L'ultimo leader politico a conquistare il 100% del parlamento e a sovrapporre il suo movimento con lo stato finì appeso a testa in giù in una piazza di Milano.
Successe con 20 anni di ritardo, ma adesso le cose succedono più velocemente, sai, c'è internet e così via. A parte gli scherzi, Grillo dovrebbe studiare la storia del suo paese prima di fare affermazioni così provocatorie, non sono famose per portare fortuna a nessuno.]


Nel caso tu sia ancora aggrappato alla prima impressione che il movimento di Grillo sia anti-austerity e radicale, o almeno una forza per il cambiamento concreto, perché non dare un'occhiata a cosa il M5S ha fatto nelle città e nei paesi che amministra? Per esempio, guardiamo a cosa il sindaco Federico Pizzarotti ha fatto a Parma.
Il punto chiave della campagna di Pizzaroti era l'opposizione alla costruzione di un grande inceneritore il cui impatto sull'ambiente e la salute dei cittadini era considerato catastrofico. Nel giugno 2012 Grillo in persona dichiarò: «Non costruiranno mai quell'inceneritore, se lo vogliono costruire dovranno passare sul cadavere del sindaco!».
Quando il giornalista Marco Travaglio chiese a Grillo delle penalità che la città avrebbe dovuto pagare agli appaltatori e subappaltatori, diede questa risposta: «Non siamo sciocchi: se pagare le penalità è obbligatorio, troveremo un modo per pagarle.» 
Beh, l'inceneritore è stato acceso il 3 marzo 2013. La città non era in grado di pagare le penalità. Nessuno è dovuto passare sul cadavere di Pizzarotti.
Durante la sua campagna, Pizzarotti aveva anche promesso di non aumentare le tasse sulla casa e la retta per gli asili pubblici. Dopo l'elezione, le ha aumentate entrambe spiegando: «Non potevamo fare altro». Come ogni altro politico.
3. Influenze della destra sul Movimento Cinque Stelle

Guglielmo Giannini
La retorica di Grillo è piena zeppa di elementi che si possono ricondurre a diverse tradizioni di destra, che lui e Casaleggio hanno mescolato in un'accozzaglia velenosa.
La più evidente  è quella del populismo conservatore europeo. In Francia tale approccio è conosciuto come poujadisme, dal suo promotore principale del 20esimo secolo, Pierre Poujade. In Italia, lo chiamiamo di solito qualunquismo dal nome di un piccolo movimento borghese fondato dal commediografo Guglielmo Giannini nel 1946.
Un'altra tradizione è l'americano «libertarismo» / «anarco-capitalismo»: Ayn Rand, Ron Paul, quella roba lì . La sua influenza si riconosce in diverse parti del programma del M5S. Uno degli esponenti più conosciuti del movimento, Vittorio Bertola, ha dichiarato chiaramente «mi piace Ron Paul».

Chiaramente, negli sproloqui di Grillo possiamo anche trovare il solito armamentario di clichè alla Thatcher che sono diventati comuni in tutto l'occidente.
Tutte queste tradizioni hanno alcune caratteristiche in comune, una delle quali è l'odio per i sindacati e, in generale, le conquiste e le organizzazioni collettive dei lavoratori, come contratti nazionali ecc. Questa ostilità permea tutti i discorsi di Grillo.

La ragione per cui spiegare gli aspetti di destra della retorica di Grillo è un compito così ingrato è perché la confusione è una strategia applicata di proposito. Grillo urla in continuazione «la destra e la sinistra non esistono più!». Allo stesso tempo, lui e Casaleggio intercalano con sapienza elementi di destra con elementi di sinistra, riproponendo parole d'ordine, concetti e rivendicazioni che hanno acquisito dai movimenti precedenti. Questi concetti sono rielaborati, ricevono un trattamento che ne elimina la complessità e li lascia vuoti di contenuto. L'esempio più lampante è «democrazia diretta».

