"Grazie Presidente. Dopo diversi articoli di stampa, dopo diverse interrogazioni, interpellanze e domande di attualità, emerge un quadro poco chiaro sui progetti d'impresa e sui finanziamenti che questo ente eroga a fronte di questi progetti.
L'ente, con l'intento, devo dire lodevole, di riqualificare zone della città degradate ed incentivare piccoli progetti imprenditoriali, eroga fondi, che però in alcuni casi l'ente stesso ha scoperto essere stati usati in maniera irregolare tanto da chiederne la restituzione, ed in particole ad Artbit, QuiBologna e Tv Brain, ne abbiamo già parlato ampiamente.
Si aprono però in seguito a queste revoche, alcuni interrogativi decisamente, mi vien da dire, critici; infatti nel momento in cui il Comune si accorge delle irregolarità commesse da queste aziende, non denuncia immediatamente i fatti alla Procura, ma lo fa solo dopo 8 mesi attraverso una segnalazione alla Guardia di Finanza, un meccanismo del tutto inusuale, soprattutto per un ente pubblico.
Inoltre queste aziende devono restituire al Comune ben 101mila euro perché parte dei fondi, è vero, non sono stati più erogati, ma parte di quei fondi che erano già stati erogati ne è stata chiesta la restituzione; quindi, dicevo, queste aziende devono restituire 101mila euro al Comune e a tutt'oggi, stando alle risposte alle interrogazioni che ho avuto, non hanno ancora restituito nulla.
Ma guarda caso queste stesse identiche aziende, consorziate in una ATI (Associazione Temporanea d'Impresa) ottengono, mi vien da dire provvidenzialmente, un finanziamento regionale di 102mila euro, quindi un migliaio di euro in più rispetto alla cifra che devono restituire al Comune.
Queste aziende, con questa ATI, in Regione hanno dovuto indicare un referente per il progetto che presentavano: guarda caso il referente che loro indicano è il signor Gabriele Bernardi che in teoria nulla ha a che fare da un punto di vista societario con queste aziende, tanto è vero che non risulta essere ne titolare ne socio ne dipendente di queste aziende, ma è un nome che noi sappiamo e che vediamo comparire spesso quando si parla sempre di queste aziende, i cui titolari spesso sono persone che hanno già collaborato o che continuano a collaborare col Bernardi stesso in altre società o associazioni, come ad esempio Vitruvio.
Poi c'è un'altra cosa curiosa: Moodwatcher, anche questa sempre riconducibile a Bernardi, anche lei destinataria dei medesimi fondi ai quali però ha rinunciato, guarda caso quando ha scelto di rinunciare, ha scelto di rinunciare dopo aver chiuso l'azienda a luglio del 2012; la segnalazione che il Comune ha fatto alla Guardia di Finanza è di giugno del 2012, esattamente qualche giorno prima, e quindi è abbastanza curioso: come mai un'azienda che aveva ottenuto dei finanziamenti riconducibili sempre allo stesso giro di persone e di soggetti, alla fine decide di chiudere l'azienda perché non era in grado di presentare la rendicontazione, i dipendenti...tutta una serie di problematiche.
Io alla luce di queste risposte, alcune sono addirittura delle non risposte, che ho ricevuto, e dopo un'attenta ricostruzione in senso anche cronologico di tutto quello che è successo e tutti i vari passaggi, ho presentato quindi un esposto alla Magistratura, un formale esposto e non una segnalazione, e un esposto alla Corte dei Conti affinché facciano luce su tutti gli interrogativi che sono emersi da questa ricostruzione e sulla legittimità di alcuni finanziamenti, sulla legittimità di finanziare certi progetti volti, ad esempio, a «studiare le applicazioni del neuromarketing in base al quale si valutano le reazioni delle diverse zone del cervello agli stimoli preposti dal ricercatore, mediante l'utilizzo di una macchina per la risonanza magnetica, al fine di analizzare e rendere più incisivo il linguaggio della politica».
Abbiate pazienza ma a me, francamente, che vengano usati i soldi della collettività per finanziare questi artifizi, mi fa un po' girare le scatole.
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