17 luglio 2013

Referendum scuola: si va in consiglio!

In seguito all'esito del referendum il Consiglio comunale deve esprimersi. Il 22 luglio sarà il momento per farlo. Insieme a Sel e M5S presenteremo una proposta per ridurre del 50% dal 2014 i fondi da destinare alle scuole dell'infanzia paritarie private, fino ad arrivare ad un graduale azzeramento. Sotto la nota introduttiva c'è l'audio della conferenza stampa e il testo del mio intervento.



NOTA INTRODUTTIVA CONFERENZA STAMPA 17 luglio 2013 ore 13.00

Siamo qui oggi come Consiglieri e forze politiche che hanno sostenuto il Referendum.
Dal primo momento la nostra posizione in ordine al referendum del 26 maggio è stata chiara: sostegno all'opzione A, come a noto a tutti, come indicazione netta della necessità di indirizzare le risorse pubbliche all'interno del sistema delle scuola comunali e statali dell'infanzia, alla luce anche della domanda inevasa di scuola pubblica comunale e statale che si registra ormai da alcuni anni.


Siamo qui perché vediamo il rischio concreto che la netta espressione dei cittadini bolognesi, data con il voto all'opzione A nel referendum consultivo, venga ignorata, smentita e frustrata da scelte di segno opposto del consiglio Comunale di Bologna.
Non è una questione di questa o quella forza politica, non è questione di maggioranza o minoranza. Il fatto concreto è il pericolo che la maggioranza che si è espressa il 26 maggio democraticamente non riceva risposta e questo è un problema di democrazia che va oltre perfino al merito stesso del quesito referendario. Sarebbe un segnale assai grave non solo per la scuola pubblica, ma pure per la stessa democrazia se si ignorasse l'esito di un processo di partecipazione diretta previsto dallo Statuto del Comune di Bologna.
Dunque la maggioranza di cui oggi ci sentiamo non rappresentanti, ma interpreti sul tema specifico, son i cittadini e le cittadine che hanno partecipato al voto e che al 60% hanno chiaramente scelto di destinare le risorse comunali oggi spese a favore delle scuole dell'infanzia paritarie a gestione privata per le scuole dell'infanzia comunali e statali. 

Noi ci batteremo nel Consiglio per il rispetto del voto dei cittadini, cercheremo di convincere il Consiglio che sul tema del finanziamento comunale delle scuole private bisogna accogliere la scelta libera e consapevole dei cittadini che hanno preso la parola direttamente attraverso il voto referendario.
Proporremo al Consiglio di votare un atto di indirizzo che recepisca pienamente il risultato referendario. Vogliamo sperare, fino all'ultimo, che i consiglieri comunali non si comportino come se il referendum non ci fosse stato.
Proponiamo dal 2014 un percorso graduale per porre termine al finanziamento pubblico delle scuole private, iniziando con il dimezzamento delle risorse ora assegnate e prevedendo la progressiva estinzione del rimanente contributo negli anni immediatamente successivi.  

Questa proposta è una proposta rivolta a tutto il Consiglio Comunale e a tutte le forze politiche. Una proposta di sintesi che accolga senza ignorarlo il risultato referendario e che operi una soluzione con la necessaria gradualità.
E' frutto di un lavoro meditato e mediato
. Crediamo sia una ragionevole proposta che può trovare il consenso in Consiglio Comunale a meno che non si intenda produrre una cesura con la città e con uno strumento di partecipazione democratica che si è scelto di impiegare e promuovere, ciascuno nella direzione che sentiva più affine al proprio modo di vedere le cose, ma del quale non si può ignorare il risultato.





Il mio intervento in conferenza stampa:
[minuto 13:52] "Noi, portando avanti questa delibera che chiede la riduzione inizialmente del 50% del finanziamento fino all'estinzione completa, sappiamo di non avere vita facile in Consiglio Comunale.
Sappiamo di non avere vita facile perché già nei precedenti due anni di mandato le due delibere che sono passate per dare il finanziamento alle scuole materne private paritarie sono sempre passate con una maggioranza direi bipartisan, quindi sappiamo di essere un po', come dire, delle mosche bianche.
Prima già si accennava il fatto che è stato tentato di strumentalizzare l'esito del referendum proprio perché sembra che siano andate poche persone; in realtà io credo che il 60% sia una rappresentatività estremamente elevata, 50mila persone sono lo stesso numero di persone che hanno votato il Sindaco quindi non si può certo parlare di una delegittimazione di questo voto perché hanno votato poche persone.
L'esito del voto, appunto è un voto referendario, è espressione dei cittadini quindi noi in Consiglio Comunale cercheremo di dare appunto questa rappresentatività che è dei cittadini indipendentemente dalla forza politica nella quale loro si riconoscono o che hanno votato; quindi sarebbe, insomma, interessante riuscire a concentrare l'attenzione sul discorso del referendum proprio sul finanziamento e non sulle eventuali polemiche che già sono nate prima su maggioranze spaccate, su maggioranze divise e quant'altro, perchè il focus è l'espressione dei cittadini.
A Bologna erano anni che non si facevano referendum, questo finalmente si è potuto fare grazie all'impegno sempre di un comitato di cittadini, quindi è una cosa che è nata dai cittadini, ed è secondo me fondamentale, nel momento in cui la cittadinanza attiva si muove per spiegare, per chiedere alle istituzioni attenzione per spiegare che probabilmente quello che stanno facendo le istituzioni non è l'esatta volontà della cittadinanza, credo sia degno del massimo rispetto da parte di tutti quanti. In Consiglio Comunale cercheremo di spiegare queste nostre ragioni, consapevoli del fatto di avere tutti contro."

[minuto 22:46] "Arriva a fine mandato l'attuale convenzione: è stata fatta di quattro anni l'anno scorso in modo da arrivare a fine mandato per salvarsi dall'esito del referendum qualunque fosse stato, perché c'è questo problema; nel momento in cui si sapeva che probabilmente si sarebbe andati al referendum, subito prima hanno blindato la convenzione per quattro anni nonostante noi avessimo chiesto di farla per un anno in maniera tale da poter decidere poi più serenamente visto l'esito del referendum.
In realtà hanno voluto andare avanti comunque e adesso ci si ritrova con una convenzione che disattende l'esito del referendum quindi bisognerà rimetterci mano."

Nessun commento :

Posta un commento