14 settembre 2013

Turchia: Istanbul e la città vecchia


Istanbul è una città molto particolare: spalmata su due continenti, Europa e Asia e divisa in tre parti dall'acqua. In Europa si trova la città vecchia (nella mappa Costantinople) che a sud si affaccia sul Mar di Marmara mentre a nord il Corno d'Oro, un lungo fiordo, la separa dalla città europea (nella mappa Pera). Il Bosforo, uno stretto lungo circa 32 km., divide il continente Asiatico da quello Europeo nel centro di Istanbul (la parte asiatica nella mappa Scutari) e collega il Mar di Marmara al Mar Nero.
Queste tre parti di città sono collegate tra loro da numerosi traghetti e alcuni ponti, trafficatissimi.

Nella città vecchia decidiamo di visitare alcuni tra i luoghi più caratteristici tutti facilmente raggiungibili a piedi e ci dirigiamo verso Topkapi Palace, la sontuosa residenza di numerosi Sultani. Troviamo un varco in mezzo ad una lunga serie di costruzioni e di fronte a noi si apre un parco molto ampio. In lontananza su un promontorio si vede il lungo muro di cinta del palazzo, da che parte sarà l'ingresso?
Destra o sinistra? Ci dirigiamo a destra e dopo lungo peregrinare non troviamo nessuna porta d'ingresso, ma una corposa comitiva di turisti arabi che va nella direzione opposta alla nostra (avevamo il 50% di probabilità di indovinare e infatti abbiamo sbagliato). Li seguiamo, ripercorriamo tutto il parco e finalmente arriviamo alla porta d'ingresso. Lo scenario che si apre è unico: il Topkapi è un insieme composto di chioschi, harem, cortili, corridoi e belvedere nato dalle continue modifiche e ampliamenti introdotti dai diversi sultani. Non ha nulla a che vedere con i nostri castelli medievali pur essendo della medesima epoca. Passeggiare tra le 4 corti, gli ampi cortili abbelliti da giardini rigogliosi e fontane, nel migliore stile moresco (qui maggiori info), attraversare i vari edifici è come fare un viaggio tra Le Mille e una Notte. Peccato che degli arredi di un tempo sia rimasto ben poco, renderebbero la visita ancor più suggestiva.

Un'altra parte molto interessante sono le collezioni, il Tesoro è senza dubbio quella più sbalorditiva. Tre pezzi in particolare mi hanno lasciato a bocca aperta, nonostante io non sia una patita di gioielli. Il primo: un cofanetto di cristallo trasparente e oro pieno di smeraldi grossi come olive. La loro luncentezza e trasparenza conferiva un aspetto surreale come se fossero un ologramma. In quel momento ho pensato alla versione di "tesoro" custodita a casa mia: i barattoli di Nutella pieni di sassi raccolti dai bambini ... in comune ci sono solo le dimensioni! Il secondo pezzo è lo Spoonmaker, un diamante da 86 carati grosso come un'albicocca la cui brillantezza lo fa spiccare tra tutti gli altri tesori. Da qualunque parte lo guardassi creava giochi di luce con raggi che partivano in tutte le direzioni. Terzo: il pugnale, estremamente affascinante, oro carico di smeraldi (le solite olive) e pietre preziose.

Gli ingressi ai musei di Istanbul sono a pagamento, è conveniente acquistare il Museum Pass. Con questo pass è possibile visitare  "the ChoraHagia SophiaTopkapı Palace Museum and Harem Apartmentsİstanbul Archaeological Museums, İstanbul Mosaic Museum,the Museum of Turkish and Islamic Arts, Galata Mevlevi House Museum, Yıldız Palace Museum, Museum for the History of Science and Technology in Islam" gratuitamente e sena fare la fila. 

