13 maggio 2013

Voterò A nel referendum sui finanziamenti pubblici alle scuole private: vi spiego perchè

Il 26 maggio a Bologna ci sarà un referendum consultivo comunale organizzato dal Comitato Art. 33  per chiedere ai cittadini:

"Quale fra le seguenti proposte di utilizzo delle risorse finanziarie comunali che vengono erogate secondo il vigente sistema delle convenzioni con le scuole d’infanzia paritarie a gestione privata ritieni più idonea per assicurare il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini che domandano di accedere alla scuola dell’infanzia?

A) utilizzarle per le scuole comunali e statali
B) utilizzarle per le scuole paritarie private
"

A questo referendum io voterò A

Qui il calendario dei dibattiti di approfondimento e iniziative varie




  1. la Costituzione sancisce che le scuole private non devono comportare oneri per lo stato
  2. io considero le scuole comunali paritarie, dato che sono gestite da un ente pubblico e quindi pagate con i soldi dei cittadini, esattamente come le statali. Sulla base di questa valutazione politica, ritengo di assimilare gli oneri del Comune alla stregua di quelli dello Stato. In questa ottica leggo l’art. 33 della Costituzione 
  3. la scelta di un genitore di mandare il proprio figlio ad una scuola dell'infanzia (quindi non dell'obbligo) privata  è legittima ma in quel caso è necessario che venga pagata
  4. il comune eventualmente dovrebbe usare i fondi per pagare la scuola alle famiglie a reddito basso e che sono rimaste escluse dalle scuole statali o comunali
  5. è una menzogna che se vincesse la proposta A ci sarebbero i bambini per le strade e comunque il provvedimento verrebbe applicato dal 2016 


Di seguito approfondisco i punti per spiegare bene il perchè della mia scelta

Cosa dice la Costituzione italiana, lo stralcio dell'Art. 33:
la Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

Cosa è un referendum consultivo comunale:
il referendum consultivo serve per sentire il parere popolare circa una determinata questione politica (mera richiesta di parere legalmente non vincolante quanto alla decisione successiva);
il Consiglio Comunale deve pronunciarsi sull'oggetto del Referendum entro tre mesi dal suo svolgimento, indipendentemente dal numero dei cittadini che ha partecipato al voto.

Di quali scuole si sta parlando:
stiamo parlando della scuola dell'infanzia, un'istituzione prescolastica non obbligatoria, la durata media è di tre anni ed è possibile iscrivere i bambini dai 2 anni e mezzo, era precedentemente nota come "scuola materna".
Ci sono scuole statali, ovvero gestite dallo Stato.
Ci sono scuole paritarie, e possono essere gestite da enti pubblici (come il comune) o da enti privati.
Ci sono scuole non paritarie gestite da privati.
I fondi che il Comune eroga e che sono oggetto del referendum sono destinati a scuole dell'infanzia paritarie gestite da privati

Cosa fa il Comune di Bologna:
dal 1994 il comune eroga dei fondi alle scuole materne paritarie private. Negli ultimi anni ha elargito una somma di circa un milione di euro all'anno.
Questa nel 2012 è l'ultima convenzione stipulata leggermente diversa, in meglio, da quella precedente dato che inserisce dei meccanismi premianti per le scuole che soddisfano alcuni parametri. Ha una durata di 4 anni, arriva quindi fino a fine mandato dell'attuale Sindaco. Un esito referendario che va nella direzione di questi contributi non andrebbe comunque ad intaccare la convenzione in essere. Qui le mie osservazioni al momento della discussione della delibera per la nuova convenzione, osservazioni alle quali è seguito il mio voto contrario.

La mia opinione:
La Costituzione italiana con l'art. 33 da un chiaro indirizzo su come debbano essere gestite scuole ed istituti di educazione istituiti da enti (anche il comune quindi) e privati: senza oneri per lo Stato. Io ritengo che se un genitore sceglie per il figlio una scuola dell'infanzia privata, se la debba pagare (parlando di scuola non dell'obbligo) quindi voterò A. Se si vuole fare un vero discorso di sussidiarietà il Comune non eroga a pioggia fondi alle scuole, ma arriva direttamente alle famiglie che ne hanno bisogno. Erogando i fondi alle scuole invece, le stesse possono fare rette più basse, ma più basse per tutti anche per chi una scuola privata se la può permettere tranquillamente. Il comune invece dovrebbe pagare le rette delle scuole private solo a coloro che sono rimasti fuori dalle scuole statali o comunali (ora gratuite - si paga solo la refezione) e hanno un reddito basso. In modo analogo funziona già così per i posti nido in convenzione con i privati.
A Bologna siamo in una situazione strana: da una parte è l'Amministrazione Comunale a garantire con le sue scuole il 60% dell'offerta complessiva, mentre le scuole statali offrono poco più del 18% dei posti disponibili (la situazione a livello nazionale è ribaltata) e dall'altra è sempre l'Amministrazione Comunale a garantire anche fondi alle scuole private. E' proprio il caso di dire becchi e bastonati, si perchè nonostante il grande impegno comunale a sostegno delle sue scuole (tra l'altro tra i pochissimi comuni, forse l'unico, rimasto ad erogare ancora il servizio gratuitamente - tutte le altre scuole comunali sono a pagamento) e di quelle private, rimangono fuori dalle scuole dell'infanzia tanti bambini.

Se vincesse la proposta di abolire i finanziamenti cosa succederebbe? e' un referendum consultivo, quindi potrebbe non succedere proprio nulla, ovvero l'amministrazione potrebbe non prendere in minima considerazione il volere di buona parte dei cittadini. Dico questo perchè chi asserisce che se vince il quesito A, ci saranno i bambini per la strada, mente spudoratamente sapendo di mentire. Inoltre la convenzione in essere dura fino al 2016. Al massimo potrebbe succedere che dal 2016, qual'ora l'amministrazione volesse conformarsi al volere dei cittadini, le rette delle scuole private sarebbero più alte di circa 50/60 euro al mese, che non sono brustulini, ma neanche la catastrofe che si vuol strumentalmente far credere. 

Altri approfondimenti:

il sito del Comitato Art. 33
FAQ: B come Bugie
il contributo di Stefano Rodotà 
gli approfondimenti di Wu Ming
gli appunti dell'incontro con i rappresentanti delle scuole paritarie private  



1 commento :

  1. Federica, cosa succederebbe se il 50% dei bimbi delle scuole private paritarie dal 2016 si iscrivesse a quelle comunali?

    Quale sarebbe l'aggravio di costi per il comune e tagliando quali altri servizi verrebbe coperto?

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