Trasparenza 5 stelle

Di fronte a certe coincidenze proprio non riesco a tacere.
Ieri 12 settembre il sito dell'Espresso annuncia un'inchiesta sulle spese dei gruppi parlamentari Spese dei gruppi: on line 2 su 6 che sarà in edicola il giorno successivo 13 settembre nel settimanale.
Il M5S non ne esce bene, infatti il settimanale riporta " Non pervenuti Pdl, Lega, Monti e (un po' a sorpresa) pure i Cinque Stelle". " I partiti ancora non si sono messi in regola con le nuove norme approvate mesi fa che impongono la pubblicazione on line delle spese dei gruppi parlamentari". "Questo, infatti, è quanto prevede il nuovo regolamento approvato dal Senato, il 16 gennaio, in piena campagna elettorale. Ogni quadrimestre, recita la norma, ciascun gruppo deve pubblicare in rete "gli estremi dei mandati di pagamento, assegni e bonifici bancari".

Cosa succede il 13 settembre?

Escono online sul blog di Beppe Grillo i bilanci dei gruppi di Camera e Senato. Tempismo perfetto!
Tra le spiegazioni si legge che "Tali rendiconti sono pronti e disponibili già dallo scorso luglio" ma " non esisteva ancora un portale informativo generale dove pubblicare i documenti richiesti". Ma i vari Messora e compagnia cantante che sono da mesi pagati con i nostri soldi per fare la comunicazione del gruppo parlamentare cosa hanno fatto?

E poi noto un'altra cosa: il sito ufficiale del gruppo parlamentare è sul Blog di Grillo, questo l'URL http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/
Quindi alla fine è la Casaleggio che viene pagata dal gruppo parlamentare per la gestione del sito? I citati nel rendiconto "COMPENSI CONSULENZA PROFESSIONISTA COMUNICAZIONE E RIMBORSO SPESE " a chi vanno? Ancora non si sa.
All'epoca della sottoscrizione del Codice di Comportamento dei Parlamentari furono sollevati numerosi dubbi.  Il "Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento" infatti recita "La concreta destinazione delle risorse del gruppo parlamentare ad una struttura di comunicazione a supporto delle attività di Camera e Senato su designazione di Beppe Grillo deve costituire oggetto di specifica previsione nello Statuto di cui lo stesso gruppo parlamentare dovrà dotarsi per il suo funzionamento". Ovvero Grillo sceglie i soggetti che faranno la comunicazione, di fatto decide a chi dare i soldi dei cittadini.
Io dissi. "Però sappiamo che i futuri parlamentari del Movimento 5 stelle hanno firmato praticamente una cambiale in bianco per affidare a Grillo, che a sua volta designerà una società di comunicazione, i fondi destinati alla comunicazione dei gruppi parlamentari, ancor prima di conoscere il programma o di scriverlo. Si parla di cifre che si aggirano attorno ai 10 milioni di euro visto il numero di parlamentari. Questa attenzione per le risorse economiche oltre a essere strana, vista la necessità di avere un programma che sarebbe più urgente, è anticostituzionale. I parlamentari sono eletti dai cittadini e non può essere Grillo a decidere chi e come deve parlare. Sarà Grillo a imbeccare i parlamentari e a dire loro cosa e come dirlo e se non saranno d'accordo andranno come dice lui “fuori dalle balle?” E allora a cosa serve il nostro voto se quei parlamentari rispondono a Grillo e non a ai cittadini che li hanno eletti?"  
Analoghi dubbi sulla gestione dei fondi relativi alla comunicazione li sollevò un candidato alle Parlamentarie escluso arbitrariamente, dubbi per i quali Casaleggio disse che: "In un’intervista trasmessa da Servizio Pubblico la scorsa settimana Ivano Mazzacurati ha affermato che Casaleggio prenderà i soldi destinati ai gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle. La notizia è falsa ed offensiva. Ho dato disposizioni ai miei legali per querelare Ivano Mazzacurati e il direttore di rete de La 7", querela che a tutt'oggi non risulta essere stata formalizzata.
Ad oggi i dubbi sollevati all'epoca rimangono dubbi con una sola certezza: il sito del Gruppo Parlamentare pentastellato è sul blog di Grillo.