4. Democrazia diretta, Führerprinzip e l'uccisione del personaggio
A dispetto di tutti i discorsi sulla democrazia diretta e sul liquid feedback online, il M5S è una organizzazione gerarchica senza entità intermedie tra Grillo e Casaleggio e la popolazione di fan/attivisti. Ogni decisione principale è presa da due ricchi circa-sessantenni, e la «democrazia diretta» si riduce a chiedere alla base di approvarla con un plebiscito a distanza.
Nel periodo 2011-2012, il M5S dell'Emilia Romagna (il cui capoluogo, Bologna, è dove noi viviamo) è stato scosso da un'ondata di espulsioni. «Dissidenti» come Giovanni Favia, Valentino Tavolazzi, Federica Salsi e molti altri osarono fare domande sull'assenza di democrazia interna. Come conseguenza, furono cacciati fuori ed esposti a violente aggressioni online. Le espulsioni furono decise da Grillo e Casaleggio e comunicate al mondo con brevi post su beppegrillo.it.
Gli attivisti locali espressero solidarietà con gli espulsi e organizzarono incontri in cui la maggioranza votò in favore della loro riammissione, ma i due boss non tennero minimamente in conto il loro voto.
Il passo finale fu l'utilizzo di internet per calunniare gli espulsi in tutti i modi possibili.
I grillini fedeli hanno dedicato il loro tempo e i loro sforzi a disturbare tutte le conversazioni online in cui qualcuno difendesse i «traditori» e criticasse Grillo e Casaleggio per il loro comportamento chiaramente autocratico.


Federica Salsi
I leader locali non sembrano avere esitazioni nell'usare il  «linciaggio» come un concetto positivo. Il 2 marzo 2013 Andrea Defranceschi, consigliere M5S alla regione Emilia Romagna, dichiarò: «Se qualcuno di noi tradisce il movimento, la rete lo lincerà.»
Con «linciaggio», ovviamente, Defranceschi intende la distruzione personale dei dissidenti. Se qualcuno osa essere in disaccordo con Grillo e Casaleggio, la loro reputazione deve essere distrutta, e la distruzione deve continuare molto dopo l'espulsione. Queste persone non possono semplicemente essere lasciate sole, il loro blog o Facebook deve essere bombardato con commenti dispregiativi ogni giorno. Nel giro di pochi mesi, il consigliere Giovanni Favia è passato dall'essere considerato come la migliore incarnazione del M5S all'essere definito come il traditore più vigliacco.
E se la dissidente è una donna, gli insulti sessisti pioveranno: «puttana», «troia» e il resto del repertorio. E' quello che è successo a Federica Salsi.
Questa è una chiara manifestazione di tale mentalità e, in effetti, il M5S è spesso descritto come una setta. Scientology ha rifiutato il confronto.
Potresti chiedere: come posso Grillo e Casaleggio cavarsela con tutto questo?
Beh la risposta è tutta scritta nel «Non-Statuto» del movimento.
Il «Non-Statuto» è un testo molto breve che per molti anni è stato l'unico documento scritto che regolasse la vita interna al movimento. Fondamentalmente dice che il nome M5S e il logo sono di esclusiva proprietà di Beppe Grillo e che il «quartier generale» è sul blog di Grillo, beppegrillo.it.
Se stai già pensando che il concetto del M5S di  «democrazia diretta online» sia come minimo bizzarro, beh, aspetta, non hai ancora visto niente! Ti consigliamo di guardare una specie di video manifesto che Casaleggio ha creato e prodotto nel 2007. E' intitolato Gaia: il futuro della politica. «Raccapricciante» è l'aggettivo giusto per il futuro anarchico-capitalistico che Casaleggio prevede con entusiasmo.


Come reagiscono le persone di sinistra o ex di sinistra, pro-Grillo, quando qualcuno gli fa notare questi seri problemi?

