Decreto Salva Roma e bipolarismo 5stelle

Al di là di tutti i problemi che il M5S ha in merito alla nulla democrazia interna, al di la del fatto che è un partito azienda, ma che addirittura scivoli su alcuni temi storici e consolidati negli anni, è veramente pericoloso.

Qualche giorno fa è stato approvato nella commissione bilancio al Senato l'emendamento Lanzillotta conosciuto come "salva Roma". In Comune di Roma, per "salvarsi" deve:
1) estendere l'applicazione dei vincoli del patto di stabilità interno a tutte le società partecipate direttamente o indirettamente, nonché quelli in materia di assunzioni di personale e di acquisti di beni e servizi;
2) dismettere ulteriori quote di società quotate in borsa limitandosi a mantenere la quota di controllo;
3) operare una ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società da esso partecipate prevedendo, per quelle in perdita, licenziamenti per motivi economici;
4) liberalizzare il servizio di trasporto pubblico locale, raccolta dei rifiuti e spazzamento delle strade;
5) mettere in liquidazione tutte le società partecipate che non abbiano come fine sociale prioritario attività di servizio pubblico.

Mie osservazioni:

è indubbio che le partecipate siano delle voragini mangia soldi, poichè la gestione delle stesse è affidata ai fedeli di partito che non è detto che siano altrettanto capaci. 
Detto questo:
1) il patto di stabilità ingessa gli enti, tanto che l'ANCI ha più volte chiesto di allentarlo, con questo emendamento si fa l'esatto contrario. Per fare un esempio: a Bologna abbiamo bisogno di maestre per gli asili, ma non possiamo assumerle direttamente per via del patto, quindi per erogare il servizio le maestre vengono assunte dall'ASP azienda partecipata che ora NON ha il vincolo del patto. Con questo emendamento a Roma non è più possibile.
2) dismettere quote: ma chi si compra quote di una società in perdita, nella quale non può comandare?  
3) della serie se c'è un passivo di bilancio si licenzia, come se il passivo fosse per forza dovuto ad un surplus di personale.
4) liberalizzare i servizi significa non poter più decidere come erogarli. Faccio questo esempio: a Bologna la rimozione delle auto è affidata ad un privato. La convenzione è scaduta e va migliorata. Il Comune emette un bando con una nuova convenzione, ma va deserto. Si proroga la convenzione in essere fino a nuovo che va deserto e così si va di lungo. Il Comune cosa può fare? Continuare a prorogare la vecchia convenzione senza la possibilità di migliorarla (non è che puoi cambiare le carte in tavola a chi ha vinto secondo determinate regole) e con la speranza che il gestore privato non si tiri indietro, cosa del tutto legittima. Oppure cambiare il bando fino a che non "accontenta" il privato alla faccia di ciò che è meglio per la pubblica amministrazione. Oppure non erogare il servizio.
Sulla faccenda rifiuti ancora peggio dato che il più delle volte finiscono in mano alla mafia.
5) questo punto forse è l'unico che ha un certo senso.

Oltre ad essere raccapricciante questo emendamento, sono raccapriccianti le firme. Che lo proponga la Lanzillotta ci sta, ma che lo firmino anche 4 pentastellati, tra cui la senatrice bolognese Elisa Bulgarelli, è da folli. Che fine hanno fatto i referendum del 2011 che sono stati un cavallo di battaglia del M5S?
Ovviamente il sindaco Marino si rivolta come il Forum dell'acqua pubblica

L'emendamento viene modificato, ci sono alcuni timidissimi miglioramenti:
1) estendere i vincoli del patto di stabilità interno a tutte le società partecipate direttamente e indirettamente nonché quelle in materia di assunzioni di personale e di acquisti di beni e servizi;
2) dismettere ulteriori quote di società quotate in borsa fermo restando il controllo pubblico delle società e delle reti ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile primo comma punto uno
3) operare la ricognizione dei costi unitari della fornitura di servizi pubblici locali e adottare misure per riportare tali costi ai livelli standard dei grandi comuni italiani
4) operare una ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società partecipate, prevedendo per quelle in perdita il necessario riequilibrio con l’utilizzo degli strumenti legislativi esistenti
5) adottare modelli innovativi per la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, raccolta dei rifiuti e spazzamento delle strade anche ricorrendo alla liberalizzazione;
6) procedere alla messa in liquidazione per le società partecipate che non risultino avere come fine sociale attività di servizio pubblico
7) valorizzare e dismettere quote del patrimonio immobiliare del Comune.

Poi l'emendamento viene approvato dal Senato. Senza i voti dei quattro 5stelle che lo avevano addirittura firmato (vedere votazione 32). Che siano stati folgorati sulla via di Damasco? Questa è gente pericolosa. Non sa quello che fa.