31 luglio 2013

Lettere da una professoressa: una chiacchierata sul referendum per il finanziamento alle scuole paritarie

Lunedì 29 luglio in occasione del dibattito sul referendum per il finanziamento alle scuole paritarie, ho fatto una chiacchierata con Claudia Pepe che cura una trasmissione, "Lettere da una professoressa", dove affronta le problematiche della scuola privata.
Qui puoi ascoltare l'audio integrale della puntata (purtroppo a tratti non molto chiaro):



Claudia Pepe: "Sono al Consiglio Comunale di Bologna col consigliere comunale Federica Salsi del Gruppo Misto; siamo qui perché tra un paio d'ore, un'oretta, si discuterà sull'esito del referendum che hanno portato quelli del Comitato Articolo33 per il finanziamento delle scuole pubbliche e le scuole paritarie. Io avevo già fatto una trasmissione in cui vi avevo reso conto dell'intervento molto incisivo che ha dato Federica Salsi nel suo intervento e anche molto semplice e si capiva ben bene quello che voleva dire, non voleva tergiversare molto. Adesso ce l'ho qui con me e volevo chiederle una cosa: questa volontà popolare come lei ha detto nel suo intervento, una formazione democratica di partecipazione - perché è vero, un referendum è una partecipazione democratica - la sua posizione sulla ratifica delle decisioni referendarie del 26 maggio si pone come voce di rottura all'immobilismo del Consiglio sull'argomento; quali sono i motivi di questo totale immobilismo, perchè non ci si vuole muovere?"

Federica Salsi: "I motivi io credo che siano motivi principalmente di equilibri politici che sono già consolidati negli anni e nel tempo e che non vogliono essere messi in discussione; io credo che si possa organizzare la scuola materna in maniera diversa, credo che il finanziamento che adesso noi stiamo dando non sia un finanziamento che vada a favore delle famiglie ma semplicemente va a favore delle scuole che poi scelgono loro come distribuirlo anche se ci sono dei paletti abbastanza rigidi per poterli utilizzare.
Il problema è che se il Comune vuole fare vera sussidiarietà e quindi dare una mano alle famiglie che hanno i figli che rimangono escluse dalle scuole comunali, allora si va incontro a queste famiglie direttamente in maniera precisa e puntuale, e non si da un finanziamento a pioggia che copra tutta una serie di scuole e ne beneficiano sia le famiglie benestanti sia quelle che sono, insomma, più povere."


Claudia Pepe: "Scusi ma quali sono le dinamiche che ostacolano questo tipo di sussidiarietà perché giustamente, come diceva lei, se si faceva un discorso lo diamo per un anno questo accordo, poi un pochino alla volta cominciamo a levare, anche perchè sappiamo che con 1 milione di euro noi potevamo formare delle sezioni di scuola pubblica statale e avere gli stessi bambini alimentando la scuola pubblica che proprio in questo momento cos'è, la sorellina più povera di niente e di nessuno, cioè praticamente non esiste più dopo tutti i tagli di tutti i governi che abbiamo avuto, per nominare la riforma Gelmini ma non solo, la Gelmini ha dato il taglio plateale a tutta la scuola.
Adesso qui Bologna, che era una voce forte per tutta la scuola e noi ci contavamo moltissimo, tutta Italia ci contava su questo referendum...questa sussidiarietà, quali sono...la struttura fondamentale per non dare questa sussidiarietà, perché non darla alle scuole pubbliche statali?"

Federica Salsi: "Mah io ritengo che ci siano questi rapporti consolidati con la FISM che in realtà è la principale, per non dire quasi unica, destinataria di questi fondi; le scuole che fanno parte della FISM sono tutte scuole professionali e quindi evidentemente ci sono degli equilibri da rispettare anche da un punto di vista culturale in ambito religioso e si vogliono mantenere un certo tipo di rapporti e quindi a questo punto il Partito Democratico ha scelto, secondo me, di continuare a mantenere uno status quo in maniera forse anche, io credo, ignorante, perché nel momento in cui un genitore si ritrova a dover iscrivere il proprio figlio alla scuola dell'infanzia e non può scegliere liberamente una scuola aconfessionale perché l'unica alternativa nel settore privato sono quelle confessionali, è anche un problema di libertà di scelta e quindi secondo me sarebbe opportuno che il Comune investisse principalmente su quella che è la laicità della scuola e lasciasse alle famiglie che credono in maniera, come posso dire, personale ad un determinato tipo di educazione, la possibilità eventualmente di scegliere questo tipo di scuole."

