28 dicembre 2013

Bologna Calcio a Granarolo sembra si farà

La storia:

21 maggio 2012 da Sottobosco.info
Nuovo centro sportivo Bfc, le perplessità di Legambiente

"Mercoledì 15 maggio è stato presentato a sorpresa il progetto del nuovo centro sportivo del Bologna Fc. Sorgerà a Quarto inferiore, Granarolo, appena fuori San Donato, sui terreni di Gian Paolo Rimondi. La realizzazione è prevista per il 2014.  Il centro sportivo si estenderà per 22 ettari, su cui ci saranno 12 campi da calcio, di cui quattro regolamentari, e alcune strutture: due tribune, spogliatoi, foresterie per i giocatori delle giovanili, centro medico, strutture per il ritiro della prima squadra, un centro polivalente per manifestazioni culturali e una “piazza degli scudetti”. Secondo Lorenzo Frattini (Legambiente) l’idea di radunare in un’unica area vari campi per tutte le squadre del territorio «è anche condivisibile, tuttavia sorgono alcune perplessità». 
«Il progetto è frutto di un accordo di pianificazione, un accordo tra privati ed enti pubblici, il Comune e la Provincia, che è possibile fare solo se c’è interesse pubblico, e permette una deroga alle normative vigenti». Ciò che Legambiente contesta è innanzitutto che i terreni interessati sono 22
ettari di aperta campagna su cui, oltre ai campi da calcio, verrà versato del cemento, andando incontro a una «pseudo urbanizzazione che renderà quell’area non più zona agricola». Questo «va nella direzione opposta alle politiche di contenimento della dispersione abitativa e del consumo di suolo, andando a costituire un vero e proprio polo attrattivo per l’edilizia lontano dai centri abitati». 
A ciò si aggiunge l’«odore di speculazione edilizia» che secondo Legambiente aleggia attorno al progetto. I 22 ettari di terreno, infatti, «si trovano nelle vicinanze dello svincolo della strada Lungosavena, e, pregiudicata la campagna, si rischia il via libera alle costruzioni. Il proprietario dei terreni non è così ingenuo da non sapere queste cose»."

8 febbraio 2013
Legambiente presenta un esposto in procura
"Come già segnalato fin da quest’estate, per Legambiente si tratta dell’ennesima forzatura delle regole urbanistiche che questa Regione si è data, oltre che un ennesimo danno al territorio.
Sono numerosi i tecnici e gli stessi addetti ai lavori che in questi mesi hanno segnalato disagio e sdegno riguardo le modalità e i contenuti dell’operazione.

Un intervento di modifica dei PSC che viene giustificato formalmente dalla presenza di “rilevante interesse pubblico”, secondo l’articolo 40 della legge regionale 20/2000. Un interesse pubblico poco evidente per Legambiente, secondo cui i dati certi della vicenda sono una perdita di suolo agricolo in piena campagna, operazioni immobiliari e cambi di destinazione di terreni appartenenti a privati.
Un particolare rammarico da parte di Legambiente per la posizione della Regione: l’assessorato guidato da Alfredo Peri ha di fatto scelto di non entrare nel merito delle scelte portate avanti dalla Provincia di Bologna.
A parere dell’associazione, infatti, si tratta di una sconfitta della politica, senza considerare che questa regione continua a pagare un prezzo altissimo in termini di consumo di suolo, e di fronte all’ennesimo uso degli accordi di programma a danni del territorio la strada risultava obbligata.
Da un punto di vista più generale Legambiente ricorda come l’Italia sia accomunata ai paesi più in crisi dell’Europa (ad esempio Grecia, Spagna) per l’alto consumo di cemento procapite. Un segnale di politiche che hanno puntato fortemente sulle operazioni speculative come motore economico: politiche evidentemente sbagliate non solo dal punto di vista ambientale ma anche per gli effetti ultimi sull’economia.
Infine, riguardo le ricadute in termini sportivi, Legambiente – che conta tra gli attivisti numerosi tifosi rossoblu – evidenzia come la vicenda abbia ben poco a che vedere con l’attività agonistica e di club, che può essere portata avanti senza essere legata ad interventi immobiliari così impattanti su ambiente e territorio."

4 giugno 2013
E mentre la procura indaga, il comitato per l'alternativa al Passante Nord insieme ad alcuni cittadini si rivolge al Tar per fermare la costruzione del progetto del Bologna: "Nulla contro Guaraldi, ma non sono state fatte tutte le verifiche del caso ed è stato violato il Ptcp" .

20 giugno 2013
Arriva lo stop ai lavori del centro tecnico fino a dicembre, infatti il "Tar ha fissato al 5 dicembre la discussione del ricorso presentato dai cittadini di Granarolo e dal comitato “No al passante nord”. Potranno però essere portati avanti lavori propedeutici e preliminari"

6 dicembre 2013
In Comune a Bologna si svolge una commissione per aprofondire il tema. A tutte le perplessità già elencate si aggiunge il fatto che nell'area vi sono dei tralicci dell'alta tensione da 220 kilovolt che passano sopra i campi da gioco. Dall'altra parte, sui campi di Casteldebole che le squadre del Bologna utilizzano attualmente, pero', passa e provoca un "impatto diretto" un elettrodotto che arriva addirittura a 380 kilovolt stando a uanto riferito da Giuseppe Petrucci, dirigente del servizio Urbanistica della Provincia di Bologna. Il sindaco di Granarolo Loretta Lambertini assicura che nella fascia di rispetto dei 24 metri "i campi destinati al Comune non ci saranno piu' perche' nel progetto sono stati spostati", ne resta uno del Bologna, "ma c''e' l'impegno della societa' ad usarlo solo come campo di riserva o addirittura non usarlo affatto. Infine, c'e' in corso un confronto con Terna per capire come limitare l'impatto dell'elettrodotto. Quindi il problema esiste tanto che l'Arpa prevede la prescrizione di sostare fino a quattro ore. Io in commissione ribadisco che "siamo alla follia" possibile che "una societa' sportiva investa milioni di euro per un impianto che poi deve usare con il cronometro?"


Arriva il regalo di Natale per Guaraldi, il Tar respinge il ricorso.
"Dopo l’udienza sul merito dello scorso 5 dicembre, i giudici Carlo D’Alessandro (presidente della sezione), Alberto Pasi e Ugo Di Benedetto hanno dato ragione al Bologna, respingendo il ricorso presentato dal comitato “No al passante Nord” e da altri cittadini di Granarolo e dichiarandolo in parte inammissibile.

Dovremo prepararci a vedere le ruspe? 

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