05 marzo 2013

Statuto Comunale e Pari opportunità


Oggi abbiamo discusso una delibera per la modifica dello Statuto del Comune di Bologna per attuare la legge 215 del 23 novembre 2012
L’intento di questa legge è quello di promuovere la parità effettiva di donne e uomini nell'accesso alle cariche elettive e ai pubblici uffici delle autonomie territoriali.


In particolare, il provvedimento introduce nella legislazione elettorale dei consigli comunali con popolazione superiore ai 5.000 abitanti e dei consigli circoscrizionali, due misure rilevanti:
- una quota di lista, in virtù della quale nessuno dei due sessi può essere rappresentato nelle liste in misura superiore ai due terzi dei candidati;
- la doppia preferenza di genere, ossia la possibilità di esprimere due preferenze per i candidati a consigliere: una per un candidato di sesso maschile e l’altra per una candidata di sesso femminile della stessa lista. In caso di mancato rispetto della disposizione, si prevede l’annullamento della seconda preferenza.
Per quanto riguarda le Giunte degli enti locali, è fissato il principio per cui deve essere garantita la presenza di entrambi i sessi.
La legge introduce, inoltre, disposizioni in materia di comunicazione politica e di parità nelle commissioni di concorso per l’accesso al lavoro nelle pubbliche amministrazioni .

La mia opinione:


"Non mi piacciono le quote, che siano rosa o di qualsiasi altro colore o natura, non mi piacciono.
In un paese civile non ci dovrebbe essere bisogno di quote, le persone dovrebbero essere in grado di scegliere i propri rappresentanti in base al merito e il genere di appartenenza non lo ritengo un merito, ma una caratteristica, anche importante, ma non un merito.
Tuttavia temo, anzi ne ho quasi la certezza, di non vivere in un paese particolarmente civile....
E’ quindi importante che i generi, tutti i generi, siano rappresentati in maniera equilibrata: donne e uomini, giovani e vecchi, operai e imprenditori, omosessuali ed eterosessuali, studenti e insegnati.
E’ importante perchè solo attraverso il confronto di diversi punti di vista si può trovare la soluzione migliore.
Questa legge, questo adeguamento dello Statuto del Comune di Bologna, non risolvono il problema delle pari opportunità. Serve un cambiamento culturale, serve che le donne stesse acquisiscano più fiducia e non si pongano in una condizione di inferiorità, in una condizione per cui hanno bisogno di “protezione”. Ma per fare questo serve partire da molto lontano e serve ripercorrere la storia degli ultimi decenni per capire come mai, nonostante tutte le battaglie femministe, non si è ancora raggiunto un equilibrio.
Queste norme non vogliono dire che c’è parità di genere, se ci fosse non servirebbero quote, servono solo per garantire un ingresso più ampio del genere femminile nelle stanze del potere.
C’è solo da sperare, che una volta dentro le donne, il loro, il nostro buon lavoro serva da esempio per arrivare ad una parità vera e propria."

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