5. Fascisti nella patria di Grillo (e di Berlusconi)
Prima di rispondere alla domanda, serve chiarire che la grande maggioranza sia degli attivisti sia dei simpatizzanti del M5S non viene dalla Sinistra radicale. Molti di loro sono abbastanza giovani e non hanno un'esperienza politica precedente (o nemmeno una posizione); altri vengono dalla destra e anche dalla destra radicale.
In molte aree del paese, la spina dorsale del consenso per il M5S è formato da persone che in precedenza supportavano Berlusconi, la Lega Nord xenofoba, e in alcuni casi partiti chiaramente neofascisti come Forza Nuova e Fiamma Tricolore. Nel 2012, quando il M5S vinse le elezioni a Parma e riusci a fare eleggere Federico Pizzarotti a sindaco della città, la parte maggiore dei voti (25.9%) venne da persone che in precedenza avevano scelto la Lega Nord.
Dopo tutto, la posizione di Grillo e del M5S sull'immigrazione e sulle minoranze è molto vicina a quella della Lega. Citiamo questo post, il suo titolo è  «I confini sconsacrati» e venne pubblicato su beppegrillo.it nell'ottobre 2007:
«Un Paese non può SCARICARE SUI SUOI CITTADINI i problemi causati da decine di migliaia di rom della Romania che arrivano in Italia. L'obiezione di Valium è sempre la stessa: la Romania è in Europa. Ma cosa vuol dire Europa? MIGRAZIONI SELVAGGE di persone senza lavoro da un Paese all'altro? Senza la conoscenza della lingua, senza possibilità di accoglienza? Ricevo ogni giorno centinaia di lettere sui rom.
E' un vulcano, una BOMBA A TEMPO. Va disinnescata...Un governo che non garantisce la sicurezza dei suoi cittadini a cosa serve, cosa governa?...Una volta i confini della Patria erano sacri, i politici li hanno sconsacrati.
»
Da ultimo ma non meno importante, lo stesso Casaleggio è un ex simpatizzante della Lega Nord.
Secondo l'avvocato Vincenzo Forte - un ex-leader del neofascista Movimento Sociale Italiano e adesso supporter di Grillo – tre dei nuovi deputati e un senatore del M5S (tutti e quattro eletti in Lombardia) hanno un passato di neofascisti radicali. Forte non ha rivelato i loro nomi ma ha aggiunto:
«Non sono casi isolati, è un fenomeno molto più vasto e radicato, una strategia accuratamente orchestrata per penetrare nel movimento di Grillo. Tale strategia viene portata avanti con la massima discrezione dei gruppi neofascisti locali. »
Il M5S non ha difese etiche o teoriche contro questo, perché Grillo e Casaleggio si sono fermamente rifiutati di adottare l'antifascismo come un valore caratteristico. Grillo vuole che il movimento sia «ecumenico» e l'antifascismo «non lo riguarda».
Silvio Berlusconi dopo troppi lifting.
E' tutt'altro che incomprensibile che molti fascisti, berluscones e leghisti stanno guardando adesso a Grillo. Non solo a loro piace quello che dice, ma impersona anche il loro ideale di Uomo Forte che affascina folle entusiaste. Per queste persone, Berlusconi e Bossi non erano più abbastanza forti/affascinanti, essendo diventati troppo compromessi con  la «vecchia politica» e «la Casta». Ecco perché questi piccoli insignificanti borghesi stanno facendo un investimento emotivo verso qualcuno che vedono come nuovo leader.
Inoltre, ci sono similitudini profonde tra Berlusconi e Grillo. Sono entrambi testimoni viventi di come l'industria dell'intrattenimento e della televisione degli anni '80 ha rimodellato la vita nazionale italiana. Il giornalista Giuliano Santoro ha scritto un libro molto interessante su questo, intitolato Un Grillo qualunque: Il populismo digitale nella crisi dei partiti italiani.
E' un dato di fatto, non si può capire completamente Grillo se non si capisce Berlusconi.
Tre anni fa, in un pezzo per il London Review of Books, prevedemmo facilmente che dopo la caduta di Berlusconi ci sarebbe stato un berlusconismo senza Berlusconi. Adesso le cose stanno anche peggio, perché Berslusconi «è caduto» ma è ancora in giro e il 29.1% dei votanti l'hanno scelto per l'ennesima volta. Come risultato, abbiamo sia il vecchio classico berlusconismo con Berlusconi, sia il nuovo tipo senza.
Giuliano Santoro ha scritto che «Grillo è la continuazione di Berlusconi con altri mezzi.»

6. "Non c'è alternativa", "Questa è l'alternativa"  e la teoria M5S del «ne di qua ne di la»
  