La tappa successiva è la Basilica di Hagia Sophia che dista pochi minuti a piedi. La storia di questo edificio è molto travagliata, la prima chiesa fu costruita nel 360 e parzialmente distrutta nel 404 durante una rivolta. La seconda chiesa fu costruita nel 415 e bruciata nel 532 in seguito ad un'altra rivolta. La terza chiesa fu inaugurata nel 537. E 'stato utilizzata come chiesa per 916 anni, ma nel 1453 in seguito alla conquista di Istanbul del Sultano Maometto II fu prima saccheggiata, poi trasformata in moschea e usata come tale per 482 anni. Nel 1935 Atatürk, primo Presidente della Repubblica Turca, la trasformò in museo.
Anche questa non ha nulla a che vedere con la nostra classica immagine di chiesa: la pianta longitudinale, la struttura con tre navate, l'abside, la cupola richiamano l'idea di una chiesa, ma le decorazioni e i mosaici bizantini si fondono perfettamente con i vari simboli islamici di cui è piena la basilica: i tantissimi lampadari appesi, i dischi sospesi con le iscrizioni in arabo, il Mihrabe (l'abside che insica la Mecca)  e il Minbar (il caratteristico pulpito) e i quattro minareti esterni. La navata centrale è racchiusa da una  galleria superiore disposta a ferro di cavallo, dove si trova la Loggia dell'Imperatrce e diversi scintillanti mosaici. La vista della chiesa da questa galleria è fantastica: è possibile apprezzarne la luminosa immensità unita alla (apparente) leggerezza della struttura.

Poco distante da Hagia Sofia si trova la Basilica Cisterna (Yerebatan Sarnıcı) che raggiungiamo sempre a piedi. Fuori è caldo e il sole picchia. Entriamo in un piccolo atrio di una costruzione come ce ne sono altre lì intorno. Scendiamo per le scale è buio, fresco e lo scenario che si apre davanti ai nostri occhi è magico: un immenso sotterraneo con una luce crepuscolare in cui spunta dall'acqua trasparente una foresta di colonne intorno alle quali nuotano le carpe tra giochi di luce riflessi sull'acqua. Una lunga passerella permette di camminare a pelo d'acqua per i meandri della cisterna. Fu costruita nel 500 e serviva per stivare l'acqua per la città. Le 336 colonne alte 9 metri sorreggono il soffitto e consentono di contenere fino a 100.000 tonnellate d'acqua.
Buona parte dei materiali e delle colonne sono elementi di riuso, ne sono testimonianza in particolare due enormi teste di Medusa e la colonna del Pozzo dei Desideri.

Usciti dalla Cisterna ci dirigiano alla volta della Moschea Blu, a pochi passi di distanza. E' la prima volta che abbiamo la possibilità di visitare una moschea. Nei precedenti viaggi in Tunisia e Marocco l'accesso ai tutristi non era consentito.
Il complesso della moschea è imponente e spettacolare con le sue cupole che si innalzano verso il cielo su tre livelli e i suoi sei minareti. Costruita nel XVII secolo deve il suo nome alle maioliche blu con cui è rivestita e che contrastano con il bianco candido del marmo. Fuori dalla moschea ci sono numerosi lavacri per la purificazione che precede la preghiera. Prima di entrare bisogna togliersi le scarpe che possono essere riposte in apposite mensole o dentro un sacchetto per tenerle con se. Sono inoltre disponibili all'entrata numerosi foulard per coprirsi, poichè non si può entrare sbracciati o con i pantaloni corti e le donne devono avere il capo coperto. Se vista da fuori la moschea era spettacolare, dentro non è da meno. Il tappeto rosso che ricopre interamente in pavimento è morbido e vellutato. Io amo camminare scalza e la sensazione è piacevole e accogliente. Le cupole ampie finemente decorate, illuminate dalle numerose finestre sono riempite dalla voce dell'Imam che conduce la preghiera. Stanchi morti dopo una lunga giornata a spasso per le bellezze di Istanbul, ci siamo seduti sul tappeto e, ammirando le cupole decorate, ci siamo lasciati cullare dai versetti del corano.


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Turchia: la partenza per Istanbul
Turchia: la partenza per Istanbul

1 commento :

  1. La cultura dei popoli antichi combinata con la mitologia e le origini di ogni luogo ne fanno un argomento sempre molto interessante.

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