Claudia Pepe: "Scusi ma non le sembra un attacco alla Costituzione questo, questo è un chiaro attacco all'articolo 3 e se non è anticostituzionale questo...vediamo i motivi per non delegittimare questo referendum e anche il fatto che, si sa, la scuola pubblica si fa... e le scuole private senza onere per le spese dello Stato.
Come è possibile andare contro a questa Costituzione che è la più bella del mondo ma non viene mai adoperata ultimamente?"

Federica Salsi: "E' possibile perché in realtà a livello nazionale vengono fatte tutta una serie di leggi che in una certe misura aggirano quella che è la Costituzione, perché la legge del 2000 che ha consentito questi finanziamenti, è una legge tra l'altro del governo D'Alema, è una legge che ha di fatto consentito il finanziamento alle scuole private."

Claudia Pepe: "Stavo appunto ricordando che proprio nel 2000, e l'ho detto molte volte in trasmissione, nel 2000 e non stiamo parlando di sinistra o destra, qui sto parlando del governo D'Alema, che ha dato i primi 200 milioni alla scuola privata o addirittura il suo ministro ombra Maria Pia Garavaglia ne ha dati altri 100 immediatamente, subito immediatamente alla scuola cattolica, non scordiamoci Comunione e Liberazione, non scordiamoci Monti che ha dato 200 milioni adesso a CL nell'ultimo agosto...questa sussidiarietà che sta avvenendo a Bologna che è ormai un dato di fatto in Lombardia con Formigoni e con la legge Aprea."

Federica Salsi: "Si noi ci ritroviamo in una situazione, credo anche a livello nazionale, culturale estremamente vecchia, vecchia perché se è vero che tanti anni fa spesso erano proprio le suorine che si dedicavano alla cura dei bambini quando le famiglie non potevano occuparsene, è rimasto quindi una sorta di retaggio culturale per cui, vabbè se sono poi le scuole delle suorine dove vanno i bambini va bene lo stesso; in realtà adesso c'è un sistema scolastico secondo me molto diverso, e quindi per quanto anche le scuole confessionali da un certo punto di vista adottino standard abbastanza simili a quelli delle scuole pubbliche, rimane comunque il fatto che sono scuole la maggior parte confessionali dove vengono dati degli indirizzi culturali sicuramente diversi rispetto ad una scuola laica."

Claudia Pepe: "Allora diciamo che il 98% delle scuole paritarie sono cattoliche, solo il 2% ha una formazione laica, in più il reclutamento degli insegnanti lo sappiamo bene che non è in graduatoria con tutti gli insegnanti, come me ad esempio, che dobbiamo essere abilitate, cioè molte volte le insegnanti non sono abilitate ma sono prese per gentilezza o per amicizia, dobbiamo dire la verità perché questa è la verità e hanno un loro contratto a parte e vengono finanziate queste; un'altra domanda volevo farle, approfitto della gentilezza: come può un comune dire di no alla propria gente, un referendum che è un'arma, è l'unica cosa che noi abbiamo no?
Non è stato fatto con le politiche, perché non si sa, ci sono stati problemi, per risparmiare soldi, è stato messo in strani momenti, delocalizzato, disturbato, detto addirittura che B era per "bambini" mentre A mangiava i bambini, delle cose da medioevo; siamo arrivati a vincere il referendum e adesso il Consiglio dice di no, come è possibile? questa è giustizia? o c'è una giustizia A, una giustizia B, una giustizia che guarda solamente qualcuno in faccia e qualcun altro invece la guarda in un altro modo...stiamo parlando di bambini, stiamo parlando dei giovani, della formazione del prossimo cittadino consapevole, quello che avrà una coscienza, un'identità da maturare, come possiamo fare noi questo, come può fare un Consiglio questo? non lei certamente, perché lei vota naturalmente per il referendum...come si può anteporre il potere all'educazione che è il centro del mondo?"