Concentriamoci adesso su quelle persone di sinistra o ex di sinistra che - criticamente o acriticamente - stanno dando la loro fiducia al M5S. Vogliamo concentrarci su di loro per due ragioni:
Primo, è importante capire le conseguenze che l'assenza della sinistra o la sua bancarotta possono avere durante una crisi come quella presente;
Secondo, abbiamo notato che all'estero la rappresentazione del movimento di Grillo tra i radicali e i progressisti è più o meno una sintesi dei due tipici discorsi usati dai radicali italiani pro Grillo - solamente con molte meno informazioni disponibili.
Noi chiamiamo questi discorsi  «M5S: non c'è alternativa» e «M5S: questa è l'alternativa».
Oggigiorno, tutte le volte che parliamo con veterani delle lotte di ieri che hanno votato per il M5S, e proviamo a ragionare con loro, le parole più frequenti che riusciamo ad estrarre dalle loro bocche sono:
«Si, lo so che è un movimento ambiguo. Non sono a mio agio su ogni cosa che dicono e fanno. Siiiii, si, la loro agenda è in parte neoliberista. Le loro affermazioni sull'immigrazione sono inaccettabili. Non mi piace nemmeno il mix di populismo e corporativisimo. Sono sospettoso verso il culto della persona che circonda Grillo, e il ruolo giocato da Casaleggio non è chiaro. Sono d'accordo con te, c'è qualcosa in più di un po' di fanatismo nel movimento. Li vedo i troll a favore del M5S in azione su internet. Hai ragione, le espulsioni di massa mi fanno pensare alle purghe staliniste del 1937. Credi che io sia cieco? E' chiaro che vedo che i fascisti stanno aderendo...E d'altra parte alcune delle rivendicazioni e proposte del M5S sono esattamente le stesse che noi facciamo da anni! Il loro programma comprende il «reddito di cittadinanza», la difesa dei beni comuni, l'ecologia…Conosco tante persone in gamba che sono diventati attivisti del M5S. Forse possiamo usare tatticamente il M5S per scalzare il vecchio sistema politico, lo stanno facendo giusto? Nessuno ci era riuscito prima. Perché non provare a vedere cosa succede dopo la spallata? Ad ogni modo Non c'è alternativa. La sinistra è defunta.»
Questo è ciò che chiamiamo il discorso "Non c'è alternativa" della sinistra pentastellata. E' basato sul classico meccanismo si/ma: le persone sono d'accordo su tutte le questioni critiche, che sono molte, ma poi dicono qualcosa come «ma» o «e però», e anche se l'argomento contrario è sostenuto solo da qualche desiderio, spazza via tutto ciò che hanno appena riconosciuto.
In breve: riconoscono che il M5S è un movimento confuso con un approccio dominante di destra su diversi aspetti fondamentali, ma il successo del movimento e il fatto che alcune proposte hanno origini di sinistra fa loro sperare che sia una buona opportunità per «fare qualcosa».
Secondo noi, «fare qualcosa» non sempre è una buona linea. Dipende da quello che fai. A volte è meglio non fare niente che fare qualcosa di stupido. Scambiare un movimento di destra per uno sinistroide è senza dubbio stupido.
Altri ex di sinistra credono a qualsiasi storia che Grillo e il M5S dicono loro.
Ripetono un altro discorso, il discorso «Questa è l'alternativa» degli ex di sinistra pentastellati:
«Quello che dici è falso. Hai creduto alle ridicole bugie che la Casta sta diffondendo. C'è sicuramente qualche razzista, perché il movimento è aperto a tutti, ma sono minoranze. La maggioranza è di persone come te e me che vogliono combattere il sistema. Terremo sotto controllo i razzisti. Quelli che sono stati cacciati dal movimento erano opportunisti e infiltrati mandati dai vecchi partiti. Hanno violato il non-statuto. Grillo non è un leader, non è nient'altro che un megafono. Il fatto che possieda legalmente il nome e il logo del movimento è solo per garantire che le sezioni locali rispetteranno il non-statuto. Mi fido di lui. Appena il movimento sarà abbastanza forte, si farà da parte. Casaleggio suggerisce solo le strategie di comunicazione, non c'è niente di oscuro o di ambiguo. Questa è l'alternativa, finalmente! Ho aspettato per una cosa così per anni, non rovinare tutto con le tue solite critiche!»
Notate la solita fiducia nel processo a «due fasi»: nella situazione attuale Grillo deve per forza giocare un ruolo cruciale; più tardi, sicuramente si tirerà indietro.
Nella storia dei movimenti comunisti, tutti i culti della persona sono stati invariabilmente descritti come semplicemente «transitori».
E' noto che nel 1958 Mao Zedong sostenne che non c'è niente di male nel culto della persona e in quello di lui stesso. Dipende dal fatto che quella personalità rappresenti una verità rivoluzionaria o meno.
L'ottantasettenne Dario Fo, per citarne uno solo, è stato molto vicino al maoismo negli anni '70.
Questa forma mentale ha facilitato la conversione di ex comunisti al Grillismo. In questo modo, finiamo per pensare che sono finiti dalla parte opposta dello schieramento politico.
Quando è successa una cosa simile l'ultima volta?
All'inizio degli anni '20.

