Oggi abbiamo discusso una delibera per
la modifica dello Statuto del Comune di Bologna per attuare la legge
215 del 23 novembre 2012
L’intento di questa legge è quello
di promuovere la parità effettiva di donne e uomini nell'accesso
alle cariche elettive e ai pubblici uffici delle autonomie
territoriali.
In particolare, il provvedimento
introduce nella legislazione elettorale dei consigli comunali con
popolazione superiore ai 5.000 abitanti e dei consigli
circoscrizionali, due misure rilevanti:
- una quota di lista, in virtù della
quale nessuno dei due sessi può essere rappresentato nelle liste in
misura superiore ai due terzi dei candidati;
- la doppia preferenza di genere, ossia
la possibilità di esprimere due preferenze per i candidati a
consigliere: una per un candidato di sesso maschile e l’altra per
una candidata di sesso femminile della stessa lista. In caso di
mancato rispetto della disposizione, si prevede l’annullamento
della seconda preferenza.
Per quanto riguarda le Giunte degli
enti locali, è fissato il principio per cui deve essere garantita la
presenza di entrambi i sessi.
La legge introduce, inoltre,
disposizioni in materia di comunicazione politica e di parità nelle
commissioni di concorso per l’accesso al lavoro nelle pubbliche
amministrazioni .
La mia opinione:
"Non mi piacciono le quote, che siano
rosa o di qualsiasi altro colore o natura, non mi piacciono.
In un paese civile non ci dovrebbe
essere bisogno di quote, le persone dovrebbero essere in grado di
scegliere i propri rappresentanti in base al merito e il genere di
appartenenza non lo ritengo un merito, ma una caratteristica, anche
importante, ma non un merito.
Tuttavia temo, anzi ne ho quasi la
certezza, di non vivere in un paese particolarmente civile....
E’ quindi importante che i generi,
tutti i generi, siano rappresentati in maniera equilibrata: donne e
uomini, giovani e vecchi, operai e imprenditori, omosessuali ed
eterosessuali, studenti e insegnati.
E’ importante perchè solo attraverso
il confronto di diversi punti di vista si può trovare la soluzione
migliore.
Questa legge, questo adeguamento dello
Statuto del Comune di Bologna, non risolvono il problema delle pari
opportunità. Serve un cambiamento culturale, serve che le donne
stesse acquisiscano più fiducia e non si pongano in una condizione
di inferiorità, in una condizione per cui hanno bisogno di
“protezione”. Ma per fare questo serve partire da molto lontano e
serve ripercorrere la storia degli ultimi decenni per capire come
mai, nonostante tutte le battaglie femministe, non si è ancora
raggiunto un equilibrio.
Queste norme non vogliono dire che c’è
parità di genere, se ci fosse non servirebbero quote, servono solo
per garantire un ingresso più ampio del genere femminile nelle
stanze del potere.
C’è solo da sperare, che una volta
dentro le donne, il loro, il nostro buon lavoro serva da esempio per
arrivare ad una parità vera e propria."
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