Federica Salsi: "E' un sistema che purtroppo non vede coinvolta solamente la scuola, il fatto che il potere venga anteposto a quello che è il bene pubblico è un meccanismo ormai consolidato; lo si vede con le grandi opere che vogliono fare a Bologna, il Civis assolutamente volevano farlo, questo autobus che sembrava una cosa stratosferica e in realtà siamo ai ferri corti con la magistratura con i mezzi che sono stati posti sotto sequestro perché non sono a norma; lo vediamo adesso con il People Mover, un'altra grande opera che il Comune vuole assolutamente fare e c'è un...appunto in corso perchè ci sono tutta un'altra serie di problemi.
E' uno scollamento, uno scollamento di quelle che sono le reali necessità dei cittadini, le reali necessità del pubblico con quello che è il potere, potere proprio inteso come potere economico, prestigio, costruire una grande opera da prestigio alla città e da, come posso dire, una sorta di potere alla persona che l'ha portato avanti, e lo stesso...ci sarà una lobby sicuramente...e quindi da un punto di vista del referendum della scuola è uguale, si vanno a toccare anche qui dei poteri.
Non ci nascondiamo dietro a un dito, lo sappiamo benissimo che il potere della chiesa è un potere molto forte quindi evidentemente questo tipo di rapporto non vuole essere messo in crisi a scapito di quello che è un volere pubblico e un volere dei cittadini; io non ho la più pallida idea della maggioranza, del Sindaco come facciano a mettere la faccia in una situazione di questo tipo, perché stanno sostenendo l'insostenibile, hanno una città che per quanto continuino a dire che hanno votato poche persone, hanno votato un discreto numero di persone per una consultazione locale e io non vorrei essere in loro perché non saprei come sostenere una scelta di questo tipo, significa semplicemente continuare, chiusi nelle loro logiche di potere a portare avanti i loro interessi, senza prendere minimamente in considerazione quello che è il volere popolare, quanto è quello che può essere, come posso dire, una volontà di cambiare lo status quo perchè nessuno ha chiesto di togliere di punto in bianco i finanziamenti domani, semplicemente chiediamo di toglierli un po' alla volta...non vi piace questo tipo di sistema di toglierli un po' alla volta? Allora studiamo dei sistemi di istruzione che siano integrati in maniera diversa, dove effettivamente la sussidiarietà sia a favore delle famiglie e non delle scuole."

Claudia Pepe: "Anche perché adesso la scuola deve essere inclusiva e laica, lo sosteneva addirittura ieri Papa Francesco, siamo arrivati che Papa Francesco deve insegnare allo Stato come deve essere no? tra virgolette, tutto ciò deve essere laico, e noi riduciamo adesso a fare questo e leviamo i soldi alla pubblica statale e sappiamo che non abbiamo neanche i soldi per la carta igienica quando andiamo a scuola, e Bologna ne è consapevole immagino..."

Federica Salsi: "Si si beh io ho tre figli e ho portato credo rotoli e rotoli di carta igienica, barattoli di sapone quando non ho fatto direttamente io le fotocopie per le schede che i bambini dovevano fare a scuola, quindi sicuramente la scuola è in una situazione drammatica e c'è da chiedersi quanto effettivamente a questo Stato e in questo caso questo Comune, interessi il futuro perché la scuola è il futuro..nel momento in cui noi formiamo dei bambini, li istruiamo, stiamo creando gli adulti di domani, stiamo creando gli adulti che poi governeranno questo paese, se non gli forniamo delle basi solide su cui camminare andiamo a catafascio tutti quanti..."

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