Proprio così.
Il programma prendi-tutto del M5S non può non ricordarci il Programma di San Sepolcro (1919) del primo fascismo. A quei tempo il fascismo era ancora un movimento del «ne di qua ne di la» («ne sinistra ne destra») che lanciava slogan «rivoluzionari» in ogni direzione.
Nel 2011, quando abbiamo iniziato a citare quel precedente storico, molte persone storsero il naso.
Poi, il 5 marzo 2013,  Roberta Lombardi – fresco presidente del gruppo dei M5S alla Camera – citò esplicitamente ed in maniera positiva il Programma di San Sepolcro per spiegare l'affermazione inaccettabile che abbiamo usato come una delle epigrafi in questo articolo.
Stiamo affermando che, tutto considerato, il M5S è un movimento fascista?
La risposta è: no.
Ci sono sicuramente fascisti all'interno e certamente gli elementi di destra del programma sono più rilevanti di quelli di sinistra. 
Tuttavia, il M5S è in debito con diverse tradizioni di destra, una parte dei suoi costituenti è ancora a sinistra ed etichettare il movimento come meramente fascista sarebbe troppo semplicistico.Quello che stiamo cercando di dire è che, specialmente in Italia, la confusione del «ne di qua ne di la» prospera sempre sulle crisi economiche e politiche e una parte della sinistra è tentata di ascoltare quelle sirene. Quelli che non resistono finiscono invariabilmente a destra, che se ne rendano conto o no.

7. E adesso?
Perché i corrispondenti stranieri che vivono in Italia non dicono queste cose? Scrivono di Grillo ogni giorno, ma raramente forniscono indicazioni sulle contraddizioni più interne al movimento. Forse queste contraddizioni sono meno evidenti se non si ha una conoscenza profonda della nostra storia nazionale? E comunque, frasi razziste, omofobe e aynrandiste dovrebbero essere riconoscibili in ogni contesto. Non abbiamo una risposta chiara a queste domande.

Gianroberto Casaleggio, co-leader e guru dei media del M5S.
Cosa succederà adesso?
Per quanto riguarda il «cambiamento» (parola vuota), probabilmente molto meno di quanto tutti si aspettano. Come abbiamo provato a dimostrare sopra, il M5S è lontano dall'essere una forza radicale e il suo programma è pieno di «soluzioni» che sono in realtà parte del problema. Perfino nello stesso giorno delle elezioni, mentre molti commentatori saltavano sul carro del vincitore Grillo, noi abbiamo scritto che, malgrado i suoi slogan incendiari, il M5S agisce come un movimento diversivo ed evita che i conflitti sociali esplodano. Lo stesso Grillo lo dice, anche se ovviamente lui chiama il conflitto «violenza»: «Se la violenza non prende piede, è grazie al movimento».

Come accade spesso con i movimenti populisti, il movimento di Grillo apparentemente destabilizzerà la politica nazionale, ma ne scalfirà solo la superficie e facendolo stabilizzerà il sistema. Ecco perché l'entusiasmo per Grillo si ritrova in un posto così insospettabile come Goldman Sachs.
Noi speriamo che i progressisti e i radicali che hanno aderito al M5S o simpatizzano per il M5S o almeno lo hanno votato, capiscano che la presa di posizione sfiancante «ne di destra ne di sinistra» non riesce più a nascondere tutte le contraddizioni che abbiamo evidenziato.
Abbiamo recentemente scritto che «affiancheremo le ribellioni all'interno del M5S». Cosa significa?
Significa che ci aspettiamo che queste contraddizioni diventino ancora più nitide, che si intensifichino fino ad esplodere. La «sinistra» del movimento deve superare i "Non c'è alternativa", "Questa è l'alternativa", manifestarsi in maniera chiara e rifiutare sia l'agenda di «destra» sia la retorica vuota e confusa di Grillo. Il conflitto interiore non è un risultato inplausibile di questa fase. Dobbiamo guardare a quel processo con grande attenzione, e esserci quando qualcuna delle energie che Grillo e Casaleggio hanno catturato riuscirà a liberarsi da quella morsa.
Quelle energie si possono investire in un movimento più coerente, non ambiguo, radicale.
Ecco perché tifiamo rivolta all'interno del M5S.
Bologna, 4-8 marzo 2013

4 commenti :

  1. Eeheheheh non ho mai letto piu assurdità e bugie create ad Hoc come in questo biblico articolo.
    Meno male che non lo segui, e si vede: se vuoi che venga letto da CHI vuole davvero informazioni devi seguire una regola ferrea che vuole articoli corti, concisi, veritieri.
    Solo i grillini leggono poemi come questo: gli altri inciuciatori chiedono la fiducia al mittente e vanno a cena.

