08 dicembre 2013

Il giornalista del giorno

L'ultima trovata di Grillo per tenere impegnati i suoi adepti e contemporaneamente aumentare il traffico sul suo blog e fare qualche spicciolo in più, la trovo preoccupante. Ecco pronto un nuovo nemico da combattere, democraticamente proposto dai simpatizzanti, unilaterlamente scelto dal ... Blog.
Qualcuno, alleluia, ha preso le distanze come il Senatore Luis Alberto Orellana che dichiara: "Non sono d’accordo con quello che scrive la Oppo, ma queste cose non mi piacciono, non è così che bisogna procedere. In questo caso non ho dubbi: mi dissocio". O il Senatore Francesco Campanella che dal suo blog scrive: " Se poi il soggetto criticato dal giornalista è potente ... e si esprime in modo aspro e sbrigativo, la sua reazione ha uno sgradevole sapore di bullismo ... Il #m5s deve guardarsi da atteggiamenti di questa sorta."
Pure Dario Fo prende le distanze: "Non mi piace. Non accetto un linguaggio di questo genere" e anche Fiorella Mannoia: "non é facendo pericolose liste di proscrizione che si risolve il problema dell'informazione. Ogni giornalista ha il diritto di esprimere il proprio dissenso, anche se questo non ci piace".

Non abbiamo dovuto aspettare molto per vedere la reazione della "rete", persone che hanno dato libero sfogo alle loro frustrazioni, non appena il toto-giornalisti ha estratto il primo nome: Maria Novella Oppo,
a cui ho scritto:

"Quello che sta accadendo a Maria Novella Oppo, alla quale esprimo tutta la mia solidarietà, è agghiacciante. Casaleggio e Grillo hanno messo in piedi l'ennesimo tribunale dell'inquisizione, l'ennesima lista di proscrizione per qualche click (e qualche soldo) in più. L'ennesimo "dagli addosso all'untore", posto che un giornalista che pone critiche sul M5S sia da considerarsi tale, per spostare l'attenzione su una lotta di pancia invece che di testa. Utile per i grillini sarebbe capire le critiche poste ..."


L'editoriale di Francesco Merlo analizza l'iniziativa di Grillo "il giornalista del giorno" e il quadro che ne esce è allarmante, quadro per il quale ha "meritato" anch'egli di essere il secondo giornalista del giorno:
"Ma è giusto ricordare che gli ultimi elenchi di giornalisti, le ultime schedature di “obiettivi sensibili”, le hanno fatte in Italia quelli che poi, dopo qualche anno, aspettarono in via Solferino Walter Tobagi. E, a ritroso, i camorristi che inseguirono la Mehari di Giancarlo Siani e i mafiosi che pedinarono Pippo Fava sino alla sede del teatro stabile di Catania. È vero che Grillo non è ancora terrorista né camorrista né mafioso. Sempre più però il suo codice di violenza, i suoi roghi, le sue scomuniche, i suoi avvertimenti, i suoi manganelli foscamente rimandano alla “sgrammatica” dei terroristi, dei camorristi, dei mafiosi."
Merlo già in passato, un anno fa ai tempi della mia partecipazione a Ballarò, fu critico con il M5S scrivendo un edidoriale intitolato "Il Metodo dell'Ostracismo" e in seguito con il "Buffon Prodigo" attacò frontalmente Grillo.

Indro Montanelli nel 1996, poco dopo la cacciata di Grillo dalla Rai, aveva già capito il problema: "Detto questo, resta aperta una questione: le parodie violente, i sarcasmi sanguigni, la caricatura grottesca della societa' fatti da Beppe Grillo sono alla portata di tutti? Non rischiamo che qualcuno lo prenda alla lettera?" 
 
Infatti, quello che accade oggi è la dimostrazione che non sono alla portata di tutti. Forse nemmeno alla portata di Grillo stesso.
 

Nessun commento :

Posta un commento