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  2. QUindi ti sei fatta eleggere in un movimento autoritario e reazionario. Li hai sfruttati per la poltrona o semplicemente hai creduto alle loro frottole in entrambi i casi dovresti dimetterti.

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  3. Malgrado sollevi punti valdi, ad una seconda lettura, l'articolo esprime un'ostilità a tratti vergognosamente faziosa : 1) "Nel novembre 2012 un blogger ospite su beppegrillo.it attaccò Gad Lerner, un giornalista Ebreo che ha osato criticare Grillo, chiamandolo «Gad Vermer». Verme è un insulto classico nel repertorio antisemita" - Ovvero c'era UN commento che poteva suonare antisemita (oppure semplice insulto al "verme" che è Lerner in quanto pessimo giornalista) dunque il movimento tollera l'antisemitismo? 2) " La cosa più importante da dire sulle prese di posizione «anti-austerity» e contro la finanza è che è solo una facciata. E' uno scherzo. Alla fine Grillo è un multi milionario, Cristo!" Questo è un commento di una superficialità tale che in un articolo che intende fare un'analisi seria non dovrebbe trovare posto. Il Capitalismo finanziario "sano" è una posizione perfettamente lecita e neanche così radicale, sui temi economici inoltre molti parlamentari sono assai più preparati e creativi di Grillo (giustamente) che dal canto suo offre una critica alle logiche capitalistiche selvagge odierne perfettamente condivisibile e direi poco ambigua. 3) La frase della Lombardi «Prima che degenerasse, il fascismo ha avuto un senso di comunità nazionale (che ha preso direttamente dal socialismo), il più alto senso dello Stato e il desiderio di proteggere [l'istituzione della] famiglia.»
    Suona come un estratto preso strumentalmente fuori contesto (monco di un "ma..." conclusivo), e per quello che è, mi sembra anche una considerazione storicamente fondata. La Lombardi stessa si è scandalizzata sentendosi tacciata di filofascismo e ha poi espresso parole di inequivocabile condanna al fascismo. 4) Il caso Pizzarotti a Parma: l'articolo è dell'8 Marzo. Pizzarotti a Luglio ha effettivamente forzato lo stop all'inceneritore malgrado lo Stato (cioè lo Stato dei partiti) avesse garantito l'appalto all'azienda Iren che sta facendo ricorso al Tar. Ha difeso la posizione, non proprio "come qualsiasi politico". 5) Il "linciaggio" degli espulsi si verifica a mio avviso prevalentemente quando questi sfruttano l'espulsione per prestarsi a giochi mediatici. Non sarà piacevole, ma è consono alle dinamiche di internet, e parte liberamente da loro detrattori, non esiste un sistematico incoraggiamento a perseguitarli, semmai a lasciarli soli, proprio come l'articolo riterrebbe più consono. 6) I continui incitamenti di Grillo a sostenere gli attivisti e a divenire attivisti e a non considerarlo un leader o un salvatore scoraggiano l'ipotesi di una sua adesione ad un culto della propria personalità, sono semmai i mezzi di "informazione" a concentrarsi unicamente su di lui e così facendo a suggerire nelle persone meno informate un identificazione del movimento unicamente con la persona di Grillo.

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  4. Detto questo: 1) le infiltrazioni fasciste nel movimento ci sono. E Grillo o chi per lui dovrebbero specificare una volta per tutte che il Movimento è antifascista, per fugare ogni dubbio. Non farlo è colpevole e vagamente inquietante, nonostante dal comportamento dei parlamentari non emergano minimamente atteggiamenti o ideologie fasciste, e anzi essi difendano strenuamente la Costituzione Repubblicana, a differenza di altri partiti assai meno prudenti su questi temi. 2) I toni di Grillo sono inadatti al dibattito politico, ma è anche vero che le sue frasi sono costantemente sviscerate alla ricerca di contraddizioni e troppo spesso scandalosamente distorte, quando la natura del messaggio se obiettivamente recepita è mossa da principi di tolleranza, eguaglianza a democraticità. 3) Grillo deve cedere proprietà del Movimento ad un'organizzazione indipendente gestita dagli attivisti, capace di autoregolarsi in base ad uno statuto, così che anche le questioni delle espulsioni siano più limpide. Non sono ancora stati fatti passi in questa direzione, e questo è problematico.

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